Eric Lombardi

Lombardi, giovane U19 nel roster Angelico, nato a Torino nel 1993, alto 2 metri,  racconta di sé e delle sue ambizioni.

Ha un sorriso bello ed aperto, uno sguardo positivo nei confronti del mondo che lo circonda, eppure per Eric Lombardi, giovane biellese dell’Angelico Biella e grande protagonista dell’Under 19 che punta lo scudetto, l’adolescenza non è stata così semplice. Lui però si è risollevato con forza, ed ha dato un’impronta bellissima alla sua nuova esistenza, rendendola felice. Perché la sua storia è come una favola: iniziata nel peggiore dei modi, proseguita poi con gioia e serenità e sfociata in una passione: quella per il basket. Per Eric quel sogno è diventato realtà. Grazie a se stesso che non si è mai dato per vinto ed a chi lo ha sempre supportato.

 

Un’infanzia difficile. E’ lui stesso a parlarne, senza grandi sollecitazioni da parte dell’interlocutore. Sono argomenti molto delicati, ma Eric toglie ogni possibile imbarazzo all’intervistatore ed inizia a raccontare la sua storia. Con grande coraggio e forza. E lo fa nel modo più adeguato: con la dovuta tranquillità, serenità e la consapevolezza di avere superato con successo uno scoglio molto irto della sua giovane esistenza:

 

«Vivevo a Torino con una famiglia che mi aveva adottato ed ho subito un abbandono da parte loro».

 

Parole che sono come un pugno nello stomaco, dure e forti, ma sono una parte della vita di Eric:

«E’ il passato e non me ne vergogno. Io penso sempre in positivo e credo anche questa situazione mi abbia fatto vivere in seguito una vita migliore».

E poi è arrivata la sua vera e reale famiglia:

 «Ovviamente, a causa di quanto accaduto in precedenza, c’è voluto un po’ di tempo prima che le cose migliorassero tra di noi. Loro mi hanno sempre appoggiato ed io figlio unico, sono un po’ come il cocco di casa; ora ho anche un fratello, più giovane di due anni, adottato da un’altra famiglia».

Il basket nel suo destino. Giovanissimo, Eric pratica vari sport, dal calcio per due anni, al judo ed alla corsa prima di approdare alla pallacanestro:

«Con l’arte marziale avevo vinto anche dei tornei, mentre con la corsa mi ero fatto valere ai campionati regionali. Un giorno vado ad una festa di sport a Chiavazza ed incontro un allenatore, Vincenzo, che mi chiede se voglio provare con il basket: finisco l’anno, chiedo se posso rimanere ancora e così tutto inizia da lì».

E’ un cammino intenso quello di Eric, che lo porta ad aggregarsi alla prima squadra già la passata stagione ed a farsi notare questo anno in campo sempre con l’Angelico Biella: una elevazione incredibile, una schiacciata devastante, uniti ad una buona dose di esuberanza:

 

«Penso di essere simpatico, di portare una ventata di allegria ed ho un carattere un po’ pazzo, ma nei giusti limiti. Scherzo quando è possibile e mi comporto seriamente quando è necessario».

 

Il ragazzino dello spazzolone. Molti lo ricorderanno al vecchio PalaBiella, ancora ragazzino, intento a pulire il parquet nelle partite ufficiali, dove si sedeva a bordo campo ad ammirare i campioni rossoblu:

«Qualche volta ho parlato con Joe Smith: lui scherzava e rideva con me ed ha sempre detto di non mollare mai e di non smettere di credere in quello che facevo».

Quattro anni fa si imbatte in un periodo di scoramento che lo mette a dura prova:

 «Ero stanco in quella fase, facevo fatica a giocare. Poi mi sono detto che se ero arrivato fino a lì avrei dovuto continuare. Ed anche Federico Danna mi ha spronato ad andare avanti».

Ed ora che la sua carriera è iniziata che cosa si aspetta dal futuro?

«Arrivare a giocare più minuti in Serie A ed un giorno in Eurolega. Sarebbe scontato dire l’Nba. Se invece non vincessimo le finali nazionalimi arrabbierei».

 

La forza della famiglia. Quando provi a parlare di politica ad un ragazzo tanto giovane ti aspetti che ti risponda in modo sintetico, invece  Eric ancora una volta ti stupisce:

«Mio papà Matteo che è sindacalista mi ha influenzato nel mio modo di essere e di esprimermi, sia nella vita sia nella politica. Lui ha cercato di darmi una chiave di lettura su quanto sta accadendo in Italia; mi ha sempre consigliato di esprimermi in modo semplice perché la gente potesse capirmi e di stare sempre attento a ciò che le persone mi dicevano. Destra e sinistra hanno deluso, ma io sono comunque più verso sinistra».

 

 

Hobby. Ama la musica hip hop e rap, ha una fidanzata da 5 anni ed adora le moto:

«La mia preferita è una Ducati 1098 da strada. Una volta avevo la moto, poi è stata venduta quando ho preso la patente. Vedremo…».

 

 

 Marta Coda Luchina, Eco di Biella