Zeljko Obradovic (foto phorum.gr)

Nonostante innumerevoli ostacoli affrontati lungo il percorso, l’allenatore del Panathhinaikos Zeljko Obradovic ha portato i suoi ragazzi esattamente dove voleva essere, ossia alle Final Four, pronto a difendere il titolo conquistato dodici mesi fa. Obradovic è la persona, sia come giocatore che come coach, più vincente nella storia dell’Eurolega, e proverà a guidare il Panathinaikos al settimo titolo nella massima competizione continentale, e il primo “repeat” (due titoli consecutivi, ndr). Per la prima volta, dopo i titoli del 2002, 2007 e 2009, i verdi sono riusciti a centrare le Final Four l’anno successivo al titolo. Il Pana, dunque, ha la grande occasione per far registrare una storica doppietta e per portarsi in solitaria al secondo posto nel computo di titoli di Eurolega vinti: il Real non è ancora avvicinabile con 8, ma in caso di affermazione la squadra greca si porterebbe a quota 7. Obradovic torna ad Istanbul 20 anni dopo aver regalato, al primo anno da allenatore, al Partizan Belgrado l’unico successo in Eurolega. Se riesce a rivincere quest’anno si chiuderebbe un cerchio perfetto per uno dei migliori allenatori che il gioco del basket abbia mai ammirato. “Ovunque sarebbe bello vincere” ha affermato sorridendo Obradovic a Euroleague.net “Non fa diffrenza in quale paese si vinca, perché è vincere che conta davvero. Sarà difficile quest’anno ad Istanbul”

Questa sarà la prima volta che la tua squadra ha realmente l’occasione di difendere il titolo e laurearsi nuovamente campione. Cosa significherebbe vincere due Euroleague consecutive per Zeljko Obradovic?

“Siamo estremamente soddisfatti di aver raggiunto le Final Four, perché dopo un’estate problematica non sapevamo che tipo di squadra avremmo costruito, e dunque non era un traguardo scontato questo di Istanbul. Abbiamo cambiato qualcosina, ma il nucleo della squadra è rimasto lo stesso. Siamo contenti di avere questa chance di vincere ancora. Dopo che abbiamo vinto il titolo nel 2000, abbiamo giocato un’altra finale nel 2001 nella SuproLeague, ma non è la stessa cosa si tratta di due competizioni differenti. Stavolta, dopo tutti i problemi della scorsa estate, ci siamo meritati questa opportunità”.

Sono trascorsi venti anni da quando sei diventato allenatore e da quando hai vinto la prima Eurolega ad Istanbul con il Partizan. Penserai a questa ricorrenza durante queste Final Four?

“Qualche giorno fa, il giorno del 20° anniversario, abbiamo festeggiato tutti insieme a Belgrado. È stato bello, quasi tutti i ragazzi di quel roster sono venuti e mi ha fatto un gran piacere rivederli tutti insieme. Dopo la festa, però, personalmente non celebrerò questo anniversario nuovamente ad Istanbul. Voglio solo concentrarmi sul lavoro che devo fare con la mia squadra”.

Dopo due decenni, che ricordi hai di quel 1992 ad Istanbul?

Era il mio primo anno da allenatore, siamo stati la squadra più giovane di sempre a vincere l’Eurolega, e non potevamo giocare nella nostra arena per tutto l’anno. Ricorderò per sempre tutto ciò. Con questo gruppo di giovani, costretti a disputare tutta per tutta la stagione le partite casalinghe in Spagna a Fuenlabrada, ce l’abbiamo fatta. Infatti sono venute a Belgrado diverse persone da Fuenlabrada per festeggiare l’anniversario. Tutti questi fattori, queste circostanze rendono quell’annata difficile da dimenticare, anzi la ricorderò per sempre.

Parliamo di questa stagione. Ancora una volta il Panathinaikos campione in carica ha dovuto soffrire per sopravvivere. Questa fatica può essere una buona preparazione per le Final Four?

Devi soffrire se vuoi vincere qualcosa di importante, prima o poi devi soffrire. Questa è la vita di un allenatore di qualsiasi sport. Nessuno vince con facilità! Quest’anno con il Maccabi è stata una sofferenza continua, è vero: loro ci hanno sconfitto ad Atene, poi noi in gara4 abbiamo vinto a Tel Aviv. Alla fine l’abbiamo spuntata all’ultimo possesso dell’ultima partita della serie. Questo è il basket, bisogna saper soffrire.

Tutti hanno ancora in mente la serie con il Maccabi. Per te che eri coinvolto e hai visto tutto da vicino, quanto è stato di livello il basket proposto in quella serie dalle due squadre?

Eccellente. Ho ricevuto chiamate da persone sparse in tutta Europa prima di gara5. Tutti aspettavano con ansia quella partita. Tutti volevano sapere quale delle due squadre sarebbe approdata alle Final Four. Ma anche prima che la serie cominciasse, tutti sapevano che sarebbe stata spettacolare, vista la storia delle due squadre. E la serie non ha deluso certamente. Credo che sia stata uno spot per l’Eurolega e per il basket in genereale.

foto greenwebfans.com

Ora proiettiamoci sulle Final Four, che tranne il Maccabi, vedrà impegnate tutte le migliori squadre. Come saranno queste Final Four con Barca, Panathinaikos, CSKA ed Olympiacos?

Sono le stesse Final Four di Berlino 2009, le stesse quattro squadre, e fu un grande spettacolo. Stavolta le semifinali sono diverse. Tre anni fa noi sfidammo l’Olympiacos e il CSKA il Barcellona. Ora tocca a noi affrontare il CSKA e l’Olympiacos trova il Barcellona. Non ho dubbi che ad ora queste sono le migliori squadre d’Europa. Ci apprestiamo a vivere le FInal Four che tutti volevano. Sarà cruciale lo stato di forma con il quale le squadre arriveranno a questo appuntamento. Noi abbiamo cominciato i Playoff del campionato greco, ma non siamo ancora al livello che vorrei per le Final Four. Abbiamo un paio di settimane per crescere e giocarcela contro il CSKA.

La rivalità con il Maccabi è molto forte, ma anche il CSKA non è da meno, dopo che la tua suqadra e quella russa si sono sfidate nelle finali del 2007 e 2009. Questa semifinale è come una finale per te?

Dobbiamo assolutamente pensare che sarà una finale. Non dobbiamo pensare a Barcellona ed Olympiacos, la nostra avventura ad Istanbul dipende solo dalla partita con il CSKA, ed è per quella che ci stiamo preparando. Li abbiamo affrontati due volte nella regular season quest’anno e per due volte ci hanno sconfitto. Ad Atene in overtime, dopo che eravamo in vantaggio all’intervallo. E anche nella sfida di Mosca eravamo avanti 49-47 dopo il primo tempo, ma loro sono stati super nel secondo. Alla fine ci hanno battuto due volte, e dovremmo migliorarci.

Cosa rende il CSKA una squadra così speciale?

È una squadra fortissima con giocatori forti in ogni posizione e un grande coach che li gestisce al meglio. Sono anzitutto dei grandi attaccanti. In difesa stanno facendo un grande lavoro provando ad ottenere il massimo dalle caratteristiche dei giocatori. Ma in attacco davvero non gli manca nulla, il talento individuale è enorme. Tuttavia riescono sempre a giocare di squadra, questo è importante. Non giocano per se stessi, giocano per la squadra e questa è la principale ragione per la quale sono quasi imbattibili quest’anno.

Che vantaggio ti da poter disporre di giocatori come Dimitris Diamantidis, Mike Batiste, Kostas Tsartaris e Sarunas Jasikevicius che sanno cosa vuol dire vincere e hanno già affrontato e sconfitto il CSKA in gare come quella che verrà?

Sono molto contento di aver trascorso molti anni con questi giocatori. Loro devono essere un esempio per gli altri e tranquillizzare tutto il team quando andremo ad Istanbul. Loro hanno esperienza da vendere e devono utilizzarla. Non c’è dubbio che l’esperienza e le vittorie passate sono importanti, ma questo discorso vale per entrambe le squadre.

Questi giocatori è tantissimo che sono al Panathinaikos e anche per te questa è la tredicesima stagione consecutiva. Quanto influisce questa lealtà verso il club e la continuità che ne deriva nel rendere il Panathinaikos una squadra vincente?

Credo sia estremamente importante. Il mio staff e i giocatori lavorano insieme da molti anni. Lavoro con il mio assistente Dimitris itoudis da 13 anni. Con Tsartaris da 10 anni, con Batiste da nove, con Diamantidis da otto e con Jasikevicius da quattro. Questo è un plus non indifferente per la squadra. È logico che devi cambiare i giocatori negli anni, ma se riesci a tenere giocatori che conosci così bene, le cose diventano più semplici. Loro sanno bene cosa significa vestire la maglia del Panathinaikos e io sono molto orgoglioso dei miei giocatori e di questi ragazzi in particolare, perché so che loro farebbero qualsiasi cosa per la squadra. Qualsiasi cosa succederà non smetterò mai di ringraziarli per quello che hanno fatto per me.

C’è il 50% di possibilità che il Panathinaikos affronti l’Olympiacos nella giornata di domenica. In caso di finale, preferiresti trovare il Barcellona o l’Olympiacos?

Non ho preferenze. Come ho detto prima la partita al centro delle mie attenzioni è quella con il CSKA. Speriamo che raggiungeremo la finale. In quel caso non ha importanza chi ci troveremo di fronte.

Sarebbe perfetto per te vincere la settima Eurolega con il Panathinaikos e la nona complessiva nella città dove tutto è cominciato, Istanbul?

Ovunque sarebbe bello ha, ha! Andrebbe bene vincere in qualsiasi paese, in qualsiasi città, perché il solo vincere è straordinario. Sarà difficile, ma visto che a Istanbul ci saremo, ben venga Istanbul.

Fonte: euroleague.net
Traduzione a cura di Alessandro Germani