Vuelle Pesaro – Betaland Capo d’Orlando 84-81 (18-11; 31-45; 55-62; 70-70; 84-81)

Pesaro – Era la partita della stagione. Un solo risultato possibile: vincere. E la Vuelle ha sofferto, pagato la pressione sulle spalle, giocato momenti di pallacanestro non entusiasmanti…ma ha vinto. Riaprendo i giochi per la lotta salvezza e mostrandosi poi viva che mai, dopo aver rischiato di sprofondare. Che non sarebbe stata una partita semplice lo si sapeva, anche perché Capo d’Orlando non ha mai mollato un secondo e mai ceduto di un centimetro, mettendo in difficoltà i padroni di casa soprattutto nel primo tempo: i ragazzi di Leka hanno mostrato tante disattenzioni difensive, subendo 45 punti nonostante un avvio positivo, senza trovare mai un antidoto alla qualità offensiva di Maynor e compagni. Solo nei successivi 20 minuti, i ragazzi di Leka hanno messo in campo la rabbia e la tensione nervosa che ci si aspetta per una gara di tale portata, aggredendo nel terzo periodo, riacciuffando gli avversari nel quarto e chiudendo definitivamente la gara con una compattezza e un entusiasmo encomiabili all’overtime.
Una vittoria di cuore e attributi, oltre le difficoltà, brutta, sporca, ma dall’immenso valore, nonostante l’obiettivo di ribaltare la differenza canestri non sia stato raggiunto .

Cronaca – Il peso di una partita che vale tantissimo si avverte dai primi minuti: Capo costruisce e segna con facilità, Pesaro risponde guidata da Bertone, nonostante l’inizio appesantito e teso. Con il passare dei minuti la gara prende ritmo e i padroni di casa riescono a scrollarsi di dosso l’iniziale tensione: 8-0 di parziale fulmineo per una Pesaro che sembra pronta a prendersi la partita. È però un fuoco di paglia, perché l’Upea soffre, risponde prontamente grazie ai tiri liberi e qualche rubata in contropiede e chiude il primo periodo a contatto (18-16). La reazione di sostanza dei ragazzi di Di Carlo, intravista nei primi dieci minuti, continua nel secondo periodo, dove l’Orlandina colleziona un 15-2 di parziale con troppa facilità. Pesaro è troppo disattenta e morbida in difesa e non riesce nemmeno con la zona 2-3 ad arginare la compattezza e la fisicità avversaria. Faust e compagni sono una macchina da guerra, costruiscono, finalizzano, arrivano al ferro e si scatenano in contropiede; all’intervallo il punteggio è impietoso ma è la fotografia perfetta della differenza di atteggiamento vista in campo: 31-45.

Al rientro in campo è di nuovo battaglia: Clarke si sveglia (5 in fila) e Moore si scatena con la sua velocità in campo aperto guadagnandosi tiri liberi. L’attacco pesarese ritrova ossigeno e fosforo; la reazione arriva e la Vuelle per la prima volta riesce a produrre gioco e a segnare canestri facili. Se il lato offensivo è sufficiente, la difesa  biancorossa rimane un colabrodo in troppe occasioni, permettendo a Stojanovic e Likhodey di segnare con troppa facilità e di reggere l’urto, nonostante Pesaro cerchi di riavvicinarsi prepotentemente (55-62). Gli ultimi dieci minuti sono quelli decisivi e Pesaro ha un altra faccia, quella giusta, che va oltre i limiti mostrati fino a questo momento. Clarke si accende, la difesa sale di tono e il pubblico si stringe intorno alla squadra: parziale di 7-0 e a 6 minuti dalla fine Pesaro è di nuovo a contatto (63-64). Gli ultimi quattro minuti sono di fuoco, i contatti duri, il pubblico in delirio, l’intensità selvaggia, anche perché nessuna delle due squadre ha la minima intenzione di mollare. Ad un minuto dalla fine il punteggio dice 68-68. Stojanovic segna, subisce fallo ma sbaglia il libero. Moore parte in contropiede, subisce fallo, fa 1/2 ma Mika recupera il rimbalzo e torna in lunetta per l’ennesimo 1/2. Maynor ha il tiro della vittoria ma lo sbaglia. E’ overtime (70-70).

Gli ultimi cinque minuti sono la fotocopia dell’ultimo periodo; nessuna delle due squadre vuole mollare, la stanchezza si fa sentire. I biancorossi però hanno qualcosa in più: l’inerzia è dalla loro, la palla vola più leggera, il pubblico è tutto dalla loro parte. La difesa pesarese non molla, Capo d’orlando lascia qualcosa dalla lunetta e appare in difficoltà; nel finale emerge Moore, che con un canestro da fuori e un contropiede sigilla il più quattro. L’ultimo sussulto avversario è la tripla di Atsur, ma Pesaro l’azione successiva è pronta a portare la palla nella propria metà campo. Finisce 84-81.

Tabellini

Pesaro: 21/46 da due; 9 /28 da tre; tl:15/27; Moore 17, Bertone 15, Omogbo 15;
Rimbalzi 47 (Mika 17) Assist 13 (Ceron 4)

Capo d’Orlando: 21/40 da due; 9/27 da tre; 12/22 tl; Stojanovic 20, Likhodey 19, Faust 10; Rimbalzi 46 (Wojchiekowski 12); Assist 16 (Maynor 3)