Il corpo del "reato"

Il corpo del “reato”

E se fosse stato, per dire, un carciofo? O una cipolla? Fa certamente venire le lacrime (un po’ dal pianto e un po’ dal riso) la multa ricevuta dalla Grissin Bon Reggio Emilia, che dopo la seconda giornata di campionato di Serie A, coincisa con la sorprendente sconfitta interna contro la Vanoli Cremona, si è vista comminare dal Giudice Sportivo una sanzione di 450 euro per “lancio di oggetti contundenti isolato e sporadico, senza colpire”. Cornuta e mazziata, la Reggiana, ma almeno in modo originale: la FIP ha infatti specificato che l’oggetto incriminato, piombato sul parquet mettendo a repentaglio l’incolumità di atleti e (più probabilmente) direttori di gara, è una castagna. Avete letto bene: non un oggetto qualunque, ma una castagna (o forse un marrone?), un frutto di stagione usato come arma impropria, a incarnare il dissenso nei confronti – presumiamo, sempre – dell’operato della terna. Un gesto isolato e sporadico compiuto da un tifoso, la cui identità resta ignota, a cui vorremmo tanto chiedere se c’era premeditazione o se normalmente, d’autunno, va al palasport con una castagna in tasca.

Il PalaBigi di Reggio Emilia

Il PalaBigi di Reggio Emilia

Probabilmente, con il senno di poi, il presidente Landi avrebbe preferito offrire caldarroste a tutti fuori dal palazzo piuttosto che pagare con le casse societarie la castagna più costosa della storia, senza peraltro che nessuno l’abbia “consumata” (sarà stata raccolta come elemento probatorio?). Lungi da noi contestare del Giudice Sportivo FIP per una decisione presa certamente a termini di regolamento (è semmai quest’ultimo a dover essere messo in discussione; oltretutto, il problema è minore se il denaro raccolto viene poi speso per il bene effettivo del movimento), ma ci si permetta quantomeno di rilevare l’esilarante precisione con cui il provvedimento disciplinare è stato descritto nel comunicato diffuso dall’ufficio stampa federale.

Ogni problema, in ogni caso, nasconde un’opportunità. E allora, vista l’accuratezza mostrata dalla FIP nell’identificare l’oggetto volante, perché non approfittarne? Dove sono gli addetti marketing dei club, sempre avidi di nuove trovate pubblicitarie? Invece delle castagne, magari, al PalaBigi potrebbero iniziare a usare grissini come giavellotti, così come a Bologna potrebbero volare mozzarelle e a Caserta penne rigate, possibilmente già cotte. Più difficile, invece, replicare tale strategia commerciale a Cantù, poiché “l’acqua che elimina l’acqua” rischierebbe seriamente di eliminare (fisicamente) anche qualcuno dei protagonisti in campo. Se però la pratica si estenderà a Venezia e Varese, allora, il basket potrebbe dare una grossa mano al premier Matteo Renzi a mantenere la recente promessa di 800 mila nuovi posti di lavoro (qualcuno, tempo fa, ne promise un milione, ma evidentemente anche ai proclami si applica l’austerity). In alternativa, con il patrocinio del comune, si potrebbero iniziare a scaraventare verso il parquet i prodotti tipici della zona, con i più fortunati che potrebbero portarsi a casa una finocchiona o un bel polpo, i più sventurati che potrebbero vedersi catapultare in testa una forma di Parmigiano, un panforte del Natale precedente o un sacco di cozze pelose. Ma forse è già così, e quello di Reggio Emilia era solo l’esperimento pilota portato a termine (con successo) dal comune di Combai.*

* Ci perdonino gli altri comuni che organizzano famose feste delle castagne, ci impegniamo a citarle in eventuali futuri articoli sull’argomento