(Foto di Savino Paolella 2012)

Coach Menetti, reggiano doc, sente particolarmente la sfida con la “grande” Virtus Bologna: riuscirà a portare a casa il “derby della via Emilia”? (Foto di Savino Paolella 2012)

Coach Menetti: “Mi aspetto una grande Virtus, ma noi vogliamo vincere il derby della via Emilia…”

Siamo il Paese dell’Unità, del Risorgimento e dell’impresa dei Mille, di Garibaldi e Cavour: Siamo il Paese della Liberazione alleata e partigiana, della Costituzione e della Repubblica. Siamo il Paese di De Gasperi e Pertini, Moro e Berlinguer. Siamo il Paese della Nazionale azzurra. Siamo la culla dell’Unione Europea.

Ma siamo anche il Paese di guelfi e ghibellini, Peppone e Don Camillo, «Riva o Rivera?», PCI e DC, punk e paninari, «Baggio o Del Piero?», Berlusconi e Prodi, «Monti o non Monti?»: un Paese eternamente schierato, diviso, contrapposto, separato ma allo stesso tempo unito dall’appartenenza all’una o all’altra fazione; un Paese i cui cittadini sono allontanati e allo stesso tempo avvicinati dalle rivalità storiche, dai campanili e dagli scontri – perlopiù folcloristici, ma talvolta aspri e violenti – fra città vicine soltanto sulla cartina geografica, lontane cugine piuttosto che sorelle, alleate pronte a pugnalarsi (metaforicamente) alla schiena pur di avere la meglio sui rivali.

Siamo il Paese dei derby, sportivamente parlando, così la Trenkwalder Reggio Emilia si prepara ad affrontare il suo – l’unico rimastole dall’assenza dell’arci-nemica Fortitudo – ospitando al PalaBigi la Saie3 Virtus Bologna di coach Alex Finelli, domenica sera ore 18.15, nella 8a giornata di Serie A.

Alla vigilia coach Menetti tradisce il sentimento di orgoglio per un confronto tutto emiliano e, soprattutto, la voglia di vincere il suo derby, suo e della «piccola» Reggio verso la «grande» Bologna.

“Non sarà una partita come le altre: è un derby, un derby molto particolare che mi piacerebbe chiamare semplicemente «il derby della via Emilia», dato che siamo rimaste le uniche due squadre della regione. Sarà la sfida tra il basket di Reggio, città di provincia, e la grande Virtus della metropoli Bologna. E, sinceramente, sogniamo di poterci risvegliare lunedì mattina come squadra «regina dell’Emilia»…

Non sarà facile per coach Menetti e i suoi conquistare questo titolo perché si troveranno di fronte una delle squadre meglio attrezzate del campionato. La Virtus di coach Finelli è infatti squadra solida e quadrata come piace al tecnico di casa, ma anche dotata di talento e punti nelle mani dei suoi elementi, una compagine completa e difficile da affrontare, come hanno dimostrato i risultati delle prime tre giornate: due vittorie in trasferta e l’exploit casalingo sulla favoritissima EA7 Milano avevano proiettato la Saie3 in testa alla classifica. Ma l’arrivo corsaro all’Unipol Arena dell’inarrestabile Varese di questo inizio stagione ha fatto smarrire la rotta ai bianconeri, finiti con il perdere anche ad Avellino e, solo domenica scorsa, piegati anche a Caserta. La sconfitta del Palamaggiò, contro una Juve senza americani per le difficoltà finanziarie e con l’acqua alla gola, ha destato le critiche veementi di stampa e tifosi, a dir poco scontenti per una prestazione definita «sconcertante» e «imbarazzante» (Corriere della Sera) o «inguardabile» (Repubblica). Una crisi che, però, non convince coach Menetti, più preoccupato dal valore della Virtus che tranquillizzato dai risultati negativi delle V Nere.

Non credo a questa «crisi-Virtus»: a Caserta ho visto un’atmosfera di unità per salvare la Juve davvero straordinaria, capace di generare una prestazione difensiva che avrebbe messo in difficoltà chiunque, non solo la Virtus. Le tante critiche ricevute non smonteranno la squadra, mi aspetto una grande Virtus.

È una squadra piena di talento, con americani eccezionali, un gruppo di italiani formato da tre assi portanti della Nazionale passata e presente come Poeta, Gigli e Rocca e ottimi giovani”.

Nella città del Tricolore l’attesa per la sfida tutta emiliana di domenica sera è tale che i biglietti sono andati in fumo in soli tre giorni e la carica dell’ambiente è ai massimi livelli.

“Inutile dire che sarebbe servito un palazzo di via Guasco almeno doppio in quanto a capienza per ospitare tutto il pubblico di questa gara… (la grana «nuovo Palasport sì, nuovo Palasport no» è annosa, ormai epocale in città e la PR non perde occasione di manifestare il suo dissenso alle istituzioni locali, NdR). Per ora ci accontentiamo del nostro fortino e sono sicuro che il pubblico sarà in trincea con noi, in prima fila a sostenerci in quella che sarà una vera battaglia. Le motivazioni non mancheranno, veniamo da un buonissimo momento ma la Virtus non ci sottovaluterà.

Le chiavi tecniche? Come al solito impossibile dirlo alla vigilia, si gioca solo in campo e ciò vale ancor di più contro una squadra così forte e completa. Hanno mille armi, talento, esperienza e fisicità; possono far male con penetrazioni e pick-and-roll, tanto correndo in transizione quanto con la difesa aggressiva, e concentrandosi su una sola offensiva saremmo colpiti dalle altre. Sarà una partita a 360°, in cui l’intensità la farà da padrone”.

Dalla parte dei biancorossi, però, una striscia vincente giunta a quota 4, un poker di successi che, dopo la prova strepitosa di Montegranaro da 22 punti (8/16 al tiro), 7 rimbalzi e 9 assist per 31 di valutazione e una leadership incalcolabile, porta sempre di più la firma di un nuovo e migliore Donell Taylor.

Donell ha giocato da vero leader domenica, ha segnato tanto all’inizio poi si è messo al servizio della squadra come dimostrano i 9 assist: è quest’ultimo aspetto il lato potenzialmente decisivo del suo gioco e del suo campionato, fare ciò che è utile alla squadra non significa sempre e solo fare canestro.

Come ha superato l’avvio difficile? È più semplice di quanto si pensi: cambiano i momenti della stagione, ti sblocchi e trovi la fiducia dei compagni e dell’ambiente. Noi tutti cercavamo punti di riferimento e lui è stato bravo a non mollare, continuando a lavorare fino al momento giusto per dare il meglio di sè”.

Il momento giusto sembra arrivato anche per Mladen Jeremić, protagonista vincente nel finale di Montegranaro e apparso finalmente liberato dai fantasmi che lo assillavano in fase realizzativa, inducendolo ad esitare anziché prendere buoni tiri e fare canestro come sua abitudine.

Mladen non ha mai smesso di lavorare al massimo e domenica ha fatto ciò che lui per primo si aspetta da sé stesso: ha preso in mano la squadra nel finale con i suoi tiri e la sua convinzione, non a caso nel momento in cui Taylor si dedicava a passare il pallone anziché segnare. Ciò dimostra che siamo davvero la «cooperativa della pallacanestro», tanto che più contenti di Mladen per la sua ottima partita sono stati i suoi compagni, felici per un ragazzo che si fa ben volere e può dare tanto alla squadra”.

Siamo il Paese dei campanili, è vero.

Ma siamo anche il Paese del “qualsiasi cosa fai, tranquillo siam qui noi”…