Tifosi croati

Costretto a vivere la seconda parte di questo Eurobasket 2013 da spettatore  a causa delle rivedibili politiche di accredito di FIBA Europe, ho avuto però la possibilità di raccontare questa esperienza da un diverso punto di vista, fatto di code ai botteghini, bandiere, tifo e folklore.

L’inizio non è stato dei più promettenti, infatti circa  45 minuti prima di Italia-Croazia i botteghini della Stozice Arena erano al collasso, invasi dalle migliaia di croati saliti a Lubiana  per l’incontro. Scene di ordinaria follia , con code disordinate, spintoni, urla e i poveri addetti alla consegna dei biglietti al pick up point costretti a mantenere un forzato sorriso di facciata. L’ingente afflusso di tifosi dalla Croazia (solo 140 km da Zagabria), che avevano acquistato i voucher da convertire in biglietti presso le stazioni di servizio della Petrol ha messo a nudo alcune difficoltà dell’organizzazione, trovatasi totalmente impreparata nel gestire l’emergenza. Dopo quasi un’ora di coda e aver perso buona parte del primo tempo riesco finalmente a ritirare i biglietti e ad entrare nell’arena. Scene fantozziane durante l’attesa, con il diffondersi di voci per cui l’Italia fosse avanti di 20 punti, con canestro da 3 di Magro.

All’interno dell’arena colpo d’occhio è incredibile, almeno 5-6000 croati hanno riempito gli spalti, in particolare  il secondo anello dove mi trovo seduto è una muraglia biancorossa rumorosa, eterogena e festante. Sono circondato da un pubblico molto variegato: famiglie con bambini, giovani e un paio di personaggi probabilmente raccolti in uno dei peggiori bar di Slavonski Brod.  Uno di questi ad una protesta contro l’arbitro di uno dei 5 Italiani presenti nel nostro settore contro una decisione arbitrale si gira ed esclama: “ Italia, Schettino, “ mimando il gesto del silenzio. Prendo quindi coscienza che siamo riusciti a fornire un altro utile oggetto di scherno nello scacchiere internazionale. La Croazia nel corso dell’incontro prende il largo trascinata dal suo pubblico, in un clima fenomenale che questo video spiega alla perfezione:

httpv://www.youtube.com/watch?v=UDklgvSYBuA

Alla sirena le migliaia di tifosi croati decantano verso i bar della zona e la fan zone, consumando quantità indicibili di alcool per celebrare la vittoria e il passaggio ai quarti di finale. Questo ha portato alcuni fans ad esagerare un tantino con l’entusiasmo, come dimostrato dalla foto seguente:

Braves

in tre a “scherzare” diverse migliaia di tifosi sloveni, fortunatamente più interessati ai propri cevapcici e concentrati sulla sfida seguente alla Grecia.

Proprio la sfida tra i padroni di casa della Slovenia e la Grecia ha regalato uno spettacolo incredibile sugli spalti, con una marea verde di 12.000 persone a cantare all’unisono l’inno nazionale:

httpv://www.youtube.com/watch?v=4cYYq4xhGlU

Il pubblico sloveno non è famoso per il suo fervore nazionalistico, più vicino alla concezione mitteleuropea, ma certo l’orgoglio e l’appartenenza di tifare per un movimento cestistico con una solida tradizione come quello dello stato più verde dei balcani trasparivano dal grido “Dejmo slovenci” che partiva regolarmente dal pubblico mano a mano che Dragic a soci prendevano le redini dell’incontro:

httpv://www.youtube.com/watch?v=chrESVgVc5M

La vittoria finale ai danni della Grecia è stata poi festeggiata con il più classico dei cliché, con tutto il pubblico a cantare la versione Slovena di: “chi non salta sloveno non è”:

httpv://www.youtube.com/watch?v=KUKqf7X8frA

Lubiana si è trasformata così in una città in festa, invasa da bandiere slovene e tifosi ebbri di gioia, con addirittura qualche clacson a suonare in pieno stile italiano dopo le vittorie della nostra nazionale di calcio. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere in caso di vittoria dei verdi in questo Eurobasket, eventualità tra l’altro non del tutto da escludere. Quel che è certo è che noi saremo li per raccontarvelo, anche in prima linea.