HAPPY CASA BRINDISI 64- ACQUA SAN BERNARDO 69 (20-19/31-36/51-59)

Ricomincia il campionato di lega A e ai blocchi di partenza si ritrovano una Brindisi che, contrariamente a quanto accaduto nelle stagioni passate , ha nel suo roster tanti giocatori già noti al coach quali capitan Banks, Brown, Zanelli e Iannuzzi e porta con se la soddisfazione mista  a un non so che di amaro del terzo posto alla Supercoppa giocatasi al poco distante Palaflorio di Bari, e una Cantù con tanti giovani di belle speranze capeggiati da un “dinosauro” della nostra pallacanestro come Cesare Pancotto.

La partita inizia con un imbarazzante ritardo di venti minuti per problemi al cronometro, uno spettacolo indegno per la massima serie, che avvantaggia una Cantù più fresca all’anagrafe la quale entra poi subito nel match rispetto alla più “attempata” Brindisi. Il più in forma canturino è Young che subito con un repertorio di triple e transizioni ( ma anche tiri sbagliati di tanto, c’è da rimarcarlo) scava un solco di 7 punti (3-10), ampliato ulteriormente fino al 6-15, con più di 2/3 di punti da lui segnati. La sveglia per Brindisi suona solo quando lo stesso Young, nel difendere su Banks, commette dopo 6 minuti il suo secondo fallo ed è costretto a una panca forzata rendendo Cantù orfana del suo faro offensivo portandola a perdersi e a non trovare più il canestro con costanza anche per merito di una maggiore attenzione difensiva della compagine pugliese, che con una paziente opera di rosicchiamento di punti riesce persino, con una tripla di Gaspardo, a portarsi col naso davanti al primo intervallo (20-19).

Nel secondo quarto l’obiettivo di coach Vitucci era di addormentare il ritmo alto della prima frazione facendo ruotare la panchina e concedendo minuti di riposo al quintetto iniziale, consentendo inoltre ai subentranti minuti importanti come quelli concessi nella vittoria della finalina della Supercoppa contro Cremona, ma stavolta i risultati non sono incoraggianti: i vari Ikangi, Gaspardo e Iannuzzi vanno a intermittenza e non sono performanti come coloro che entrano dalla panchina lombarda, capaci tutti di portare un sostanzioso mattoncino. Fatto sta che alla pausa lunga il punteggio è 31-36, ineccepibile.

La musica non cambia tendenzialmente nel terzo quarto: Brindisi più volte prova a rifarsi sotto cercando in Martin un uomo capace di raddrizzare l’aere ma quando è lì lì c’è sempre qualcuno di Cantù che la ricaccia indietro! Ottimo quarto di Pecchia capace di essere il secondo canturino a raggiungere la doppia cifra , buon apporto di preziosi punti per Burnell, Hayez, Latorre e Clark e zitta zitta Cantù è sul più 8 alla penultima sirena (51-59).

Lo svantaggio per Brindisi raggiunge per la prima volta la doppia cifra con un canestro di Burnell, quando è una tripla del fino ad allora non visto Campogrande a suonare la carica brindisina che la porterà prima al 57-61 con i punti di Zanelli e Martin prima della mazzata psicologica della tripla inventata da Young (57-64) dal nulla, da cui Brindisi come un pertinace pugile che non vuole soccombere ai preponderanti colpi avverarsi si rialza pervenendo persino al pareggio sul 64 pari con una azione da tre punti di Brown. Se però l’inerzia pareva brindisina, l’ennesima giocata da 3 di Young a meno di cento secondi dal termine è dura da mandare giù e Brindisi non segnerà più, e Il 2/2 di Clark serve solo per le statistiche future.

Nel complesso, Vitucci ha sopravvalutato forse la solidità della panchina dopo la bella prestazione contro Cremona mentre un buon 60% del merito della vittoria di Cantù è proprio di Pancotto, abile a chiamare i time out al momento giusto, specie nell’ultimo quarto quando Brindisi davvero pareva potesse prendere il sopravvento.

Conferenze stampa

Coach Pancotto

Coach Vitucci