PHILADELPHIA 76’ERS 20W-14L (Francesco Angelo Cerbone) Sono la squadra rivelazione di quest’anno. Le premesse per far bene e centrare i playoff c’erano, ma la squadra di coach Doug Collins sta andando oltre le aspettative, battagliando con Orlando per la terza piazza ad Est. Merito di 13 W su 17 gare disputate a Gennaio, ottenute grazie a prestazioni corali convincenti. Infatti il team è priva di un go-to-guy palesato, ogni sera l’high scorer cambia a seconda del giocatore più ispirato offensivamente in quella gara, supportato da un lavoro di squadra che funziona nelle alchimie. Appurato che l’ago della bilancia del team, Iguodala, non deve essere il leader offensivo di una squadra, semmai un eccellente secondo violino, ci si attendeva qualcosa di più da Evan Turner in termini realizzativi, forse l’unico neo di questa stagione. L’ex Ohio State viaggia a 8,6 punti di media, troppo pochi per giustificare la seconda scelta assoluta al draft. Senza una stella, come Turner può e deve essere per questi Sixers considerando le potenzialità, bisogna cercarne un’altra se si vuole dare un seguito alle “W “ della Regular Season, nei playoff. Infatti la post season è ben altra cosa e per battere formazioni più attrezzate come Heat e Bulls serve non solo continuare a giocare in questo modo, ma anche almeno una stella che possa spostare l’inerzia quando le gare sono punto a punto. Magari nello spot di ala grande/centro, vista la flessione della squadra nell’ultimo periodo, dovuta soprattutto alla mancanza di alternative per colmare le assenze di Brand e Hawes.

NEW YORK KNICKS 17W-18L (Edoardo Lavezzari) Il 2012 doveva essere l’annata della consacrazione per i Knicks. Metabolizzato lo scambio che aveva portato Anthony a NY e acquisito dal mercato un giocatore importante come Tyson Chandler, oltre a Baron Davis, la squadra di D’Antoni si preparava ad una stagione di vertice. Invece le cose sono andate in tutt’altro modo, la squadra ha patito oltremodo l’assenza di un vero playmaker, Davis è arrivato infortunato e Toney Douglas non è certo un distributore di palloni,ma soprattutto è diventata palese l’incompatibilità tecnica tra Stoudemire e Anthony, ulteriormente acuitasi con l’arrivo di Chandler ,che in attacco produce la maggior parte dei suoi punti dal pick’n roll proprio come Stoudemire. Non è un caso che molte delle vittorie dei Knicks siano arrivate quando uno tra “Stat” e Melo” era infortunato.  Il 4 febbraio però arriva la scossa, la panchina di D’Antoni era più che traballante e il record recitava un triste 8 vinte e 15 perse, l’allenatore del West Virgina, anche per far fronte a molti infortunati, contro i Nets prova la mossa della disperazione e mette in campo Jeremy Lin, play/guardia reclutata pochi giorni prima dopo esser stato tagliato dai Rockets, il ragazzo proveniente da Harward lo ripaga con 25 punti e una vittoria. Due giorni dopo, contro i Jazz, D’Antoni decide di dare fiducia a Lin che parte in quintetto, arriva la seconda di 7 vittorie consecutive, tutte con Lin protagonista. Nel frattempo l’America si innamora di questo ragazzo nato in America ma di origini taiwanesi, la “Linsanity” dilaga per tutto il paese e nel frattempo D’Antoni salva la panchina e Knicks si riportano in zona playoff. Nel frattempo la dirigenza si è accaparrata anche JR Smith, di ritorno dalla Cina, giocatore dal talento cristallino, ma dal carattere difficile. A questo punto l’accesso ai Playoff dovrebbe essere assicurato, visto il talento medio della Eastern Conference,  ma una previsione a lungo termine sul destino dei Knicks è pressoché impossibile, New York si candida ad essere la principale mina vagante della stagione.

Boston Celtics 15W-17L (Eugenio Simoni) stagione di transizione per i Campioni 2008 che sembrano quasi in attesa della prossima estate quando andranno in scadenza la maggior parte dei giocatori (Garnett e Allen in particolare) e si potrà ricostruire (sempre ripartendo dalla coppia gm-coach Ainge-Rivers). La stagione sinora disputata è al limite dei playoff ad Est, anche per qualche infortunio di troppo patito durante la stagione (Rondo in particolare ha saltato 10 gare, ma tutti i Big hanno dovuto assentarsi per almeno un paio di partite). Da segnalare il brutto infortunio che ha dovuto tenere Jeff Green, ovvero il giovane su cui si puntava maggiormente nella franchigia, lontano dal campo per tutto l’anno e che ha quindi scombinato i piani d’inizio stagione. Un altro problema è il netto calo a cui stanno andando incontro i Big Three messi assieme nell’estate 2007: Garnett ha ormai perso l’atletismo che lo caratterizzava ai tempi di Minnesota e offensivamente si affida solamente all’ottimo tiro dalla media che possiede, difensivamente quando vuole è ancora un fattore, ma l’età si inizia a far sentire anche in quel settore di campo; anche il calo di Ray Allen si sta evidenziando sempre più con l’avanzare della stagione e cifre così basse (14,5 punti a partita in 33,9 minuti) le aveva ottenute solamente nella sua stagione da rookie; Pierce dei tre sembra quello che ha accusato meno il calo ed anzi nel momento dell’assenza di Rondo ha preso in mano la squadra con il piglio del vero leader. E’ sembrato ottimo l’acquisto di Bass (migliori cifre in carriera per lui: 11,6 punti e 6,1 rimbalzi), ma non sono stati male neanche gli arrivi di Wilcox (5,2 punti) e Pietrus (7,1 punti), il problema è che per tornare ai vertici della Lega ci vuole ben altro (soprattutto nel settore lunghi dove si continua a puntare su Jermaine O’Neal).

Toronto Raptors 10W-23L (Eugenio Simoni)  a fronte dell’ennesima campagna acquisti deludente non ci si poteva aspettare un inizio di stagione differente dalle parti di Toronto. Se poi ad inserimenti mediocri come quelli (con tutto il rispetto) di Gray, Magloire e Rasual Butler si aggiungono i problemi fisici che hanno afflitto Bargnani per tutta la stagione (il migliore giocatore con distacco della squadra ha saltato finora ben 20 gare) e un rendimento sotto le aspettative per quello che doveva essere il talento più florido scelto negli ultimi anni da Colangelo, ovvero DeMar DeRozan (15,7 punti con il 41% dal campo, anche se nelle ultime partite sembra in leggera ripresa), non bisogna sorprendersi del numero esiguo di vittorie conseguite fino ad oggi. Anche qui sembra che si ragioni maggiormente per l’anno prossimo, quando si spera di pescare bene al draft e si conta sull’arrivo di Valanciunas, ovvero quel centro di ruolo di un certo spessore che alla squadra è sempre mancato. Note positive si possono evidenziare nel nuovo allenatore Dwane Casey che sta provando a dare un’identità difensiva alla squadra, in controtendenza con i metodi dei suoi predecessori Mitchell e Triano, ma anche in una coppia di playmaker come Bayless (10,4 punti) e Calderon (11 punti e 8,9 assist di media) che tanto male non sta facendo. Non piace invece il rendimento fin qui offerto dal secondo anno Ed Davis, il quale non è stato capace di sfruttare lo spazio concesso dall’infortunio di Bargnani ed ha addirittura peggiorato le buone cifre con cui aveva chiuso la scorsa stagione (quest’anno 6 punti con 6,3 rimbalzi e il 48,8% dal campo).

NEW JERSEY NETS 10W-25L (Edoardo Lavezzari) Anche quest’anno, malgrado il colpo Deron Williams messo a segno sul finire della scorsa stagione,l’ambizioso proprietario dei Nets Prokhorov non potrà vedere la sua squadra compere ai playoff. I Nets infatti hanno vinto solo 10 partite delle 35 fin qui disputate; certo la squadra di Avery Johnson non può reputarsi fortunata, il lungo più importante della squadra, Brook Lopez, giocatore da 20 punti di media, è rientrato solo da pochi giorni dopo un bruttissimo infortunio, in più il giocatore preso per sostituirlo, Memo Okur, ha patito la stessa sorte di Lopez e fin qui ha giocato solo 17 partite. Se aggiungiamo anche l’infortunio del promettente sophomore Damion James possiamo vedere come la fortuna di certo non abbia aiutato Williams e compagni. Le notizie più importanti  in casa Nets vengono dal rookie Marshion Brooks e dal guerriero Kris Humphries. Brooks, chiamato con la venticinquesima chiamata assoluta, si è dimostrato pronto per la NBA e viaggia ad oltre 14 punti di media, dovrà crescere a rimbalzo e migliorare nel tiro da 3 (35.6%), ma stiamo già parlando di un buon giocatore NBA. Humphries invece, grazie alla sua inesauribile energia e agli assist di Williams sta disputand0 la sua miglior stagione in carriera e viaggia a 13.6 punti e 10.5 rimbalzi di media. Parlando di “D-Will” è impossibile non accorgersi, numeri alla mano, che stia vivendo la sua miglior stagione in carriera da un punto di vista realizzativo con 22.2 punti di media a partita, ma nello stesso tempo sia calato a “soli” 8.2 assist a partita, si tratta della la cifra più bassa in carriera escludendo l’anno da rookie, sintomo di una mancanza di fiducia nei confronti della squadra. In estate Williams potrà uscire dal suo contratto e cambiare casacca, se le cose dovessero continuare in questo modo i Nets rischiano di perdere la loro stella e di piombare nel baratro, per questo da qui a fine stagione è molto probabile che New Jersey operi sul mercato, il     nome di Dwight Howard, altro grande scontento, è sempre d’attualità, ma arrivare al centro dei Magic sembra molto difficile.