San Antonio Spurs

Praticamente da inizio anno detengono la testa della classifica divisionale e, nonostante i Rockets negli ultimi tempi si siano riavvicinati, non sembrano aver intenzione di mollarla tanto facilmente. L’obiettivo della regular season di questi Spurs sembra infatti essere ben più alto, ovvero la testa della Western Conference, se non addirittura il miglior record della lega. Negli ultimi tempi però la compagine di Popovich ha perso un po’ di terreno (la notte scorsa contro Sacramento ha interrotto una serie di 3 sconfitte consecutive e 5 nelle ultime 7): un appannamento attribuibile ai numerosi infortuni che hanno colpito diversi giocatori chiave di questa formazione (Ginobili s’è appena aggiunto ad un’infermeria che già contava Green, Leonard e Splitter). San Antonio dovrà quindi reggere in questo periodaccio per puntare almeno alla testa di una division che finora s’è mostrata come la più competitiva delle sei.

Houston Rockets

Magari non convinceranno sempre nelle proprie uscite, zoppicando un po’ troppo in alcune partite, ma i ragazzi di coach McHale al momento sono comunque secondi nella division, ad appena tre partite di distanza dagli Spurs, e quinti nella Western Conference. La cosa più confortante per i tifosi è che la squadra sembra (all’apparenza) aver risolto i propri problemi interni smettendo di cercare acquirenti per i contratti (che il prossimo anno diventeranno pesantissimi) di Lin e Asik. La rosa dovrebbe rimanere quindi questa fino a fine stagione (il condizionale è d’obbligo visti gli scambi, talvolta imprevedibili, a cui assistiamo ogni stagione alla deadline di febbraio), anche perché all’interno s’è trovato un altro elemento che per rapporto qualità-prezzo ha l’odore di un altro colpaccio come fu quello di Chandler Parsons: stiamo parlando di Terrence Jones, un secondo anno che a gennaio ha elevato il suo rendimento raggiungendo i 15.8 punti con il 54.9% dal campo e 9.5 rimbalzi.

Memphis Grizzlies

Ad inizio stagione (soprattutto dopo l’infortunio di Gasol) in molti pensavano che il ciclo di questi splendidi Grizzlies, che ormai sta durando da quattro stagioni, si fosse esaurito, complice anche l’addio nell’estate di coach Hollins (ancora inspiegabilmente senza una squadra). Nelle ultime 10 uscite invece Memphis è riuscita a racimolare 9 vittorie che hanno completamente cambiato la classifica, portandoli all’8° posto, un soffio davanti ai Mavs. Sicuramente il ritorno del centro catalano ha risollevato le sorti della franchigia, ma anche l’inserimento di Courtney Lee (13.7 punti con il 55% dal campo nelle 13 partite fin qui disputate con Memphis), arrivato dai Celtics, è stato fondamentale, visti anche i pochi punti nelle mani che avevano mostrato di avere gli esterni della squadra di coach Joerger.

Dallas Mavericks

A seguito della prima esclusione dai playoffs avvenuta l’anno scorso dopo 12 qualificazioni consecutive l’imperativo della creatura di Cuban è stato quello di riacciuffare già in questa stagione un posto tra le prime otto. Fino ad oggi i ragazzi allenati da coach Carlisle sono quasi sempre riusciti nell’intento di rimanere nella parte giusta della classifica, però nelle ultime settimane le inseguitrici (soprattutto i Grizzlies) hanno iniziato a farsi più vicino obbligando Nowitzki e soci a provare a ripetere il loro inizio di stagione, quando dopo 13 partite avevano già collezionato 9 vittorie. Proprio il ritorno dell’ala forte tedesca ai più alti livelli (21.8 punti con il 39.2% da tre e 6.2 rimbalzi) insieme agli inserimenti azzeccati di Ellis, Calderon e Blair hanno finora permesso ai Mavericks di veleggiare sempre in zona playoffs. Da qui a fine anno vedremo se questo gruppo riuscirà a confermare ciò che di buono ha fatto vedere sinora.

New Orleans Pelicans

Doveva essere la stagione del ritorno ad alti livelli dopo gli anni di transizione passati per l’addio di Chris Paul. Invece, alcune problematiche come i troppi infortuni (praticamente ogni nome del roster ha dovuto saltare almeno un incontro per problemi fisici) o molte scommesse perse (la più importante è stata quella di Evans) non hanno finora permesso alla formazione allenata da coach Monty Williams di competere con le migliori squadre della Western Conference. A questo punto della stagione la terza esclusione dai playoffs consecutiva è una prospettiva che si fa sempre più reale ed attorno alla franchigia si sta già iniziando a parlare di rivoluzione: praticamente tutti i giocatori ad eccezione di Davis ed Holiday sarebbero sacrificabili. Forse un po’ troppa fretta per un gruppo che non è mai riuscito ad esprimersi con tutta le proprie forze a disposizione?