Altra X segnata sul calendario della stagione, e con colore rosso vivo questa volta: Cincinnati batte anche Louisville e la sua ombra si allunga sulla Conference.

È ed 9-0 all’interno dell’AAC. Èd è 20-2 dall’inizio della stagione.

La partita contro i Cardinals, vinta 69-66, grazie ad un primo tempo con parziale 28-20, ha mostrato nel bene e nel male la dimensione di questi Bearcats: capaci di realizzare un vantaggio di 17 punti nel secondo tempo, andare sotto nel punteggio 61-64 a 4:27 dalla sirena, e per ultimo fare propria la gara grazie ad alcune giocate chiave nei minuti finali. Cincinnati non gioca davvero una bella pallacanestro, ma per la prima volta in stagione ha mostrato di poter essere anche spietata con la gara in bilico nei minuti finali. Louisville, nonostante la sconfitta, rimane una signora squadra, ma la sensazione più marcata dopo questa gara, è che Cincinnati ora abbia acquisito anche la maturità che le mancava. La loro particolare dimensione difensiva naturalmente li rende davvero una squadra complicata da affrontare.

I tre vertici della loro pallacanestro, Sean Kilpatrick, Justin Jackson, Titus Rubles – tutti senior lo ricordiamo – , sono il motivo per il quale coach Cronin è cosi sicuro delle possibilità di questa squadra, come ha dichiarato a fine gara: “Ho i migliori tre leader a livello senior di tutta la nazione. Non sono i migliori per talento, ma sicuramente non li cambierei con altri“.

Kilpatrick con 28 (4-9 da 2 punti, 3-9 da 3 punti, 11-11 ai liberi) pesanti punti contro Louisville, ha segnato il passo ai compagni. Justin Jackson ha registrato 11 punti, 9 rimbalzi, 2 stoppate e anche 5 palle perse. Titus Rubles ha segnato 8 punti e catturato 8 rimbalzi con anche 5 palle perse a referto.

Questo trio di senior ha realizzato sempre nella partita in oggetto, quasi il 73% dei punti di Cincinnati, contribuendo anche con il 62% dei rimbalzi della squadra. Oltre naturalmente a quel carisma ed esperienza che serve come l’ossigeno a questa squadra. Il loro maggior difetto è che non sono per niente profondi e non hanno la varietà di soluzioni tecniche a disposizione di altre. Un infortunio potrebbe azzerare le loro possibilità di vittoria in questa stagione. In un amen.

Contro Louisville i Bearcats hanno lavorato bene anche a rimbalzo difensivo; unico evidente neo delle loro partite nella Conference (loro la battaglia generale a rimbalzo contro i Cardinals 36-25). E cosi anche Louisville è stata messa in riga, dopo aver battuto SMU e Memphis in precedenza. La lista delle vittime illustri si allunga. Ora il 6 Febbraio arriva Connecticut. Il guanto di sfida alle altre squadre è stato lanciato e di sicuro non verrà ritirato.

L’altra gara importante in cartello, era rappresentata da SMU-Memphis al Moody Cooliseum.

Ha vinto la squadra di coach Brown 82-72. Letale per i Tigers un secondo tempo chiuso nel punteggio a favore di SMU 58 a 43. Vitale per SMU le chiusure difensive sempre nel secondo tempo e un Markus Kennedy nelle vesti di Batman: 10 su 10 dal campo, 15 rimbalzi (di cui 11 difensivi) e 3 steals. Nic Moore, con 14 punti e 10 assists, alla fine è uscito per falli. Ma l’esecuzione dei dettami di coach Brown sono stati seguiti alla lettera e l’attacco di SMU ha registrato una distribuzione dei possessi – Keith Frazier a parte – di una regolarità svizzera. Il tipo di gara che pretende il coach per risolvere il serio problema delle palle perse (per turnover% sono noni nella Conference). L’8 Febbraio i Mustangs ospiteranno un nemico – sportivo – tra le le mura amiche: Cincinnati. Sarà estremamente interessante vedere quali accorgimenti coach Brown porrà in essere per scardinare quella difesa.

Deve essere sottolineato inoltre, come SMU fosse reduce prima di questa gara, da una brutta sconfitta subita contro South Florida 71-78, giocata il 18 Gennaio. Non era bastato alla squadra di coach Brown in quel contesto, un Nick Moore da 23 punti, con 4-6 da 3 punti. Dall’altra parte della barricata Victor Rudd ne ha messi 21, con 7-9 da 2 punti e con nelle mani ben salde, le redini della sua squadra. South Florida è 2-6 nella Conference e con voragini nella propria pallacanestro che non si possono coprire. Tra i vari aspetti da evidenziare, i suoi avversari registrano un 43% di realizzazione al tiro da tre.

Nella parte alta della classifica invece, Connecticut registra un trend positivo. Gli Huskies non saranno vicine alle prime due della classe per prestazioni, ma possono ancora competere con le altre squadre. Sono reduci da tre vittorie consecutive. Hanno battuto nell’ordine Temple 80-66, Rutgers 82-71, Houston 80-43. Quest’ultima in particolare, oltre al divario nel punteggio, è stata la loro vittoria più convincente delle tre, ottenuta in casa, ed in particolare grazie ad un vantaggio nel punteggio di 51-22 con il quale si è chiuso il primo tempo, e con l’assenza di DeAndre Daniels da sopperire. Shabazz Napier con 19 punti ha griffato la partita.

Per quanto riguarda alcuni singoli giocatori, continua l’impasse di Omar Calhoun, autore di 1 punto da un tiro libero segnato nella partita contro Houston. A partire dalla partita dello scorso 31 Dicembre contro Houston, Calhoun ha registrato quattro volte 0 punti, 1 volta 7 punti, 1 volta 5 punti, 1 volta 1 punto e contro Rutgers non è entrato in campo. Le sue percentuali dal campo sono sensibilmente calate rispetto alla scorsa stagione e dalla gara contro Eastern Conference, non ha mai cominciato la partita nel quintetto titolare.

Si mantiene invece stabile il minutaggio del freshman Amida Brimah considerano le partite di Conference (circa 16 minuti di media), e questo ha progressivamente fornito a Connecticut anche una dimensione difensiva più solida e l’intimidatore d’area che le mancava: 4 stoppate nella partita giocata contro Houston. Brimah, dopo i 20 punti segnati contro UCF lo scorso 11 gennaio, non è più stato cosi decisivo in attacco, ma rimane vitale nell’economia della squadra. È anche il migliore rimbalzista offensivo della squadre. Ha segnato 10 punti e catturato 8 rimbalzi contro Rutgers, ed è partito nel quintetto titolare nelle ultime 5 partite disputate dalla squadra. Sintomo questo di come la fiducia di coach Ollie in lui stia crescendo.

Connecticut dopo la prima parte di stagione, è cresciuta notevolmente in attacco e alcune delle statistiche prodotte ci confermano queste impressioni. Considerando solo le partite di Conference, per Eff.Offensiva è prima nella Conference (115.8 punti segnati ogni 100 possessi). È migliorata la loro gestione dei possessi offensivi (secondi nella Conference, diminuita la turnover%) e sono aumentati i rimbalzi d’attacco (secondi nella Conference, loro arcinoto punto dolente). Registrano rare steals subite in attacco e meglio un farli andare in lunetta: tirano i liberi con l’81%.

Certo, la loro efficienza difensiva può migliorare, specie nella pressione esercitata: inducono un basso numero di palle perse agli avversari. È comunque sensibile il loro miglioramento e sono da tenere in dovuta considerazione per il prosieguo del calendario di Conference.

Classifica

2013-14 Men’s Basketball Standings

SCHOOL CONF CPCT. OVERALL PCT. STREAK
Cincinnati 9-0 1.000 20-2 0.909 W13
Louisville 7-2 0.778 18-4 0.818 W1
SMU 6-3 0.667 17-5 0.773 W1
Memphis 6-3 0.667 16-5 0.762 L1
UConn 5-3 0.625 17-4 0.810 W3
Houston 3-6 0.333 11-11 0.500 L4
Rutgers 3-6 0.333 9-13 0.409 W1
USF 2-6 0.250 11-10 0.524 W1
UCF 1-7 0.125 9-10 0.474 L6
Temple 1-7 0.125 6-14 0.300 L1