Brown firma con gli Spurs – E’ un momento difficile a San Antonio. Gli infortuni di Ginobili, Leonard, Green e Splitter hanno convinto la franchigia texana a muoversi sul mercato, con l’evidente finalità di allungare le rotazioni di coach Popovich, sempre più ridotte per gli infortuni di cui sopra. Nella giornata di ieri, gli Spurs hanno firmato con un decadale la guardia Shannon Brown, ex Lakers e Suns. L’ intento di staff tecnico e management è quello di testare il giocatore in questi giorni, per poi eventualmente integrarlo fino a fine stagione nel roster dei nero-argento. Si muovono anche i Pelicans che hanno firmato l’ex Blazers Luke Babbitt con un biennale.

Rondo e Westbrook con la valigia pronta? – Se le firma di Bynum, Brown e Babbitt con le rispettive nuove franchigie sono ormai storia, altri rumors di mercato tengono desta l’attenzione di addetti ai lavori e tifosi in vista della deadline prevista per il 20 febbraio. Rajon Rondo, nonostante recentemente abbia manifestato la volontà di rinnovare il proprio contratto (in scadenza nel 2015) con i Celtics del nuovo corso targato Brad Stevens, in un’intervista ad ESPN, si è detto comunque intrigato dalla possibilità di diventare Free Agent alla scadenza dell’accordo con la franchigia del Massachusetts. Altro play oggetto di voci e speculazioni è Russel Westbrook. Secondo Del Pearson di Yahoo! Sports, la point-forward dei sempre più competitivi Thunder potrebbe trasferirsi ai New York Knicks insieme a Kendrick Perkins ed una futura seconda scelta, in cambio di Tyson Chandler, Iman Shumpert, Raymond Felton e i diritti per un numero non precisato di future prime scelte disponibili al primo giro del Draft. Vediamo se la supposta trade, che sposterebbe non di poco gli equilibri di forza soprattutto in casa Knicks, andrà in porto o se sarà soltanto una delle tanti voci che si susseguono durante la stagione NBA. Taj Gibson sarebbe un obiettivo di Lakers, Bobcats e Wizards mentre Philadelphia appare una delle squadre maggiormente candidate a stravolgere il roster entro il 20 febbraio. L’obiettivo della franchigia della Pennsylvania è quello di poter acquisire i diritti per una scelta al primo giro al draft del 2015. 

Gli Utah Jazz onorano Jerry Sloan – Ventitré anni spesi per la causa degli Utah Jazz, 1127 partite vinte in Regular Season, 96 nei playoffs, due apparizioni alle finali NBA. La franchigia dello Utah, all’intervallo della gara (persa) disputata venerdì notte contro i Warriors, ha voluto omaggiare uno degli allenatori più carismatici e vincenti di sempre. Durante la cerimonia, con ai suoi fianchi due leggende dei Jazz come John Stockton e Karl Malone che gli hanno riservato per l’occasione parole al miele, Sloan ha visto issarsi sul tetto dell’EnergySolution Arena uno stendardo con il numero 1223, cifra che corrisponde al numero delle partite vinte in carriera alla guida dei suoi amati Utah Jazz. A fare da appendice ad un momento che il coach difficilmente dimenticherà, è arrivata una lettera scritta a mano da Barack Obama, il quale si è congratulato non solo per la sua esperienza nello Utah ma anche per i suoi trascorsi da giocatore con la maglia dei Chicago Bulls, da sempre la squadra per la quale fa il tifo il Presidente degli Stati Uniti d’America.

Anthony Davis eguaglia Ewing – L’ala dei Pelicans, sempre più dominante dopo un primo anno abbastanza titubante, nella partita di stanotte vinta contro i Bulls ha fatto registrare un nuovo record. Dopo Patrick Ewing, è infatti il primo giocatore dal 1990 a totalizzare almeno 22 punti e 6 rimbalzi in almeno tre partite consecutive.

 Robinson K.O. Problemi anche a L.A. – La guardia dei Nuggets, dopo l’infortunio occorso nella gara casalinga contro gli Charlotte Bobcats, è stato operato al ginocchio per ricomporre la lesione al legamento crociato. L’ex Bulls salterà il resto della stagione che vede Denver alle prese con la perdurante (e definitiva) assenza di Danilo Gallinari e con i frequenti fastidi di Ty Lawson. Vista la situazione di emergenza, coach Brian Shaw parrebbe intenzionato a reintegrare Andre Miller, fuori da qualche settimana per motivi disciplinari. Altra guardia alle prese con problemi fisici è Mike Conley di Memphis. Nella gara di venerdì contro i Minnesota Timberwolwes si è procurato una distorsione alla caviglia la cui entità verrà valutata in queste ore. Problemi anche in casa Lakers, ma non è certo una novità. Pau Gasol, insieme a Nick Young uno dei pochi Lakers in grado di collezionare prestazioni di rilievo in una stagione non certo da ricordare, dovrà stare fermo sette giorni per un problema all’inguine. Al termine del periodo di riposo forzato, il giocatore catalano verrà rivalutato dallo staff medico californiano.

Polveriera Cavs – Passano le settimane, ma la situazione in casa Cleveland Cavaliers rimane sempre tesa. Le sconfitte acuiscono il disagio all’interno di un gruppo provato da frizioni interne più o meno celate. Secondo il Daily News, Luol Deng, neo arrivato alla corte di Mike Brown, è rimasto letteralmente sconvolto dalla mancanza di disciplina e professionalità di molti suoi compagni, sottolineando come nella sua ex squadra, i Chicago Bulls, certi atteggiamenti non sarebbero tollerati. Cleveland, undicesima ad Est per via di un record (16-31) molto al di sotto delle aspettative di inizio stagione, potrebbe essere una delle franchigie più attive in questi ultimi giorni di mercato. Molti rumors danno quasi per scontata la partenza di Dion Waiters vista la sua difficile convivenza con Irving. Quest’ultimo, sarebbe prossimo a licenziare il suo agente Jeff Wechsler reo di non fare tutto il necessario per favorire una cessione del play, titolare nel ruolo di point forward al prossimo All Star Game. Ancora 18 giorni di attesa, poi vedremo se e quanto cambierà volto la franchigia dell’Ohio.

T-Mac come MJ – No, il paragone non è riferito alle abilità cestistiche di Tracy McGradi rispetto a quelle di Michael Jordan. Rilevante rimane la distanza fra i due, anche se nei primi anni del 2000 in particolare, T-Mac è stato tra le stelle più luminose del panorama NBA. Ciò che accomuna, o meglio che potrebbe accomunare i due soggetti in questione, potrebbe essere la comune esperienza nel baseball a livello agonistico. E’ di queste ore la notizia che l’ex stella di Raptors, Magic e Rockets, starebbe allenandosi con assiduità per diventare un lanciatore. L’intento del 7 volte All Star è quello di entrare a far parte dei Sugar Land Skeeter, formazione texana che gioca in un campionato indipendente dalla MLB, la Atlantic League. Rimane la curiosità di capire se McGrady si darà davvero al baseball. Di una cosa siamo certi, in ogni caso. Inutile aspettarci nessun “I’m back” al termine dell’esperienza con i guantoni come fece a suo tempo Michael Jordan. Più che altro, per l’ex ala NBA il termine “back” rievoca i reiterati problemi alla schiena che ne hanno limitato, purtroppo, la sua ascesa tra i più grandi di sempre, non certo propositi di ritorno nel mondo del basket agonistico.