Vail-beaver creekIeri sera si sono conclusi a Beaver Creek i Campionati del Mondo 2015 di sci. L’ultima gara, lo slalom speciale maschile, è stata vinta a sorpresa dal francese Jean-Baptiste Grange che ha trovato il numero fortunato di una gara diventata lotteria, tra un tracciato senza senso nella seconda manche, la fitta nevicata e una pista preparata non certo nel migliore dei modi nella prima discesa. La vittoria di Grange ha ancora di più del miracoloso se si pensa che il francese non saliva sul gradino più alto del podio dai Mondiali di Garmisch, il 20 febbraio del 2011, non saliva su un podio di Coppa del Mondo da oltre due anni (20 gennaio 2013 a Wengen) e quest’anno aveva come miglior risultato un 6^ posto ad Adelboden. Il successo a sorpresa di Grange è però una mosca bianca in un Mondiale in cui di sorprese ce ne sono state ben poche e alla fine a salire sul gradino più alto del podio è quasi sempre stato uno dei favoriti della vigilia.

Nel video il successo di Tina Maze in discesa libera

Sono stati senza dubbio i Mondiali delle due regine del Circo Bianco, Tina Maze e Anna Fenninger. Le rivali di Coppa del Mondo si sono sfidate sin dal primo giorno e tornano a casa con lo stesso bottino (2 ori ed un argento). La slovena ha timbrato a fuoco la prima settimana infatti, dopo essere stata beffata dalla Fenninger nel Super-G per soli 3 centesimi, si è presa la più classica delle rivincite nella discesa libera battendo la rivale per 2 centesimi, per poi mettere in fila le austriache nella Super-combinata. La Fenninger ha sciato sulle nevi americane come mai le era capitato quest’anno e, a differenza della rivale, chiudendo addirittura in crescendo cosa che dovrebbe preoccupare la Maze in vista della volata per la Coppa del Mondo. L’austriaca, dopo l’oro e l’argento nelle discipline veloci e la piccola delusione della Super-combinata (dove è arrivata 4^), si è esaltata in gigante dove ha dominato dall’inizio alla fine rifilando quasi un secondo e mezzo alle avversarie.

La Fenninger ha guidato una squadra austriaca che ha messo il suo marchio su questa edizione dei Mondiali tornando a casa con 5 ori, 3 argenti e 1 bronzo. L’unico a non sorridere in casa Austria è forse l’atleta più rappresentativo, Marcel Hirscher, che torna comunque a casa con 2 ori ed un argento, ma a cui è mancato l’acuto nelle sue gare. In gigante resta ancora a bocca asciutta, battuto ancora da Ted Ligety, come successo a Sochi, mentre in slalom ha buttato al vento una medaglia d’oro che aveva già al collo, facendosi irretire dalla strana tracciatura della seconda manche e inforcando una porta.

Il Super-G d’oro di Anna Fenninger nel video

Se vogliamo poi trovare il pelo nell’uovo alla squadra austriaca, bisogna sottolineare come la squadra di velocità è probabilmente all’anno zero. E’ vero che Hannes Reichelt, a 34 anni, ha portato a casa il titolo del Super-G ma alle sue spalle e a quelle del campione olimpico Mayer c’è il vuoto. Non solo ma sulla Birds of Pray i biancorossi hanno anche dovuto vedere trionfare gli eterni rivali svizzeri. La squadra rosso-crociata è risorta dalle ceneri proprio nell’occasione più importante, andando a cogliere l’oro con Patrick Kueng ed il bronzo con il redivivo Beat Feuz, piazzando anche Janka al 9^ posto e Defago 11^.

Sono stati anche i Mondiali degli Stati Uniti, finiti secondi nel medagliere con 2 ori, 1 argento e 2 bronzi. I padroni di casa avevano aperto il Mondiale sotto shock, da un lato per le contro-prestazioni di Lindsey Vonn (solo il bronzo in Super-G per lei) e dall’altro per il terribile volo di Bode Miller. Il primo guizzo è stato quello di Ganong, secondo in libera, poi gli americani si sono appoggiati sulle spalle di un Ligety voglioso di recitare un ruolo da protagonista, bronzo in Super-combinata e poi grande vincitore, con una seconda manche leggendaria, del titolo bis in gigante, che chiude un fantastico filotto con Schladming 2013 e Sochi 2014, portandolo nell’Olimpo dei più grandi sciatori della storia. E poi il repeat di Mikaela Shiffrin in slalom, forse il risultato più atteso ma che, per come era iniziata la stagione, dimostra come la ragazza americana ha del gran talento ma anche e soprattutto grandissimo carattere.

Nel video la fantastica seconda manche di Ted Ligety

A proposito di slalom speciale, la gara femminile ha raccontato senza dubbio la storia più bella di questi Mondiali, quella di Sarka Strachova, al secolo Zahrobska, già campionessa mondiale ad Are nel 2007 e bronzo olimpico a Vancouver, che nell’estate del 2012 si era dovuta fermare per curarsi da un tumore al cervello. Rientrata alle gare aveva faticato e non aveva più trovato il passo dei giorni migliori. Anche quest’anno, a parte la parentesi di Khutai, non aveva grandi risultati ma in Colorado ha trovato la giornata giusta per salire ancora sul podio e mettersi al collo la quarta medaglia mondiale.

Chiudiamo con le note dolenti. Che Vail portasse male all’Italia l’avevamo ampiamente capito nelle precedenti edizioni dei Mondiali che si erano svolti in Colorado (nel 1989 e nel 1999), ma quest’anno speravamo di invertire una tendenza negativa. Le premesse (leggi risultati di Coppa del Mondo) c’erano tutte e obiettivamente 3 medaglie in campo maschile erano alla portata dei nostri atleti. La realtà è stata ben diversa e racconta di un tracollo verticale, dove il miglior risultato è il 6^ posto di Nani in gigante. Sono affondati tutti, uomini e donne, e da salvare c’è ben poco. Un risultato complessivo che fa pensare ad una gestione della squadra completamente sbagliata visto che, risultati di Coppa del Mondo in mano, il top di condizione sembra essere arrivato con almeno 20-25 giorni di anticipo. Inoltre non capiamo perché si sia snobbato ancora una volta il Team Event, dove tra l’altro eravamo testa di serie numero 2. La storia non si fa con i se e con i ma, però schierare i fratelli Marsaglia in una gara in cui tutti i team hanno optato per gigantisti e slalomisti forse non è stata la mossa migliore (con tutto il rispetto per Francesca e Matteo, sicuramente tra i migliori della nostra squadra in questi Mondiali).

Vogliamo comunque vedere qualcosa di positivo in questo deludente Mondiale e allora ecco pensare alla bravissima Marta Bassino, campionessa del mondo juniores in gigante lo scorso anno, che finisce ottava nella prima manche del gigante, oppure Nani che scia al livello di Hirscher nella prima manche e si conferma comunque tra i più forti gigantisti al mondo. Forse però ha ragione Dominik Paris, il più deluso tra i nostri sciatori, che non ha cercato scusa è detto candidamente “ho sciato da fare schifo, non vedo l’ora che ricominci la Coppa del Mondo per cancellare questa delusione“. Nel weekend si riparte da Saalbach, sperando che l’aria di Coppa del Mondo faccia tornare il sorriso ad una squadra azzurra mai così triste come quella ritornata dal Colorado.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati