_DSC4490

Pianigiani si è perentoriamente aggiudicato ancora una volta il derby degli allenatori italiani con Trinchieri (foto: A. Bignami 2013).

ITALIA

Aradori 7 Pianigiani disegna per lui traiettorie che lo liberano spesso in angolo, ma non è la serata delle penetrazioni. Ad inizio 4° quarto 2 liberi e una tripla consecutivi rintuzzano il rientro greco e ci tengono davanti per un’incollatura.

Gentile 7 1/2 a parte un paio di forzature, in cui l’improvvisazione si trasforma in approssimazione, l’ennesimo episodio in cui il dubbio che nemmeno lui conosca i limiti del suo talento vira verso la certezza. Sbriciola il perimetro esterno della difesa in penetrazione e schiaccia un paio di chiodi nella bara dei greci.

Rosselli s.v.

Vitali s.v.

Poeta 6 Pianigiani gli chiede 9 minuti in cui fatica a sintonizzarsi con la radiazione di fondo della partita. Non demerita, ma non incide.

Melli 5 1/2 Dopo averne visto nel girone l’istinto in difesa e la versatilità in attacco, che lo rendono unico per potenziale, non si può essere troppo indulgenti con lui in una prova in cui non tenta nulla in attacco e costringe Pianigiani ad una sostituzione con reprimenda, suggellata da un buffetto.

Belinelli 8  MVP oltre ai numeri si capisce subito che è uno di quelli più convinti di poter fare l’impresa dalla difesa appiccicosa su un cliente come Zisis. Si fa perdonare un paio di scelte avulse dal contesto ad inizio gara con canestri la cui fattura si può trovare solo sotto il logo con Jerry West.

Diener s.v.

Cusin 7 come negli ultimi 2 minuti di partita spesso durante la gara è totalmente al servizio dei compagni in attacco e per 33 minuti riesce a dissuadere o a contrastare le iniziative greche vicino a canestro. Soffre Bourousis, ma per fortuna per poco. Felicemente contenutosi nei falli, riesce ad essere una presenza fino alla fine.

Datome 8 stesso voto del compagno di Central Division per una prestazione eccellente ed emotivamente imperturbabile come è nelle corde della persona, in cui ha messo per lunghi tratti esclusivamente canestri della sostanza cestistica più rara.

Magro s.v.

Cinciarini 7 1/2 In questa Italia non si sente un comprimario e parte con l’abbrivio di chi ha un conto aperto da regolare. Nei primi due quarti lo salda con l’intraprendenza delle incursioni nel cuore dell’area greca sul pick-and-roll e condendo il solito esprit de geometrie con piglio autorevole.

Pianigiani 9: forse anche Pianigiani, come il Tenente Montini di “Mediterraneo” sapendo quanto potesse essere vera la frase “Ελλάδα είναι ο τάφος του ιταλικού” (Ellas einai o tafos ton italon, la Grecia è la tomba degli italiani), nicchiava sulla traduzione per i suoi uomini poiché temeva che in essa il loro cor si potesse spauarare. Il coach azzurro, invece, ha saputo, e questo crediamo sia il suo più grande merito, trasformare un problema in una risorsa, sia con sagacia tattica, sia infondendo nei suoi giocatori quella convinzione che si è sbarazzata dell’italico piagnisteo e ha permesso alla squadra di divenire tanto atipica, quanto imprevedibile. In difesa ha chiesto raddoppi sul post per invitare a far ricominciare la Grecia dall’esterno mediano dell’attacco, accorciando i recuperi sui ribaltamenti, ed in attacco ha lasciato grande libertà di perseguire ciò che più funzionava, senza rigidità: il fato benigno ha voluto che fosse il tiro degli esterni. Alchimista.

 

GRECIA

Sloukas 5 voto punitivo soprattutto per la sanguinosa palla persa (passi) a due minuti dalla fine, che ridà palla all’Italia per il +6.

Bourousis 7 L’Italia non ha semplicemente l’attrezzo per smontarlo quando attacca, ma riesce a evidenziarne tutti i limiti in difesa. Trinchieri, forse, lo aveva pensato tra i non protagonisti e non ha voluto cambiare la sceneggiatura in corsa.

Zisis 7 1/2 una prima parte della gara in cui la sua mano sul gioco quasi non si vede, tanto tutto gira banausicamente per il meglio. per gli ellenici Nel solo quarto quarto mette 15 punti ed è lui che spaventa l’Italia riportando i suoi sul 70 pari a 5′ dalla fine, ma tanta iniziativa tradisce lo smarrimento dell’attacco greco e l’inarrestabile inerzia azzurra.

Spanoulis s.v

Perperoglou 7 se c’è un’icona del nitore del gioco greco è proprio lui: scelte ineccepibili che trattengono nella prima metà della partita la fuga italiana.

Fotsis 5 1/2 in 17 minuti da lui Trinchieri si aspetterebbe, forse, più intraprendenza; invece ci mette solo 5 rimbalzi: troppo poco per essere un fattore.

Papanikolau 6 1/2 straniante la sensazione di leggere il suo 100% totale al tiro e non poterlo considerare in alcun modo determinante, nonostante la classe abbacinante, ed anzi, doverlo osservare empaticamente fuori dalla gara.

Kavvadas s.v.

Mavrokefalidis 5 1/2 nessuno si aspetta da lui sprazzi di genialità, ma contro l’Italia indossa la versione più scarica dell’anonimato.

Kaimakoglou 7 avessero giocato tutti i suoi compagni con con il suo ardore, forse avremmo visto un’altra partita. Tremendo combinato di raffinatezza tecnica in attacco e spigolosa ruvidità in difesa. Quando la partita scappa, si disunisce pure lui.

Bramos 5 0 punti in 22 minuti e l’incapacità di trovare contromisure sul proprio avversario. Fa venire il dubbio che la coperta di Trinchieri non sia così abbondante.

Printezis 6 una presenza ferina vicino al canestro che meriterebbe l’attenzione degli etologi ma, appunto, mostrata a macchia di leopardo svogliato.

Trinchieri 5 1/2: forse Trinchieri metterebbe in esergo alla gara di ieri l’aforisma di Mark Twain “It’s not the size of the dog in the fight, its the size of the fight in the dog” (non conta la dimensione del cane nella lotta, ma la dimensione della lotta nel cane). La Grecia ieri è scesa in campo senza l’urgenza di andare oltre il proprio limite, il che non ha comportato in alcun modo che non ne rilucesse la classe adamantina, ma è loro mancato quel plus di focus e grinta che solo l’istanza di sapersi svantaggiati può dare. L’insufficienza (straziante da dare) è determinata da quella arroganza tattica, non personale, chiaramente, di voler dimostrare di poter battere l’Italia, senza sfruttare gli asset vantaggiosi della Grecia, ovvero l’enorme differenza di tonnellaggio nel gioco interno, schierandosi all’inizio e alla fine “small ball”. Per resto il pick-and-roll centellinato e le geometrie auree ci riconsegnano una pallacanestro che rianima il significato di “classico”. Winckelmanniano.