fred van vleet

 

Wichita State è la mid-major “di cartello” che più di tutte si è ritrovata in difficoltà in questo inizio di stagione, con ben quattro sconfitte nelle prime sei uscite stagionali: tuttavia c’era un motivo principale dietro a questa partenza al rallentatore, ascrivibile all’assenza di Fred VanVleet. Il senior da Rockford non sarà la prossima star NBA, ma la sua importanza per questi Shockers è indescrivibile a parole: la dimostrazione? Dal suo rientro per Wichita si sono susseguite tre convincenti vittorie (contro St. Louis, UNLV e soprattutto #25 Utah) che da “drama queen” l’hanno riportata ad essere una delle mid-major più temibili della Division I. Quando si dice spostare.

Situazione quasi opposta a quella di Wichita per Gonzaga: superato un non facile Battle 4 Atlantis con tanto di sconfitta contro Texas A & M, gli Zags sembravano nonostante tutto pronti a rimettersi in carregiata, ma un infortunio alla schiena per il centro Przemek Karnowski ha dato ai ragazzi di Few una mazzata non facile da attutire: persa la sua presenza, specialmente in difesa, Gonzaga ha perso due sfide contro Arizona e UCLA e rischiato il peggio anche contro Montana. Sono due sconfitte di certo non vergognose, ma che a questo punto della stagione faticano a far considerare Gonzaga una squadra da lungo percorso a marzo, specialmente con un frontcourt -spina dorsale della squadra- mutilato dall’assenza del centro polacco.

Da segnalare l’upset di Boise State ai danni di #24 Oregon: i Broncos data anche una schedule durissima (già affrontata una doppia sfida contro Arizona) non hanno certo un record impressionante, ma con una squadra piccola e dinamica in cui brilla il senior Anthony Drmic Boise St. può puntare ad essere il dark horse in una Mountain West Conference che, come molte delle conference in questa stagione, non ha una squadra nettamente superiore alle altre, né tantomeno imbattibile.

Chi di certo fa sul serio e si sta sempre di più affermando come favorita all’interno dell’Atlantic 10 è George Washington, che ha dato seguito alla vittoria d’inizio stagione contro Virginia con altre importanti W che l’hanno portata ad essere la numero 21 del nuovo AP Poll: oltre al miglioratissimo Patricio Garino, il quale ha trovato una sconosciuta ispirazione al tiro da tre in questa stagione, i Colonials possono contare su un attacco molto bilanciato con giocatori come Larsen e il transfer da Wake Forest Tyler Cavanaugh.

Tra le altre cose il mondo delle mid-major ci regala molte guardie a dir poco prolifiche, che spesso si ritrovano con più “carta bianca” delle stelle dei programmi maggiori: i primi sette top scorers della nazione sono infatti tutte guardie di programmi fuori dalle major conferences, guidati James Daniel III di Howard 29.4 punti di media – finito perfino sulla prima pagina di ESPN.com questa settimana-, seguito a ruota dai forse ancor più impressionanti Jake Gibbs di Davidson e A.J. English di Iona, entrambi ultimamente autori di quarantelli – quello di Gibbs di fronte a Steph Curry- e che viaggiano con percentuali dal campo surreali (54% dal campo per il senior di Davidson e 45% da tre per English).

Sono rimaste solo otto squadre imbattute in quest’annata di grande equilibrio e tra le elette di questo piccolo gruppo c’è un’insospettabile, ovvero Arkansas Little-Rock: i Trojans non hanno certo affrontato una schedule proibitiva e vincere la Sun Belt non sarà certo facile, ma possiedono un organico in grado di tirare con oltre l’80% ai liberi e possono contare sul junior Marcus Johnson Jr., probabilmente uno dei giocatori più efficienti di tutta la nazione col suo 55% dal campo, 56% da tre e 81% ai liberi.

Non è invece più imbattuta Saint Mary’s sconfitta a Berkeley da California, nonostante il parziale di 11-2 di inizio secondo tempo che aveva riportato in partita dei Gaels guidati da Evan Fitzer. Una stoppata di Ivan Rabb su un tentativo di lay-up di Joe Rahon ha chiuso poi la partita, finita col risultato di 73-69.