ITALIA

Della Valle 6+ Il Marchesino c’è, sfrontato quanto basta (e serve) e pronto a giocarsi i primi minuti contro un colosso di tecnica e cattiveria come la Serbia. 9 minuti, 1 tripla e 1 assistenza. Buon sangue non mente, figuriamoci se tinto di blu..

Aradori 6+ 35 minuti per supplire all’assenza del Beli, nei quali mette 10 punti, 6 rimbalzi e la consueta energia. Serve anche 2 assist, e con un paio di esitazioni offensiva in meno avrebbe certamente accresciuto il bottino

Gentile 7.5 E’ la sua partita, quella contro i maestri del sacro fuoco cestistico, e il figlio di Nandokan l’interpreta al meglio, indossando l’elmetto e senza mai temere l’incursione nella prima linea serba: 19 punti, 6 assistenze (!) e 5 rimbalzi, a significare l’ormai consolidata capacità di competere a questi livelli. Prendendosi il lusso di uccellare mostri sacri del basket continentale. Non spegnere il fuoco Alessandro, adesso saranno lance, scudi, richiami di guerra al suono del corno di Mandimartello. Gioca sempre così, come se fosse l’ultima volta, come se fosse questione di vita o di morte..

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Gallinari 6.5 Come se giocasse in spiaggia con indosso delle infradito, eppure la classe è abbacinante. 14 punti senza premere troppo sull’acceleratore, ci sono energie da recuperare tra l’immensità di quelle spese. L’occhio del Gallo, la sua court awarenesse come la chiama Flavio Tranquillo, dice per tutta la gara una cosa sola: ‘Sasha, per oggi va così. Ma la prossima proprio no, suoneremo un altro spartito..’

Bargnani 7-  Pienamente recuperato alla causa, da un punto di vista anzitutto mentale e motivazionale, il Mago sa dispensare ogni volta lampi di grandezza tecnica che lasciano esterrefatti, col telecomando immobile tra le mani e la bocca spalancata. S’inarca, lotta, s’allontana dal pitturato e prende il tiro. Da registrare qualche coordinata difensiva, ma se dovesse essere ancora Italia-Serbia cambieranno le facce. E parecchio..

Cusin 6- 7 minuti, nel corso dei quali si vede e si sente poco

Melli 6+ I minuti sono 16, i gomiti oliati il giusto anche se contro c’è un cliente scomodissimo come Raduljca. Una bella tripla

Cinciarini 6.5 Una crescita progressiva, continua, che ci fa finalmente apprezzare un Cincia maiuscolo nella conduzione, coinvolto e a testa alta, capace di prendersi sette tiri mettendo in cascina 11 punti. Determinante, per l’Italia che si appresta a sbarcare agli ottavi, ritrovare un playmaking fluido e carismatico. Quale quello che Andrea sta facendo vedere. Poi, fortunatamente, di Teodosic ce n’è soltanto uno..

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Hackett 6 Anche Daniel, ovviamente, è determinante per le sorti della regia azzurra. Ieri ci ha messo volontà e desiderio, ma i margini di crescita sono ancora rilevanti. Forza

Polonara 6+ Sale nell’alto dei cieli per stoppare l’attacco serbo. Dimostra non solo di volerci, ma di poterci stare. Sursum corda!

SERBIA

Teodosic 9 Uno dei prodotti più autentici della scuola jugoslava, fatta come c’ha insegnato Sergio Tavcar di strafottenza, voglia di irridere l’avversario, determinazione ferrea e orgoglio inenarrabile nel difendere i colori di una bandiera issata nei secoli durante guerre e lutti. 26 punti prodotti in 27 minuti, 14 nel solo primo quarto, per il Von Karajan di Valjevo, che conduce le sue truppe come il principe Lazar fece nel 1389 alla Piana dei Merli. Perché per lui, come per ogni vero jugoslavo, irridere e scherzare l’avversario, manifestare la propria onnipotenza cestistica, conta più di ogni altra cosa. Anche di quel tarlo che ti rode da anni e ti consuma, quella nomea di perdente nei momenti che conta che ucciderebe chiunque altro. Non certo un figlio nobile della Serbia, che ha visto ben altre tragedie e può sopportare il coro di derisione di chi non ha mai saggiato la violenza di un’ascia bipenne. Onore a Milos Teodosic

Kuzmic 6.5 Considerando le decine di campioni che l’hanno preceduto, da Dalipagic a Kicanovic ecc ecc ecc, avrebbe il talento per portare Gatorade e sali minerali ai compagni. Eppure in campo ci mette attributi e volontà, oltre a 7 punti e 4 rimbalzi

Bogdanovic 6.5 Al piccolo trotto il gioiello belgradese che Obradovic adora, e infatti lo riempie di urla e improperi. 10 punti con 11 tiri. Scolastico..

Bjelica 7.5 Di abbacinante bellezza, tra i suoi avi ci dev’essere sicuramente un  nobile combattente che nel 1389 si oppose con successo all’avanzata del Califfo. 19 punti con una facilità disarmante. Stendhaliano, acuisce sindromi pericolose in chi lo guarda e lo rimira troppo a lungo

Nemanja Bjelica (foto tbl.org.tr)

Nemanja Bjelica, vero Califfo

Markovic 6 Onesto mestierante

Kalinic 6 Ha il volto tetro del pretoriano. Mica male..

Nedovic 6+ Questa volta stecca spesso al tiro, però produce anche rimbalzi e assistenze. Frutto delle centinaia di campi sgaruppati dove i piccoli serbi alimentano la propria voglia di emulazione del miracolo cestistico balcanico

Raduljca 7+ Vincerebbe a mani basse a braccio di ferro, a una tenzone di coltellate  o a chi recupera maggiori crediti in ogni porto malfamato. Sgraziato, pacioso nella sua volontà di distruzione, mette 14 punti in 15 minuti. Poi va in panca a compulsare il catalogo e farsi un nuovo tatuaggio, mentre un amico gli stava consigliando il locale giusto per andare a festeggiare il primato nel girone.. Da qualche parte lo attende Esteban Batista: insieme, sarebbero una coppia perfetta in un film di Quentin Tarantino o di Robert Rodriguez

Erceg 6/7 Bum bum bum.. Erceg è più pericoloso, al tiro, dell’artiglieria nordcoreana asserragliata nei pressi del famoso Parallelo

Sale Djordjevic 9.5 Larga parte dei successi serbi si devono a lui. Ma pur essendo domiciliato a Milano, non ricordiamo code di dirigenti italiani fuori dal suo portone.. O sbagliamo?