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Drake Diener (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Drake Diener (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Drake Diener (Banco di Sardegna Sassari): nel giorno della sua premiazione come MVP del campionato ManDrake tira fuori l’ennesima chicca dal cilindro. Dopo una gara 1 in cui è rimasto imbrigliato nella difesa brindisina la guardia del Wisconsin si scatena in gara due con un primo quarto stellare. Sette (!) le bombe messe a segno dai 6,75, anche se qualcuna arrivava direttamente dal giardino di casa sua, che hanno permesso a Sassari di creare un gap che l’Enel non riuscirà più a colmare, capitolando con oltre venti punti di scarto, e definendo l’andamento della serie presto chiusa in Puglia con un secco 3-0 degli isolani. Ciò che fa di Drake Diener l’MVP del campionato non è solo il suo talento, ma la costanza e la continuità che questo personaggio straordinario, affetto peraltro da una patologia cronica, porta in campo ogni anno: un esempio per tutto il mondo del basket italiano.

Tomas Ress (foto Alessia Bruchi 2013)

Tomas Ress (foto Alessia Bruchi 2013)

Montepaschi Siena: la città del Palio non molla mai. Sull’orlo del burrone Siena riesce a trovare dentro di sé le risorse per resistere alle spallate di Reggio Emilia e per conquistare l’ottava semifinale scudetto consecutiva. L’animo mai domo della Montepaschi è perfettamente rappresentato da Thomas Ress. Nella decisiva gara 5 il capitano mensanino ha realizzato 13 punti e rifilato 3 stoppate. Coach Crespi sta riuscendo ad isolare la squadra dalle voci sui gravissimi problemi societari di Siena. Haynes è sempre di più il leader della squadra e ha disputato dei quarti di finale strepitosi. In semifinale l’avversario sarà l’Acea Roma. La riedizione della passata finale scudetto sta per andare in onda.

Quinton Hosley (foto Alessio Brandolini 2014)

Quinton Hosley (foto Alessio Brandolini 2014)

Acea Roma: la VIrtus Roma aveva lasciato qualche dubbio di troppo durante il finale di Regular Season. Un paio di infortuni di troppo, la perdita di quella sicurezza e chimica di squadra che aveva caratterizzato l’inizio della stagione giallorossa, tutto questo, insieme all’accoppiamento “sfortunato” contro Cantù, aveva dato l’assist alla stampa romana per preannunciare una catastrofe che secondo alcuni avrebbe lasciato segni indelebili sulla società. Invece, la Virtus Roma ha spazzato via la Pallacanestro Cantù con un 3-0 che lascia pochi dubbi. Quinton Hosley, entrato in modalità playoffs e trasformatosi in una macchina da guerra, Trevor Mbakwe, un carro armato sotto canestro, e un Phil Goss di nuovo padrone della squadra e del PalaTiziano, hanno trascinato Roma al turno successivo, zittendo quelle voci che avevano espresso il loro giudizio troppo presto. Dalmonte è molto soddisfatto di aver ritrovato quella squadra operaia e “cattiva” che tanto aveva amato a inizio stagione. Adesso, la Virtus incontra Siena e per l’occasione, giocherà le partite interne al PalaLottamatica.

(Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

(Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

Giorgio Tesi Group Pistoia: doveva essere la vittima sacrificale dei playoff ed invece la squadra di Paolo Moretti è riuscita a mettere in grande difficoltà la strafavorita Milano. Pistoia ha battuto per due volte l’Olimpia tra le mura amiche e la contesa si è conclusa solamente in un epica gara 5 che ha mostrato tutto l’orgoglio e il cuore della Giorgio Tesi Group. L’ultima partita stagionale di Pistoia è coincisa con l’ultima gara della carriera di Galanda. L’ex ala della Nazionale, dopo 18 stagioni e 680 presenze in SerieA, dice basta. Galanda, non è stato solamente un grandissimo giocatore, ma anche una icona del nostro basket. Grazie di tutto Gek.

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Pietro Aradori (Foto R.Caruso 2014)

Pietro Aradori (Foto R.Caruso 2014)

Acqua Vitasnella Cantù: Sacripanti da atto alla Virtus Roma di aver giocato una serie perfetta. La determinazione è stata una delle chiavi della vittoria romana. Una caratteristica che è sicuramente mancata alla Pallacanestro Cantù che ha permesso ai giallo-rossi di dominare al Pianella. Oltre agli ovvi meriti romanisti, ci sono stati anche degli evidenti problemi tecnici. Sotto canestro, Cusin non è mai stato in grado di arginare lo strapotere di Trevor Mbakwe, che ha potuto fare il bello e il cattivo tempo in attacco e in difesa. Maarten Leunen, una delle chiavi di una squadre che ha bisogno del Q.I. cestistico di questo giocatore per poter giocare al meglio, non è mai stato in grado di portare un apporto sostanziale alla squadra di Pino Sacripanti. Ragland è andato fuori giri. Dominando solo alcuni minuti delle tre partite della serie, Joe Ragland ha sofferto Phil Goss e Josh Mayo. Unica nota positiva della serie Pietro Aradori che ci ha provato in tutti i modi. Anche se bisogna dire che qualche sbuffata di troppo verso i compagni è stata avvistata sul volto del portacolori azzurro. L’estate in arrivo ci dirà se Gara 3 è stata l’unica partita in maglia canturina di Pietro Aradori. Quel che è certo, è che Cantù ripartirà da Sacripanti e dalla Cremascoli.

Alessandro Gentile (Foto: Alessia Doniselli)

Alessandro Gentile (Foto: Alessia Doniselli)

La squalifica di Alessandro Gentile: capitano mio capitano… ma che combini? L’età anagrafica non è solo una cifra scritta sulla carta d’identità e Gentile a volte dimostra di valerli tutti i suoi 22 anni. Il tentativo di colpire Deron Washington, mentre entrambi cadono dopo un contatto, gli è valso una sacrosanta espulsione e la squalifica per la decisiva gara 5, nell’impossibilità di una commutazione pecuniaria dopo il precedente della prima di campionato. Età o non età, Gentile è stato investito di un ruolo importante in una squadra importante: perdere la trebisonda in una gara di playoff non appare il modo migliore per onorare i suoi gradi di capitano e la fiducia di società e compagni. Radio Malalingua dice che l’Ea7 giochi meglio senza il figlio di Nando in campo, perché meno esposta agli alti e bassi (anche tecnici) del suo temperamento: Gentile ha davanti un’intera semifinale playoff per caricarsi la squadra sulle spalle e zittire tutti.

Dyson foto di V.Massagli

Enel Brindisi: le lacrime e la commozione di coach Piero Bucchi in sala stampa sono la sintesi perfetta dell’amaro epilogo della stagione dell’Enel: dopo un girone di andata impeccabile, coronato con la conquista del titolo di “Campioni d’inverno” , la compagine pugliese ha patito un brusco calo a partire dal brutto infortunio di Bulleri in poi. Nonostante la sconfitta nell’ultima di campionato contro Vanuzzo e soci proprio nel fortino sardo, i ragazzi di Bucchi si sono presentati in Gara1 determinati e grintosi, riuscendo a stare davanti per tutta la partita. A poco meno di cinque minuti dalla sirena finale però la Dinamo ha trovato, chissà in quale antro nascosto, le forze per reagire e chiudere la partita vincendo di soli due punti, dopo un disastroso 0/3 di James dalla linea di carità a pochi secondi dalla fine. Da questo momento in poi la Brindisi che è scesa in campo non ci ha mai creduto fino in fondo e -nonostante una combattuta gara3- ha chiuso la serie senza neanche una vittoria. Tanto il rammarico dello staff biancoazzurro, che per la prima volta nella sua storia aveva centrato i playoff nella massima serie.

(Federico Bobbio, Marco Bogoni, Fabio Gandini, Valentina Sanna)