PAGELLE BRINDISI

BANKS 7+ (17 punti, 10 rimbalzi, 4 assist, 25 di valutazione, 1 schiacciata,7 falli subiti): Ormai al terzo anno nelle fila di Brindisi, seppur non consecutivo, fa da guardia i punti che ci si aspetta da una guardia, poi gli assist che dovrebbe fornire un playmaker di ruolo, ma a questo ci è ben abituato, e soprattutto prende i rimbalzi che dovrebbe agguantare un pennellone di 2 metri o giù di lì! Ormai gli anni sul groppone sono quasi 33, ma se c’è da passare la palla a qualcuno che guidi la squadra nei momenti difficili prendendosi anche delle responsabilità spinose, come le triple tentate nel disperato assalto del minuto finale, essa andrà sempre al riccioluto di Memphis. Bastone della vecchiaia.

BROWN III 7 (17 punti, 4 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate, 2 palle recuperate): Quest’anno Giovanni Marrone n° 3 sarà (o meglio sarebbe, vista la situazione attuale nel reparto lunghi) esentato dal dovere continuamente prendere  sportellate da colleghi pivot ben più pesanti di lui che, se solo fosse consentito dal regolamento, lo stenderebbero a terra con un solo spintone e potrà più spaziare nel difendere anche su ali  grandi e piccoli con le sue lunghe leve anteriori alla ricerca di preziose palle da rubare per ripartire in contropiede. Il tiro elegante dalla media in sospensione, invece, resta lo stesso e prendere le contromisure ormai è impresa neanche più contemplabile. Classy action.

John Brown subito in palla al nuovo esordio (foto di Gianluca Risi@2018)

MARTIN 6,5 (10 punti, 6 rimbalzi, 1 assist, 1 schiacciata): Alterna momenti in cui la sua esplosività ricorda quel Martin che tanto era importante per il gioco della prima Cremona di coach Sacchetti a momenti abulici come il Martin della anonima Bologna dell’anno passato, dove però fu pure condizionato da un infortunio muscolare che lo tenne lontano dal parquet per diverse settimane. Volendo essere positivi per il futuro, si vuole vedere che il piatto della bilancia penda verso il primo Martin descritto. Martin guastatore.

GASPARDO 6+ (10 punti, 2 rimbalzi): Mettiamo subito le cose in chiaro: per essere appariscente dovrebbe o indossare una vaporosa gonna a strascico al posto dei pantaloncini o avere una capigliatura alla Ed Daniel, o alla “Gamberone” di “My name di Earl” se preferite. Esegue però il compito assegnatogli dal coach, e che era tipico anche degli anni di Reggio di Emilia, ovvero minuti di qualità per fare rifiatare i piccoli, senza strafare ma pure senza commettere errori, al massimo qualche imprecisione in fase difensiva e di taglia-fuori. Atleta impegnato.

ZANELLI 6- (1 punto, 1 rimbalzo, 3 assist): La cattivissima prestazione di Thompson lo costringe a un po’ di straordinari in termini di minutaggio eppure la cattiveria agonistica e la voglia sono immutate, anzi perfino accresciute sapendo di essere al secondo anno di serie A in una squadra che punta alla post season e a una buona figura in Europa. Ci prova, specialmente nell’ultimo quarto, a trasmettere il suo furore ai compagni ma resta purtroppo sempre il problema che si “ perde” quando si avvicina a 1,2 metri dal canestro. Lì c’è ancora da lavorarci, a livello mentale e di coraggio. “Fumus” in fabula.

IKANGI 5,5- (3 punti, 2 rimbalzi): S’inizino le note dolenti. Una esplosiva tripla appena entrato e poi poco o nulla degno di essere riportato in un articolo giornalistico da parte di questo ragazzo dal delicato nome di battesimo. Nova.

CAMPOGRANDE 5,5- (3 punti,2 rimbalzi, 1 assist): Partita molto simile al collega Ikangi in termini di realizzazioni e di minutaggio, soltanto che si è visto particolarmente nell’ultimo quarto, dove forse era meglio che fosse in campo qualcuno di più scafato a certe gare così tese. Uomini normali in situazioni straordinarie.

IANNUZZI 5 (1 rimbalzo): Non appena mette il primo piede sul rettangolo di gioco ligneo lo spettro di Wojciechowski si impossessa della sua anima, esattamente al contrario di come i Monstars rubarono il talento ai campioni dell’NBA nel cult “Space Jam”, e la sua partita diventa macchinosa e poco attenta a rimbalzo, non dando dunque ai compagni alcuna sicurezza. Perché cambi l’idea dei tifosi nei suoi confronti, che già lo mal sopportarono due stagioni fa, non è il migliore biglietto da visita. Dormiglione.

RADOSAVLJEVIC 5- (2 punti, 1 rimbalzo): 21 minuti di utilizzo ben sufficienti perché si maledica il prematuro infortunio a Stone e si speri che passino il prima possibile i circa 25 giorni di prognosi, capitati proprio in questo congestionato avvio di stagione in quanto a incontri ravvicinati. Se si vuole spezzare una lancia in suo favore, è scarsamente servito ma quando le cose non girano è il momento che la palla te la cerchi tu stesso, se non vuoi fare la figura del lavativo. “Cosa salta fuori di codice fiscale?”*

THOMPSON 4,5- (1 punto, 3 rimbalzi): Ormai, dall’infortunio occorso a Clark alla decima dello scorso campionato, Brindisi si è abituata ad arrangiarsi nel ruolo di play. L’anno scorso c’erano Banks e Moraschini ad avvicendarsi in quel ruolo, con gli acquisti più o meno azzeccati in corso d’opera di Walker e Greene, e pure quest’anno il play titolare è più guardia che cervello pensante in mezzo al campo e si è visto come è parso davvero un pesce fuor d’acqua. A ogni giocatore, pure i migliori, è capitata nel corso dell’anno una prestazione così brutta, e si spera che nel caso suo abbia già speso questo bonus. Irreale.

COACH VITUCCI 5,5: L’intensità difensiva, seppure non sempre , è sempre la stessa , le palle perse poche e la squadra  ha pure vinto in termini di valutazione complessiva e di rimbalzi catturati, e nonostante ciò Cantù è sempre stata avanti nel punteggio. La panchina non gli dà quel sollievo solito, non riuscendo dunque mai a trovare qualcuno che potesse segnare punti importanti e distaccarsi dal solito duopolio Banks/Brown. Potrebbe però accadere in futuro, qualche barlume di speranza in alcuni giovani si è intravisto. Alla ricerca del Moraschini/Walker mancante.

 

PAGELLE CANTù

YOUNG 7,5+ (22 punti, 3 rimbalzi): Nei primissimi minuti di partita ne ha di più di tutti, semplicemente la difesa brindisina non riesce a fermarlo a tal punto che tutta questa energia a volte non riesce ad incanalarla correttamente e si rende protagonista sia di vergognosi air ball sia di due falli personali spesi anzitempo che costringono il coach a farlo uscire nonostante fosse già arrivato in doppia cifra. Il problema di falli lo condizionerà nella pancia del match ma poi nelle battute finali, allorquando Cantù pare sul punto di mollare la presa, si dimostra anche freddo e due triple pesantissime consegnano la prima vittoria alla sua squadra. Young Signorino.

HAYES 7+ (8 punti, 10 rimbalzi, 1 assist, 24 di valutazione, 3 stoppate, 1 schiacciata): I centri della Happy Casa si sono presi una serata di assenza non giustificata e lui si sente libero di spaziare nel pitturato come un porcellino in mezzo alle cavie . Non segna tantissimo pur mettendo le mani su tanti rimbalzi che si sono tramutati in diversi secondi possessi di Cantù, da cui sono scaturiti ben 12 punti a differenza dei soli 6 di Brindisi. A conti fatti, coi soli 5 punti di differenza complessivi, si è trattato del fattore decisivo. Preponderante.

PECCHIA 7 (10 punti, 3 rimbalzi, 2 assist, 1 schiacciata): Il praticantato a Treviglio in A2 è servito per affinarne i mezzi tecnici e spera che la stagione 2019/2020 sia se non la definitiva consacrazione un anno di rialzo dell’asticella. Scioglie nei primi minuti di impiego l’emozione del debutto e il suo terzo quarto è pieno di punti e ottimi spunti tecnici nell’aggredire il ferro sfruttando anche la mollezza dei difensori brindisini in quel frangente. AcciPECCHIA.

Andrea Pecchia ha dimostrato subito una interessante personalità (Ph. Matteo Cogliati)

BURNELL 6,5 (6 punti, 2 rimbalzi): Utile sia in fase di possesso che di non possesso, il classico giocatore fastidioso da ritrovarsi come avversario. BURNELL-out.**

COLLINS 6+ (7 punti): Entra quasi a freddo dopo il secondo prematuro fallo di Young, cercando come il compagno spesso la conclusione dalla lunga distanza, non però con le medesime fortune (63% contro un ben più misero 17%). Diffidate delle imitazioni.

CLARK 6+ (8 punti, 8 rimbalzi, 1 assist, 5 falli subiti): La scorsa stagione è stato per un terzo il faro del playmaking brindisino e per i restanti due terzi quasi un oggetto misterioso a causa del serio infortunio alla caviglia, vedendo il campo solo per pochi minuti e neanche in partite consecutive e saltando del tutto la post season, e si vocifera che ciò fosse dovuto a non idilliaci rapporti fra lui e Vitucci per il mancato impegno nel recuperare dal sinistro capitatogli ( e ben si sa come sovente l’informazione dei “si dice”, “si mormora”, sia più attendibile e vicina alla verità di quella di comodo propinata dai media mainstream, che narravano di una guarigione non completa al 100%).A distanza di mesi non è ancora vicino ai tempi migliori, forse per auto-timore di rifarsi male, totalizza un brutto 22% al tiro e perde ben 4 palloni, strappando però la sufficienza sia per la vittoria che per i notevoli 8 palloni recuperati sotto le plance. Il malato immaginario.

LA TORRE 6+ (2 punti): Nulla di eclatante per l’ex Olimpia Milano (ebbene sì), ma da buon capitano entra dalla panchina per dare sicurezza e perché rifiati qualche giocatore oggettivamente più portato tecnicamente di lui. LA TORRE di guardia.***

SIMIONI 6 (2 punti, 4 rimbalzi, 1 assist): Buon rimpiazzo per Hayez, con una maggiore dedizione difensiva. Prova anche più volte la gioia personale negata però da una eccessiva imprecisione al tiro (1/6). Baluardo esuberante.

WILSON 5+ (3 punti, 4 rimbalzi, 3 assist): Cantù ha un roster di giocatori che a malapena hanno superato il quarto di secolo di vita ed è curioso che lui, che invece era già nato quando era su il muro di Berlino, non metta quella esperienza a servizio dei più giovincelli dando vita a una prestazione anonima. Vecchio scarpone.

RODRIGUEZ 5 (1 punto): Insieme con Wilson, è uno dei due canturini a non dare un contributo apprezzabile dalla panchina o in termini realizzativi o di applicazione tattica, restando di fatto spesso avulso dal gioco. Troppi Rodriguez in Italia!

COACH PANCOTTO 6,5: Una boutade, verosimilmente falsa, narra di come quel 15 dicembre 1891 in cui si può dire che James Naismith a Springfield (MA) inventò la pallacanestro, lui fosse già ai bordi del campo a studiare su un rudimentale taccuino un modo per affrontare la difesa a zona. Senza l’esperienza pluriennale di un coach del suo calibro nel dosare gli uomini e nel prendere contromisure all’avversario, forse Cantù sarebbe uscita sconfitta dal Palapentassuglia. Quid.

* da una battuta di Giovanni Storti nello sketch “I gemelli”, tratto dallo spettacolo teatrale “I corti” di Aldo, Giovanni e Giacomo.

** il “burnout” è uno stato di stress dovuto a logorio psicofisico.

*** “La torre di guardia” è la pubblicazione di riferimento per i Testimoni di Geova. Peccato che La Torre sia un’ala, e non una guardia…