Valtteri Bottas su Williams

Valtteri Bottas su Williams

Si comincia con le Mercedes nell’inedito ruolo di capo e coda della griglia, con il padrone di casa Rosberg in pole position ed il compagno di squadra in fondo al gruppo a causa dell’incidente in qualifica, causato dalla rottura del disco freno anteriore destro che l’ha relegato, in collaborazione con la penalità dovuta alla sostituzione del cambio sulla sua W05, alla ventesima posizione allo start.
Pronti via e subito il contatto tra Magnussen e Massa alla prima curva dà vita alla prima emozione della gara, con la Williams del brasiliano che decolla sull’anteriore sinistra del danese arrestando poi la corsa, dopo uno spettacolare ribaltamento, nella via di fuga all’esterno: nessun danno fisico per il pilota ma certamente il terzo incidente grave nelle ultime quattro gare, lascerà il segno sia sul morale del driver carioca che sulla sua classifica, ormai decisamente deficitaria in relazione alle prestazioni dimostrate in questa prima metà di stagione.
Dopo la neutralizzazione di due giri con Safety Car, per permettere ai commissari di soccorrere il pilota e sgombrare l’area dalla Williams danneggiata, comincia la fuoriosa rimonta di Lewis Hamilton che con una incredibile serie di sorpassi da manuale, tutta grinta, “manico” e potenza della sua W05, agguanta addirittura la testa della corsa in soli 16 giri, approfittando anche di alcuni pit-stop effettuati leggermente prima del previsto. Proprio le diverse strategie tra i vari team, permettono di ricreare il duello Vettel-Alonso andato in scena solo sette giorni fa a Silverstone: questa volta, Vettel è davanti ed i due divorano un Raikkonen ancora in difficoltà, rendendosi protagonisti di un doppio sorpasso, aggirando il finlandese in curva 3, con una manovra che ricordava molto il magistrale sorpasso di Hakkinen ai danni di Michael Schumacher a Spa nel 1998, con il povero Zonta, allora doppiato, affiancato da entrambi in pieno rettilineo.

Nelle retrovie nessuno si risparmia: Kvyat, Maldonado, Perez, Gutierrez, nessuno di loro lesina mosse azzardate, manovre decise, sorpassi al limite. Al contrario, nella top10 paiono latitare battaglie e confronti diretti, fino a che Alonso, col dente avvelenato per il doppio confronto perso con Vettel (Silverstone e pochi giri prima) non inizia a spingere, mettendo pressione al campione del mondo in carica per diversi giri, senza che però il tedesco si lasci disturbare oltremodo dall’ingombrante presenza dell’asturiano nei suoi specchietti retrovisori. L’operazione sorpasso si concretizza poche tornate dopo grazie al pit anticipato della rossa che permette alla Ferrari di imporsi su Vettel.

Dietro ai due, prosegue la rimonta di Hamilton che, dopo aver assaporato la leadership per pochi giri, torna a darsi da fare nel gruppo per risalire la china dopo la sua prima sosta ai box: dopo aver sorpassato con fin troppa facilità Raikkonen e Ricciardo, l’alfiere della Mercedes da vita ad un bel duello con Button, durante il quale l’ala anteriore della vettura tedesca viene danneggiata, senza però apparentemente condizionarne oltremodo la prestazione globale, permettendo al campione del mondo 2008 di portarsi subito sotto ad Hulkenberg per la quinta posizione.

Al giro 60 Sutil tenta di dare una svolta alla storia della gara piantando la propria Sauber al centro del rettilineo di partenza dopo un testacoda: Safety car scontata? In linea teorica si, ma per due interi giri nessuno sembra curarsi della vettura, fino a che quatto coraggiosi commissari attraversano la pista per spingere la monoposto in sicurezza, sventando l’ipotesi SC che avrebbe stravolto molte delle strategie fino ad ora messe in atto. Si salva Rosberg che può continuare a gestire la vettura come ha fatto nei primi giri, si salva apparentemente anche Alonso che, con l’azzardo della sosta anticipata di Vettel, rischiava di dover effettuare la sosta in regime di neutralizzazione e veder vanificata ogni speranza di podio, va sul sicuro Hamilton che effettua la sua ultima sosta nel momento in cui era, plausibilmente, molto probabile che il direttore di gara Charlie Whiting facesse entrare in pista la vettura di servizio.

La scelta di Alonso non paga: non aver marcato nelle soste ai box Vettel, costa al ferrarista diverse posizioni, tanto da ritrovarsi settimo in uscita dall’ultima sosta programmata ad 11 giri al termine: dopo essersi sbarazzato rapidamente di Button, l’asturiano ingaggia un duello ruota a ruota con Ricciardo, il quale, una volta di più, dimostra tutto il suo talento nella dura, decisa ma corretta lotta con lo spagnolo, cedendo solo dopo tre tornate passate appaiati.

Nelle posizioni di vertice, Rosberg continua a passeggiare con oltre venti secondi su Bottas, braccato da un Hamilton ormai in crisi con le Pirelli SuperSoft, dopo un’incredibile rimonta che però non si compie fino in fondo arrestandosi al terzo posto dietro un sempre più convincente Bottas su una Williams in grande crescita.

Si chiude cosi il Gp di Germania, con Rosberg che completa la sua settimana da sogno (Matrimonio, Mondiale di calcio alla Germania, prolungamento del contratto con Mercedes e vittoria nel gp di casa), poi , come detto, Bottas ed Hamilton, con Vettel ai piedi del podio grazie al muretto RedBull che, con una sosta anticipata, ha permesso al campione del mondo di sopravanzare Alonso, quinto al fotofinish su Ricciardo.

Tra gli altri, da evidenziare l’ottima prestazione di Hulkenberg su una Force India afflitta da diversi problemi durante tutta la gara e la delusione McLaren, protagonista in qualifica ed anonima durante la corsa.


Alessio De Marco - Avens-Images.com