Logo Champions LeagueEravamo rimasti delusi dalle semifinali di andata, ammettiamolo. Un grande spettacolo però era stato assicurato e così è stato. Nelle due partite si è passati da 1 a 8 gol segnati, ci sono stati record in positivo e in negativo, colpi di scena a non finire, ma il botto finale sarà quello del 24 maggio allo stadio da Luz di Lisbona.

Martedì si è giocato all’Allianz Arena Bayern MonacoReal Madrid che per molti era la finale anticipata. In questa edizione della Champions League rispetto alla semifinale di due anni fa sembrava favorito non il Real ma il Bayern e invece, proprio come due anni fa, l’ha spuntata la squadra sulla carta sfavorita. Settimana scorsa avevo detto che Guardiola avrebbe preparato l’inferno per la banda Ancelotti, invece i tedeschi (e soprattutto la coppia Dante-Boateng) partono indecisi, sì col solito tiki-taka ma per nulla incisivo come a Madrid e i blancos ci impiegano 5′ ad andare in paradiso. Il protagonista è Sergio Ramos, colui che due anni fa aveva sparato in cielo uno dei rigori decisivi e che stavolta con due capocciate su palla inattiva (il punto debole degli avversari) tra il 16′ e il 20′ porta le merengues su un incredibile 0 a 2. Così gli spagnoli possono attuare il gioco a loro più congeniale, il contropiede, poi quando hai là davanti Ronaldo-Bale-Di Maria-Benzema… E proprio con una ripartenza da manuale al 34′ il Real chiude la pratica Bayern e si assicura il posto per la finale di Lisbona: Benzema fa partire Bale che serve Ronaldo il quale da solo davanti a Neuer non sbaglia e festeggia mimando con le mani il record di 15 gol nella competizione, staccando Messi e Altafini. Record che al 90′ viene asfaltato con una punizione da campione che passa sotto la barriera, Neuer può fare solo da spettatore. A guardare il risultato finale vengono i brividi: 0 a 4 clamoroso! Sembra assurdo, ma è tutto vero. Il Bayern Monaco non perdeva in casa con 4 gol di scarto da 35 anni e una squadra di Guardiola non aveva mai subito più di 3 gol di differenza. Il Madrid invece torna in finale dopo 12 anni e Carletto Ancelotti centra la quarta finale di Champions confermandosi la bestia nera dei bavaresi che in 25 precedenti non avevano mai perso contro il Real dagli ottavi in poi. Dire che l’era Guardiola e l’era del tiki-taka sia già finita sarebbe un’esagerazione, forse la vittoria della Bundesliga con largo anticipo ha inciso, ma questa squadra rimane muostrusa, basterebbe migliorare la difesa e saper cambiare chiave tattica durante il corso del match.

Da Monaco voliamo a Londra, dove mercoledì a Stamford Bridge si è giocato ChelseaAtletico Madrid, partita durata molto di più di quella del giorno prima. Nella gara di andata catenaccio old-school dei blues, in casa Mourinho non può far altro che lasciare a Madrid il pullman parcheggiato davanti alla porta di Schwarzer e giocarsi la partita. Infatti sono i londinesi a far proprio il pallino del gioco, tanto da mantenere un’altissima percentuale di possesso palla, ma fanno una gran fatica ad entrare nell’area dei colchoneros i quali creano le occasioni migliori in contropiede e con ottime combinazioni che fanno venire il mal di testa alla retroguardia inglese. Poi al 36′ Chelsea in vantaggio: William difende alla grande il pallone, lo lascia ad Azpilicueta (nel ruolo inedito di ala destra) che crossa in mezzo per Torres il quale punisce la propria squadra del cuore e non esulta. Il gol subito è come una sveglia per gli uomini di Simeone che da qui in poi iniziano la partita perfetta, schiacciando il Chelsea padrone di casa. Tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo ribaltano il risultato grazie al gol di Adrian Lopez su un’azione nata da una sventagliata fantastica dell’ex Tiago (e non sarà l’unica…) e al penalty segnato da Diego Costa dopo esser stato atterrato in area dal neo entrato Eto’o, uomo di fiducia che ‘tradisce’ il suo comandante di grande imprese Mourinho. I londinesi crollano dal punto di vista fisico e mentale definitivamente e sono anche sfortunati. Allora i madrileni al 72′ segnano il clamoroso 1 a 3, rete di Arda Turan che su un’azione fotocopia del primo gol colpisce la traversa di testa e ribadisce con un tap-in in porta. Stavolta è il ‘Cholo’ Simeone a correre a bordo campo e non lo ‘Special One’ che subisce la quinta eliminazione in semifinale. I colchoneros vincono e staccano il biglietto per Lisbona. Si sono dimostrati più squadra dei blues e forse finalmente inizieranno tutti a ritenere l’Atletico un team di altissimo livello, nonostante le risorse finanziarie della società non siano paragonabili a quelle delle dirette avversarie, e dopo 40 anni tornano in finale di Champions.

Quindi del tutto saltato il fattore campo nelle gare di ritorno. Ora non ci resta che aspettare la finalissima del 24 maggio, per la prima volta ci sarà un derby vero e proprio, un derby cittadino, cosa mai accaduta nella storia della Coppa dei Campioni e della Champions League. Il quinto scontro stagionale tra le due squadre di Madrid sarà la partita più importante della loro storia: per il Real è l’opportunità di eliminare l’ossessione della Decima che dura 12 anni; per l’Atletico invece l’opportunità di vincere la prima Champions e soprattutto davanti agli occhi dei più ricchi e quotati cugini. Hasta la vista al da Luz!

Bayern Monaco-Real Madrid 0-4
Chelsea-Atletico Madrid 1-3

Emanuele Prina


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