Enrico Letta, Presidente del Consiglio

Enrico Letta, Presidente del Consiglio

 

C’è la politica, c’è la fantapolitica e c’è la fantasia nelle uscite politiche.
Si tratta di episodi  frequenti volti a spaccare l’opinione pubblica sull’andamento delle cose e che più spesso meriterebbero una visione più ampia delle parole elettorali.

Uno di questi episodi è proprio la dichiarazione di ieri del nostro presidente del consiglio Enrico Letta, che tocca indirettamente anche il nostro mondo sportivo: “L’Italia può candidarsi alle Olimpiadi 2024” (Cliccare qui per la fonte).

Non fraintendeteci: una Olimpiade sarebbe un evento meraviglioso per la nostra nazione ma, prima di lasciarsi prendere da entusiasmi intercontinentali, intendiamo proporre una serie di questioni molto immediate che dovrebbero (o avrebbero dovuto?) far ripensare a questo progetto:

Soldi
E’ quello che – purtroppo – fa girare tutto: al di là di quanta ripresa si possa vivere in Europa, in Italia le aziende chiudono ancora e le famiglie arrancano ancora.
Le priorità sembrano altre e le risorse poche: con le istituzioni in ginocchio chi potrebbe investire? Al di là di sponsor o svariati benefattori esteri, facciamo attenzione a quella cosa che si chiama Mafia e a quella cosa che sembra piacerci un po’ troppo che si chiama tangente.

E’ chiaro che in alternativa saremmo sempre noi cittadini a finanziare il periodo di libidine, con una tassa qui e un aumento del costo dei trasporti lì: Atene2004 e la Confederations Cup in Brasile ci insegnano, e il passivo non sarebbe nemmeno ancora colmato.

Strutture
Vista la mancanza di risorse e lasciando perdere un campionato di calcio con gli stadi più vecchi di Europa (ad eccezione dello Juventus Stadium e pochi altri), guardiamo alla situazione di quanto già c’è nelle due più grandi città italiane, Milano e Roma.

A Milano non ci sono strutture in grado di ospitare eventi internazionali di tale rilievo: un anno fa il Forum non ha soddisfatto la NBA dopo la venuta dei Celtics (Stern disse “L’Italia non è ancora pronta”), il Palalido è stato raso al suolo (il cantiere della sua ricostruzione è fermo da anni) e, se proprio vogliamo aggiungere tutto, i lavori della 4° e 5° linea di metropolitana hanno subito ritardi di anni (nel secondo caso)
e addirittura assegnazioni recenti (nel primo).
C’è anche lo stadio Meazza che però ha il suo tempo, e già da parecchio gli interventi sulle sue torri e le travi sono oggetto di discussioni.

A Roma si può tranquillamente capire il prestigio delle cose dalle dinamiche del campionato di basket: la capitale ha visto le finali scudetto giocate in un palazzetto da appena 3500 posti, con le tecnologie non sempre funzionanti. D’accordo che c’è il PalaLottomatica (ed è una goccia nell’Oceano), ma vogliamo parlare dei lavori per i mondiali di nuoto del 2009 (o addirittura di Italia90) i cui cantieri sono ancora divorati dalle sterpaglie?

Conseguenze
Appunto, parliamone. Non abbiamo di certo bisogno di sprechi edilizi, e opere come “la Città dello Sport” di Santiago Calatrava ne sono un esempio: nel 2007 iniziarono i lavori di questo complesso sportivo polifunzionale e mai più finirono, con un costo di 60 Milioni di Euro (e oneri di recupero stimati nel 2011 per 660 Milioni!) e i mondiali di nuoto svoltisi in extremis nel complesso delle piscine del Foro Italico
(con altri 45 milioni per la ristrutturazione repentina di quest’ultimo, si intende).

Al di là delle costruzioni pensiamo un attimo all’economia, e vediamo come è andata agli altri negli ultimi tempi: se all’Australia è andata benone (Sydney 2000 ha iniziato uno sviluppo considerevole) perché un paese lontano da tutti si è fatto scoprire, in Grecia non si può dire che sia andata così bene per la crisi mostruosa sulla quale anche i costi olimpici stanno influendo.
Con Pechino 2008 la Cina doveva aprirsi al mondo e invece ha represso le dissidenze più del solito, ma questo è un discorso di altro tipo con il quale si spera di non avere mai a che fare.

Eredità
L’ultima considerazione da fare è la seguente: dopo la bagarre, quando si userebbero gli imponenti edifici che rimarrebbero? Per i concerti e gli eventi le strutture non mancano alle nostre città, e i club di qualsiasi sport non sarebbero disposti a sborsare affitti spaventosi per impianti più grossi dei loro prestigi. Dunque altri milioni per abbattere o ridurre?

Magari ci sbagliamo, ma crediamo che per fare grandi passi servano gambe lunghe, e in questo momento le nostre sono molto corte, proprio come quelle delle bugie.