UPS

SAN ANTONIO SPURS Grazie alla striscia di 10 “W” consecutive inanellata prima di chiudere la RS, all’interno della quale hanno battuto 2 volte i Lakers e Memphis, sono riusciti a strappare il primato della Western Conference ai Thunder  e non hanno ottenuto quello dell’intera Lega solo in virtù dei risultati nello scontro diretto contro Chicago, anche se hanno chiuso con lo stesso record. Le buone notizie per i tifosi degli Spurs  non sono finite perché è obbligatorio ricordare come gran parte di queste vittorie siano arrivate facendo riposare almeno uno dei Big 3, che quest’anno arrivano ai Playoff senza i gravi acciacchi che ne hanno minato le ultime stagioni. Inutile dire che gran parte dei meriti per questa ennesima stagione vincente vanno a Coach Popovich che si conferma un maestro nella gestione del gruppo oltre che un ottimo allenatore da un punto di vista tecnico7tattico.

CHICAGO BULLS Con 4 vittorie nelle ultime 5 partite i Bulls sono riusciti ad ottenere quello che volevano, ovvero il doppio primato sia Eastern Conference sia in tutta la Lega, motivo per cui avranno sempre il fattore campo dalla loro parte in tutta la postseason. Di per sé sarebbe già un risultato molto importante, ma che diventa ancora più significativo considerando le continue defezioni di Derrick Rose, leader sotto ogni punto di vista, di questa squadra e delle avversarie che aspiravano alla prima posizione assoluta, fra tutte gli Spurs macina vittorie di questo periodo. Ora si prospetta un primo turno abbastanza agevole contro una squadra in crisi come Philadelphia, ma per arrivare al titolo servirà anche il miglior Rose.

GRIZZLIES Sembra inutile dirlo ma a Memphis l’aria dei Playoff fa bene. Sono arrivate infatti sei vittorie di fila, servite soprattutto a strappare ai Clippers il fattore campo nel primo turno ad Ovest. C’è comunque da tener conto che cinque di queste sono arrivate contro squadre impegnate a fare “tanking” e quindi non hanno opposto chissà quale resistenza. Il quarto posto nella combattutissima Ovest è un risultato strabiliante dovuto soprattutto all’incredibile lavoro svolto da Coach Hollins che ha saputo ri-inventare Mayo sesto uomo e ha trovato il coraggio di far partire Randolph dalla panchina vista la difficile coesistenza con Rudy Gay, nonostanta “Z-Bo”  sia stato negli scorsi Playoff il traghettatore della squadra. Queste sei partite hanno avuto quasi sempre un protagonista diverso e in partite punto a punto, come quella contro i Bobcats (sembra strano ma è così) dove Rudy Gay litigava col canestro ci ha pensato Conley a portare la “W” a casa. Un altro protagonista importante di questo ottimo finale di stagione è OJ Mayo che ha saputo trovare (come già detto prima) la sua dimensione uscendo dalla panchina, risultando più volte decisivo. Insomma la “Cindarella” della scorsa stagione sembra essere una realtà affermata, vedremo se i risultati confermeranno queste impressioni.

 WIZARDS Per come si era messa la stagione vedere Washington tra gli UPS potrebbe sembrare un’utopia, il fatto è che i Wizards hanno chiuso la stagione con sei vittorie consecutive (otto nelle ultime dieci), non contro squadrette eccetto Charlotte e Cleveland. Hanno battuto infatti Chicago e due volte Miami, quella di ieri contro gli Heat soprattutto vinta addirittura di 34. Da loro che comunque puntano ad una chiamata alta al Draft non ci si aspettava sicuramente un finale di questo tipo.  Ora verrebbe da pensare quali potrebbero essere i fattori che hanno portato Washington a questo exploit. Senza dubbio il fattore principale è un Sophomore, di nome Kevin Seraphin. Il centro francese nelle ultime 10 gare ha raccimolato 15,2 punti e 7,3 rimbalzi di media, queste cifre, dunque, fanno ben sperare in vista della prossima stagione. Una buona chiamata al prossimo Draft potrebbe infatti far risalire i Wizards dalla mediocrità a cui sono abituati, visto che comunque qualcuno buono già ce l’hanno (vedi Seraphin e John Wall).

 JAZZ I Jazz sono l’ultima squadra della Lega ad essersi aggiudicata i Playoff, per riuscirci ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie e vincere le ultime cinque gare di regular season, tra queste c’è stato anche il decisivo scontro contro i Suns che gli contendevano l’ultimo biglietto per la post-season. In questa striscia di vittorie hanno viaggiato a quasi 110 punti di media (109,4) e alcuni giocatori hanno rispolverato il loro arsenale offensivo. Tra questi c’è sicuramente Devin Harris che ha viaggiato a più di 21 punti di media mostrando di poter stare in un quintetto NBA e che quel talentuoso ragazzo dei tempi di Dallas non era solo una delle “promesse non mantenute”. Altre note positive sono Gordon Hayward che viaggia a oltre 17 di media ma è soprattutto il reparto lunghi a sembrare l’arma in più di Utah, Al Jefferson, Paul Millsap e Derrick Favors infatti farebbero gola a molte squadre nella lega, sono capaci di andare tutti e tre facilmente in doppia-doppia e di dominare a rimbalzo, per non parlare di Enes Kanter che qualche minuto di qualità in difesa lo da. Probabilmente questo non basterà per riuscire a battere San Antonio, tuttavia ci sono le basi per farci divertire un po’ di più la prossima stagione.

DOWNS

METTA WORLD PEACE Ci aveva praticamente promesso che sarebbe cambiato insieme al nome, l’avevamo visto separare Bynum in una rissa in campo e invece…macchè, niente da fare, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Di chi stiamo parlando se non di Metta World Peace. Penetra, schiaccia e, dopo essere atterrato tira una gomitata in testa a James Harden con una potenza allucinante, tanto da procurare al prossimo “Sesto Uomo dell’Anno” una commozione cerebrale. Non un bel gesto da uno che comunque ci aveva abituato a certe cose. Subito sono arrivate le sue scuse: “Chiedo scusa ai tifosi e all’organizzazione di Oklahoma City. Devo guardare avanti e pensare a tornare in campo con i miei compagni e giocare per i sostenitori dei Lakers” che però non sono servite a evitare la squalifica di sette giornate. Stern ha poi dichiarato: “L’infortunio subito da Harden dimostra la pericolosità di questo genere di azioni, specialmente quando sono dirette alla zona del cranio. Siamo sempre concentrati e determinati a proteggere la sicurezza e la salute dei giocatori NBA, adottando le misure necessarie, che possono anche includere le punizioni appropriate per gli elementi con una storia fatta di discussioni e liti dentro e fuori dal campo”. Probabilmente, cambiando nome, Artest aveva pensato anche a cose di questo tipo infatti la notizia della sospensione citava: “Stern suspends World Peace for seven games!” Chi è che passa per cattivo ora?

CHARLOTTE BOBCATS Che chiudono questa disastrosa stagione entrando nel libro dei record, ma dalla parte sbagliata. Innanzitutto la loro striscia di 23 sconfitte consecutive è la terza più lunga di sempre, in secondo luogo, fatto ben più grave, chiudono la stagione con 7 vittorie e 59 sconfitte con una percentuale di vittorie di 10,6 che è il nuovo record negativo per una singola stagione, peggio ancora dei Sixers del 72’/73’ che chiusero l’anno con 9”W” e 73 “L”. Di fronte a questi dati suonano quantomeno “bizzarre” le parole del proprietario Micheal Jordan che ha parlato di alcuni aspetti positivi all’interno della stagione.

MIAMI HEAT Far riposare i giocatori più importanti in previsione dei Playoff non è certo un crimine, ma gli Heat così facendo non solo hanno chiuso la stagione nel peggiore dei modi, con 3 sconfitte nelle ultime 4 partite, ma hanno dimostrato, ancora una volta, la pochezza del loro “supporting cast”. Nelle ultime 2 partite della stagione infatti tutti e 3 i Big three non hanno giocato e Miami non solo ha perso entrambe le partite, ma è riuscita nella difficile impresa di segnare 66 punti contro i Celtics, che però a loro volta non schieravano pezzi importanti come Rondo, Garnett e Allen, prima di subire un umiliante 70-104 dai derelitti Wizards, squadra tra le peggiori di tutta la Lega.

NEW JERSEY NETS Dopo 35 anni i Nets abbandonano il New Jersey per trasferirsi a Brooking tuttavia arrivano a questo importante appuntamento, che avrebbe dovuto far da traino per la rinascita della franchigia, in condizioni a dir poco precarie, la squadra infatti ha chiuso la stagione con 22 vittorie e 44 sconfitte e con Deron Williams, il giocatore franchigia, in scadenza di contratto e piuttosto scontento. Per questo finire la stagione con 6 “L” consecutive, l’ultima delle quali addirittura umiliante visto il 67-98 con cui sono stati asfaltati dai non irresistibili Raptors, non è un bel modo per chiudere questo capitolo della storia della franchigia ne tantomeno un buon punto di partenza per il futuro.

WARRIORS Va bene fare “tanking”, va bene voler raggiungere la prima scelta al Draft, ma le prestazioni mostrate dai Warriors nel finale di stagione hanno dimostrato che al di la di qualche talento la squadra è davvero poca roba. Nove sconfitte nelle ultime dieci gare sono un pessimo risultato, specie se oltre alle prestazioni di qualche singolo non si riesce ad intravedere nulla di buono. Gli infortuni di Stephen Curry e la cessione di Monta Ellis sono state una brutta grana per i tifosi, sono probabilmente dovuti anche a queste sconfitte i fischi arrivati durante il ritiro della maglia di Chris Mullin (leggenda dei Warriors). Sette di queste sconfitte sono comunque arrivate contro squadre che giocheranno i Playoff, ma la sconfitta nell’ultima gara di regular season contro gli Spurs privi dei Big è stata il segnale di una squadra quasi priva di orgoglio. Ora bisogna sperare in una buona chiamata al Draft e salvare quel poco che c’è per ripartire e cercare di puntare i Playoff che non vedono dal 2007 quando Don Nelson compì un autentico capolavoro mandando a casa Dallas.

 Edoardo Lavezzari e Peppe Mura