Mason Rocca, MVP per Milano (Foto: olimpiamilano.com)

Fenerbahçe Ulker – EA7 Emporio Armani Milano 65-63

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Era una partita importante per Milano, sia per il risultato in sé, sia per dare qualche segnale positivo dopo cinque sconfitte consecutive piuttosto sanguinose. In effetti, l’EA7 se l’è giocata fino alla fine, giocando a tratti anche in maniera convincente, ma il risultato, in ogni caso, è stata la sesta sconfitta nelle ultime sei gare, un bilancio che inizia a farsi davvero pesante.
Il primo quarto è incoraggiante, se non per il risultato, quantomeno per l’atteggiamento dei milanesi, soprattutto in difesa. I primi punti vengono quasi tutti dalle mani di Mancinelli, che prima pareggia a quota 2 con un bel movimento in post basso e poi a quota 6 con una magia in gancio, mentre Bourousis sbaglia un tiro dopo l’altro da distanza ravvicinata e Gentile raccoglie falli provando costantemente ad andare in penetrazione. Il Fenerbahçe conduce ma senza convincere particolarmente; quando Ukic batte facilmente Cook, per l’8-6, senza incontrare l’aiuto di Bourousis, Scariolo toglie entrambi, per dare un segnale ai suoi. Gentile pareggia su assist di Mancinelli e, sul finire del quarto, Bogdanovic sbaglia i due liberi del potenziale +4.
Nel secondo quarto arriva subito il sorpasso, con una tripla presa da Nicholas da fermo e con la mano dell’avversario in faccia (12-13); dall’altra parte del campo, Scariolo opta per la zona, subito punita da Bogdanovic, che segna subito dai 6,75 m e, poco dopo, si ripete con un gioco da tre punti (18-15). Bourousis pareggia con una tripla, ma un altro gioco da tre punti, di Savas, lascia tre punti di vantaggio ai turchi. Bourousis prova un’altra tripla senza senso e senza bersaglio, ma Rocca raccoglie anche questo pallone e trasforma una schifezza in due preziosi punti, a cui si somma un’altra bomba di Nicholas per il nuovo sorpasso a cinque minuti e mezzo dall’intervallo (21-23). Dopo il timeout chiamato da Spahija, Milano un po’ si blocca, mentre i padroni di casa sfruttano le difficoltà difensive di Bourousis contro Savas, con il lungo greco che, forse spaventato dagli improbabili baffoni sfoggiati dal centro turco, gli concede parecchi rimbalzi offensivi. Dall’altra parte, Rocca cerca di tenere a galla i suoi, e Fotsis segna su bello scarico di un rigenerato Nicholas il nuovo vantaggio (27-28); ma poco dopo, in serie, Mancinelli commette il terzo fallo, Fotsis fa solo 1/2 dalla lunetta e Milano sbaglia, con Gentile e ancora Fotsis, gli ultimi quattro tiri presi, mentre il Fenerbahçe prima pareggia con i liberi Bogdanovic e poi opera il sorpasso con una tripla di Ukic in transizione, per il 30-28 su cui si va all’intervallo.
Alla ripresa del gioco, Tomas segna subito il canestro del +4, che, anche se può sembrare strano, è il massimo vantaggio nella gara, segno dell’equilibrio che regna in campo. Milano però fatica, soprattutto in attacco, e sbaglia anche canestri banali, con Bourousis, che continua a litigara con il ferro, e Cook, solo in terzo tempo. Ci pensa però Fotsis a pareggiare nuovamente con la tripla del nuovo pareggio, anche se, poco dopo, il Fenerbahçe prova a scappare con un parziale di 10-2 che vale il 42-36 a poco più di tre minuti dalla fine del terzo quarto. E, a questo punto, Scariolo ci mette del suo: dopo un rimbalzo difensivo, Rocca sbaglia l’apertura a Giachetti, forse per una spinta di Preldzic; la reazione dell’allenatore bresciano è però spropositata, e il risultato è un fallo tecnico che, per fortuna, costa solo due liberi, dato che Ukic spreca, nel possesso successivo, la palla del potenziale +8. Poco male però (per i turchi), dato che Gentile va cortissimo da tre e Turkcan non sbaglia, a poco più di undici minuti dal termine, i liberi del 46-38.
Un parziale di 0-7 per i milanesi (Fotsis, Nicholas e Rocca) a cavallo tra terzo e quarto periodo riapre però nuovamente la partita (46-45), ma poi l’EA7 si blocca nuovamente e i turchi tornano a +8, grazie a una tripla di Bogdanovic, alla presenza sotto canestro di Peker e a cinque punti di Preldzic. Il tempo stringe, mancano ormai solo cinque minuti, e il nervosismo sale: Mancinelli sbaglia, Peker fa lo stesso per due volte nella stessa azione, Nicholas forza l’ennesimo passaggio dentro l’area, buttando via il pallone, Bourousis commette il quinto fallo. Un’altra tripla di Fotsis riporta il divario a -5, poi Rocca viene mandato più volte in lunetta, con risultati alterni, mentre dall’altra parte a 2.20 dal termine, Tomas infila i liberi del 62-56. Un minuto dopo Rocca segna il -4 su assist di Cook, Ukic riporta i suoi a +6, Rocca e Cook, dalla lunetta, fanno 2/4 ma anche Ukic è impreciso: così, a 38 secondi dal termine, il tabellone dice 65-60 per il Fenerbahçe. Ci pensa Omar Cook a ridare speranze ai suoi: quando tutti si aspettavano un rapido canestro da due, il play di passaporto montenegrino si inventa una tripla forzatissima dal palleggio, per il 65-63 a 28 secondi dalla fine. Nel timeout Scariolo decide di non fare fallo, e in effetti la difesa milanese è perfetta, costringendo i turchi all’infrazione di 24 secondi. Ma il cronometro è impietoso, i secondi per tirare sono ora solo 3,8: Cook rimette dalla sua metà campo offensiva, ma Fotsis riceve ben lontano da canestro e sbaglia il tiro della vittoria.
Milano esce quindi a testa alta dalla nuova arena di Istanbul, portando a casa la sesta sconfitta consecutiva ma dando qualche segnale di ripresa che, se non altro, fa ben sperare per il futuro. Che il problema di questa squadra fosse soprattutto mentale era chiaro, ed è proprio dal punto di vista dell’atteggiamento che si è visto un minimo di crescita, con un Nicholas più propenso a penetrare e a passare il pallone (anche se spesso con risultati discutibili), un Fotsis meno timido quando deve prendersi i suoi tiri, un Rocca che non può non essere immenso quando in campo bisogna portare cuore e attributi (16 punti e 11 rimbalzi per lui). Rimangono invece da “recuperare” soprattutto Bourousis (3 punti, 0/7 da due, anche se ha preso 9 rimbalzi) e Alessandro Gentile (1/7 dal campo), il quale è stato investito fin da subito forse da troppe responsabilità per un giocatore, seppur di talento, comunque di diciannove anni. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Ognuno la pensi come vuole, ma quel che è certo è che da qui si può solo migliorare.