Davide Pascolo e Bruno Cerella, sicuramente due protagonisti del match (foto Savino Paolella 2016)

Davide Pascolo e Bruno Cerella, sicuramente due protagonisti del match (foto Savino Paolella 2016)

ASSAGO – Non c’è due senza tre? In questo caso l’eccezione è stata fatta. Dopo la partita contro Sassari e la prima in casa in Eurocup, contro l’Aris di Salonicco, era lecito aspettarsi una gara a senso unico, col rischio di deludere ulteriormente le premesse, ancora una volta di alto livello.
Ma stavolta, per fortuna, il pubblico del Mediolanum Forum e i telespettatori hanno assistito ad una grande partita, giocata con intensità per 40 minuti senza risparmiarsi e prendendosi dei rischi. Una squadra con un organico superiore, anche se ridimensionato dagli infortuni (compreso quello di Gentile a partita in corso), contro una squadra dotata di un roster funzionale e allenata incredibilmente bene da quello che, probabilmente, è l’allenatore che gode di maggior stima nel panorama italiano. Buscaglia ha dimostrato, da un anno e mezzo a questa parte, durante la partita contro Milano e in conferenza stampa, di essere un head coach dotato di competenze e letture che pochi altri possono vantare. Perfetta la sua analisi a fine gara, quasi perfetta la difesa proposta la maggior parte delle volte, esaltando ancora di più la grande capacità mostrata dall’Olimpia nell’andare a canestro in diversi modi.

La partita tra Milano e Trento è stata, a tutti gli effetti, uno dei migliori spot che la controversa situazione della nostra pallacanestro potesse mostrare in questo momento. È stata anche la miglior risposta che potesse contrapporsi alle questioni che affliggono il nostro basket nelle ultime settimane, nelle quali sta sempre più prendendo il sopravvento la diatriba tra chi sostiene che quanto fatto dalla Mens Sana, ormai diversi anni fa, debba essere revocato e chi invece preferisce distinguere le tematiche. Il match tra queste due squadre ha dimostrato che la LegaBasket può ancora sperare in una ripresa e in una crescita che possa fare davvero bene a tutto il movimento, dai settori giovanili fino alle competizioni europee e alla nazionale azzurra.

Maurizio Buscaglia, qui in conferenza stampa nel post-partita

Maurizio Buscaglia, qui in conferenza stampa nel post-partita

Un bell’equilibrio durante tutta la partita, break limitati e reazioni da grandi squadre. Un mix eccezionale che ha dato vita ad un incontro in grado di offrire spunti più che interessanti ma che, senza dubbio, non ha deluso le aspettative per due squadre in grado di arrivare in fondo a questo campionato da vere e proprie protagoniste. Due giocatori che hanno elevato il concetto di dominio all’ennesima potenza, anche se in modi diversi. La grande prepotenza fisica di Julian Wright contro la gestione della gara di Milan Macvan: uno degli scontri più belli visti dall’inizio della stagione, se non il più bello in assoluto. 30 punti per la tredicesima scelta assoluta nel draft NBA del 2007, contro i 24 punti dell’ala serba, perfetto binomio di tecnica e intelligenza di stampo europeo. Una goduria per gli occhi, due punti di riferimento quando la palla scottava. Milano partiva senza Stanko Barac sotto canestro e, a partita in corso, perdeva anche Alessandro Gentile per uno stiramento di cui andrà verificata l’entità. La reazione ha il cuore croato: Repesa dalla panchina, Simon con 3 bombe che regalano una dose notevole di ossigeno all’Olimpia.

Milan Macvan ai tiri liberi, migliore in campo per Milano contro Trento (foto Savino Paolella 2016)

Milan Macvan ai tiri liberi, migliore in campo per Milano contro Trento (foto Savino Paolella 2016)

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è efficace. La perfetta sintesi della supremazia del duo Wright-Pascolo. Due giocatori non impeccabili dal punto di vista stilistico, ma impressionanti per come si dimostrano duttili in campo, mettendo in estrema difficoltà qualsiasi tipo di difesa e forzando gli attacchi avversari a prendersi conclusioni tutt’altro che comode.
Se ci soffermassimo solo a quest’analisi sbaglieremmo in pieno. Di vitale importanza sono stati tanti elementi, con cui più giocatori hanno contribuito a rendere questo scontro incerto fino ad un minuto dalla sua conclusione. Fondamentale la vena realizzativa di Simon, come la continuità a cui Lafayette sta abituando gli addetti ai lavori. Grande cuore di Cerella, come sempre, misto a giocate indispensabili per spezzare il ritmo di Trento, così come lo è stato l’impatto sorprendente di Daniele Magro.
Per coach Buscaglia, la grande solidità di Jamarr Sanders e l’apporto dell’accoppiata Lockett-Sutton si sono dimostrate importanti, visto e considerato l’entità dell’avversario che si sono trovati davanti.
Due squadre che potrebbero ipoteticamente già scontrarsi in finale durante la Final Eight, come se si trattasse di un antipasto di quelli che potranno essere i playoff, tra qualche mese. E, se proprio dobbiamo parlare di due squadre che possono centrare l’obiettivo, senza tralasciare Reggio Emilia, è giusto pensare a Milano e Trento come le principali indiziate.