L’OLYMPIACOS INSEGNA, ASCOLTIAMOLO

Tutto è possibile nel basket, bisogna solo crederci”. E’ una frase già sentita, sicuramente poco originale e probabilmente poco profonda. Non dite però che è banale perché ciò che è vero non è mai banale.

Geri De RosaL’ultimo ad aver pronunciato questa frase si chiama Georgios Printezis e lo ha fatto pochi minuti dopo aver segnato uno strano e difficile semigancio, ad Istanbul, a sette decimi di secondo dalla fine. Quel semigancio ha completato una delle rimonte più clamorose di sempre, quella dell’Olympiacos in finale di Eurolega contro il CSKA. E non è stata clamorosa solo per il – 19 accumulato dai ragazzi di Ivkovic a dodici minuti dalla fine ma soprattutto per l’enorme differenza di valori che c’era in campo, valori tecnici ma soprattutto fisici. L’Olympiacos ha battuto, in finale di Eurolega, una squadra nettamente più forte contro la quale per almeno trenta minuti ha fatto quello che può fare una squadra Under 15 contro una squadra senior. L’Olympiacos era piccolissimo in ogni confronto diretto, faceva fatica a fare qualsiasi cosa in campo, passare la palla, palleggiare, smarcarsi, figuriamoci prendersi buoni tiri; e poi i suoi americani erano stati nulli ed erano carichi di falli e, per completare il quadro, l’unica stella della squadra, Spanoulis, stava giocando una partita appena normale, per essere generosi. Eppure alla fine i ragazzi di Ivkovic ce l’hanno fatta: ragazzi come Evangelos Mantzaris, 22 anni, l’anno scorso al Peristeri, oppure Kostas Sloukas, 22 anni, l’anno scorso all’Aris di Salonicco. Certo, senza Spanoulis, anche lo Spanoulis un po’ opaco della finale, l’Olympiacos non ce l’avrebbe mai fatta così come senza uno strepitoso Papanikolau, senza errori in una partita del genere; però quando la rimonta è cominciata le due stelle erano in panchina ed in campo c’erano loro, Sloukas e Mantzaris, giovani, con un’esperienza europea relativa, abituati a fare i gregari. Eppure nel momento del bisogno sono diventati leader, uno segnando una tripla importantissima, l’altro annullando Teodosic. Ma che cosa hanno Mantzaris e Sloukas che i nostri ragazzi non hanno? Cinciarini, Gentile, Aradori ma anche Poeta, Hackett e Datome: secondo voi non valgono Mantzaris e Sloukas? Probabilmente i nostri sono addirittura meglio, almeno in assoluto. Quando il livello si alza però, fuori dai confini del nostro basket, non sembrano più gli stessi, denunciano dei limiti che il campionato italiano forse nasconde. In Grecia e nel resto d’Europa tutti sanno che, campionato o coppe che sia, poco cambia, e la parola soggezione non sanno neanche cosa significa; da noi, probabilmente, no. I nostri ragazzi tendono ad accontentarsi quando hanno svolto, spesso bene, il loro compitino ma per vincere in Europa e con la nazionale ci vuole ben altro, bisogna appunto crederci perché “ nel basket tutto è possibile”. Lo vedete che questa frase non è poi così banale?

GERI DE ROSA