Una gara-4 che sarebbe servita ai Cavs per portarsi in parità sul 2-2. E invece no. I Golden State Warriors hanno messo definitivamente la freccia e la possibilità di un back-to-back ora prende forma in modo consistente. Gli Splash Brothers segnano ben 63 punti in coppia, con percentuali dalla lunga fissate al 50% (11/22) e un supporting cast che, quando conta, si fa trovare a dir poco pronto.

LeBron James è sembrato nervoso durante il match e onestamente le provocazione di Draymond Green sono difficile da digerire, ma non ha fatto mancare il suo apporto che, come sempre, ha dell’incredibile: 25 punti, 13 rimbalzi e 9 assist. Qualche pecca dalla lunga per il figlio di Akron, come le conclusioni da fuori (1/5) e le 7 palle perse. Kyrie Irving è autore di una prova davvero di grande livello, ma anche in questo caso non bastano i 34 punti, conditi da 4 rimbalzi e 4 assist, per tenere in partita i suoi quando i Warriors decidono di fare loro gara-4.

L’MVP si è mostrato per quello che è. 38 punti, 6 assist e 5 rimbalzi, ma soprattutto una gestione che si è vista poche volte, sia in queste Finals che in quelle dell’anno passato. Forse è davvero questo il salto di qualità del numero 30 dei Golden State Warriors. Troppe volte si è dato per scontato che lui potesse risolvere le partite facendo leva sul suo talento e la sua fiducia da oltre l’arco, ma la squadra di Steve Kerr ci ha abituati ad assistere a personaggi secondari che hanno preso il centro del palcoscenico. Andre Iguodala e Shaun Livingston sono stati e sono due eccellenti esempi di gregari di lusso. Lo stesso Harrison Barnes in più di un’occasione è passato in secondo piano, quando in realtà la sua costanza di prestazioni è una delle chiavi del successo dei Warriors nell’ultimo biennio.

I Cavs fanno spesso 30, ma mai 31. Ora sono spalle al muro e non possono affidarsi a King James per riportare la serie ad un parziale accettabile per sperare in un recupero. Sarà necessario che ognuno degli uomini a disposizione di Tyronn Lue prenda coscienza di cosa serve per riequilibrare gli assetti. Non è solo la distribuzione dei punti il problema, ma tanti piccoli dettagli che alla fine sono utilissimi per concretizzare prestazioni vincenti.
Ora si torna ad Oakland, alla Oracle Arena. Missione quasi impossibile per i Cavs, ma queste sono le Finals e tante semi-certezze spesso lasciano spazio ai colpi di scena.