Se il buongiorno si vede dal mattino saranno delle Top16 spettacolari. Due giorni di grande basket ma soprattutto emozioni, hanno aperto la seconda fase di Euroleague con un paio di sorprese, qualche conferma ma soprattutto la sensazione che saranno due gironi molto equilibrati in cui, forse, solo Zalgiris e Cedevita sembrano poco attrezzate per competere.

Alexey Shved (fonte foto: www.rantsports.com)

Alexey Shved (fonte foto: www.rantsports.com)

BUZZER…O QUASI – Due partite si decidono a meno di 3″ dalla sirena, un’altra negli ultimi 20″ ed una quarta in volata. Le Top16 si sono aperte con la prima mezza sorpresa nel derby di Mosca, con il CSKA battuto in volata da un canestro di Shved ad 1″ dalla sirena. La squadra di Itoudis gioca a memoria per due quarti e sembra totalmente in controllo, con Teodosic (18 punti 7 assist) e De Colo (20 punti e 6 assist ma meno lucido del solito) a predicare basket, Higgins a fare canestro, Freeland a fare a sportellate sotto i tabelloni. Kurtinaitis al rientro in campo si gioca la carta Sokolov per riempire l’area e proteggere i tabelloni, il Khimki aumenta l’intensità difensiva, ma soprattutto Rice (22 punti con 9/15, 4 rimbalzi e 5 assist) e Shved (28 punti con 4/8 da 3 e 5 assist) entrano in partita e ne girano l’inerzia. Il finale è deciso da un paio di episodi ma la sensazione, avuta anche in regular season, è che fino a quando si gioca un basket “pulito” il CSKA sia pressochè imbattibile ma non appena si chiude il libro, gli avversari iniziano a mettere le mani addosso e trovano canestri “ignoranti”, i ragazzi di Itoudis vanno in confusione. L’allenatore greco dovrà trovare la chiave per gestire anche questi momenti, perché il girone F sarà una battaglia e difficilmente si giocherà il basket che piace al CSKA.

Anadolu Efes

Anadolu Efes

Altro finale ad altissima tensione ad Istanbul, dove il Crvena Zvezda, trascinata da un Zirbes che ormai vive in un suo mondo e continua il suo momento di onnipotenza cestistica, mette in grossa difficoltà l’Efes, va avanti addirittura di 15 punti (55-70) ben dentro il terzo quarto ma subisce una rimonta simile a quella che aveva firmato 15 giorni prima per accedere alle Top16, mettendo a referto solo 14 punti negli ultimi 12′ e subendo il canestro vittoria di Saric a 3″ dalla sirena. L’ultima palla a Zirbes (22 punti e 12 rimbalzi) sfugge di mano, forse c’è un fallo di Granger, ma l’Efes vince meritatamente perché ci ha sempre creduto pur giocando male, tirando peggio (38% da 3 per una squadra che viaggia ben sopra il 44%) e subendo la potenza fisica di Zirbes, nonostante un Dunston da 21 punti con 7/8 al tiro, ma solo 4 rimbalzi, che però viene coinvolto nella rimonta finale, tenendo impegnato difensivamente Zirbes che infatti perde lucidità in attacco, segnandone solo 2 negli ultimi 12′.

 (Foto Savino Paolella 2014)

Sergio Rodriguez (Foto Savino Paolella 2014)

Si decide nel finale anche Real Madrid-Bamberg, gara che da un lato conferma i mille dubbi sulle merengues, dall’altro la fiducia che abbiamo riposto sulla squadra di Trinchieri, ma alla fine la morale è che il Real viene comunque fuori dall’ennesima situazione difficile della stagione (oltre a Rudy, fermo ai box anche Llull), svoltando probabilmente l’ennesimo turning-point. Si perché, diciamolo senza messi termini, Laso ci ha capito poco per tutta la partita, subendo un Bamberg volutamente atletico, con Radosevic (12+6 per l’ex Milano) spesso in campo al posto di Theis, e la coppia Zisis-Wanamaker a guidare la transizione per far correre il Real su tutti i 28 metri. Nonostante la serata negativa di Melli, i tedeschi guidano senza problemi per oltre 20 minuti, ben oltre la doppia cifra di vantaggio, poi viene fuori il talento dei Rodriguez (22 punti e 8 assist), la cattiveria agonistica dei Reyes, l’intensità degli Ayon e Nocioni (decisivo sull’ultimo tentativo di Wanamaker), e il Real rientra in partita. Il Bamberg però è una signora squadra e resta in partita fino alla fine, quando a prendersi la scena è “El Chaco” dalle Canarie, che prima mette un lay-up di rara bellezza e poi la tripla frontale a 20″ dalla fine che piega le gambe agli uomini di Trinchieri.

Real MadridFenerbahceUlkerIstanbul_09

Buona prova per Bogdanovic (foto di Fabrizio Stefanini)

Volata lunga 10′ quella tra Fenerbahce e Panathinaikos che alla fine premia la maggior profondità (5 uomini in doppia cifra) degli uomini di Obradovic. I turchi guidati da Datome (8 punti nel primo quarto, ma poi gara tra alti e bassi) e dall’ottimo impatto di Udoh (16 punti e 7 rimbalzi) volano subito 14-0 ma il Pana è ben presente nel match e lentamente ricuce lo strappo, grazie soprattutto all’atipicità di Gist (14 punti con 3/6 da 3), che porta fuori dal pitturato il diretto difensore, e alla potenza fisica di Raduljica (14 punti e 6 rimbalzi), chiudendo una lunga rincorsa nel finale di terzo quarto quando mette la testa avanti per la prima volta. Qui inizia un ultimo quarto di rara intensità, con il Fener che prova l’allungo un paio di volte ma Calathes prima, Raduljica poi riportano sotto il Pana. Nel finale sono due triple di Antic a mettere la parola fine su un match che è sembrato già da play-off nonostante sia ancora dicembre.

(Foto di Savino PAOLELLA 2015)

Mike James (Foto di Savino PAOLELLA 2015)

LOKOMOTIV E LABORAL CI CREDONO – Due vittorie esterne nel primo turno, una per girone, e a riuscirci Lokomotiv Krasnodar e Laboral Vitoria. Meno difficile di quando non dica il +14 finale la vittoria del Lokomotiv in casa del Cedevita (5 sconfitta stagionale su 6 gare per i croati), con i russi che inseguono per 12′ fino al 27-22 interno prima che si accenda Malcolm Delaney che ne mette 21 nei primi due quarti nella sua clamorosa prestazione (di cui parliamo più avanti), in cui trova il tempo di smazzare 8 assist per accendere a turno Singleton (16 punti), Claver e Broekhoff per una vittoria che conferma ampiamente tutte le impressioni positive sulla formazione di Bartzokas.

Vittoria ancora più agevole per il Laboral a Kaunas, contro uno Zalgiris che come il Cedevita continua a faticare alla Zalgirio Arena. Il primo quarto dei baschi è pressoché perfetto, con Causer (13 punti e 4 assist) che ne mette 6 nel break di 14-0 che scava un solco che lo Zalgiris non riuscirà più a ricucire, nonostante Ulanovas (12 punti e 10 rimbalzi) ed Hanlan, ma soprattutto una maggior intensità difensiva, consentirà ai lituani di rientrare fino al -9 in apertura di ultimo quarto, tenendo a soli 9 punti l’attacco del Laboral nel terzo quarto. Ci pensa Diop con un paio di canestri a rimettere un margine importante, aiutato dai canestri, soprattutto da 3, di Darius Adams (16 punti con 4/7 dall’arco).

(Fabrizio Stefanini 2015)

Vassilis Spanoulis (Fabrizio Stefanini 2015)

LA CERTEZZA – Chi sembra non sbagliare mai è l’Olympiakos di Vassilis Spanoulis (11 punti e 9 assist). I greci giocano la solita gara di grande sostanza, non concedendo nulla allo spettacolo (segnano tutti ma solo due giocatori in doppia cifra) ma portando a casa una vittoria pesantissima contro il Barcelona, con uno scarto importante (+12) in un gruppo dove con molta probabilità gli scontri diretti avranno un cero peso. Gli spagnoli, reduci dalla vittoria in campionato nel clasico a Madrid, giocano una gara molle in difesa e con poca aggressività in attacco, andando sotto al primo strappo del Oly e non riuscendo più a rientrare, soprattutto mentalmente in partita. Dopo un avvio equilibrato, infatti, la gara si decide a cavallo della pausa lunga, quando Spanoulis inizia a mettere in ritmo Printezis ed Othello Hunter (10 punti e 5 rimbalzi) costruendo il parziale di 29-10 che in 13′ decide la partita.

L’ultima gara del primo turno è la vittoria più che sofferta di Malaga contro l’esperienza del Darussafaka. I turchi tengono in scacco per oltre 20′ l’attacco spagnolo, che paga l’assenza di Markovic con Nelson ancora fuori dagli schemi, guidando la sfida grazie all’ottima prova di Erden (doppia-doppia da 15 punti e 11 rimbalzi). Kuzminskas (15 punti) e Jamar Smith ridanno certezze a Plaza nel terzo quarto, prima che si accenda Edwin Jackson (20 punti con 3/4 da 3) ad inizio ultimo quarto, mettendone 7 nel 10-0 che spacca in due la partita e consente all’Unicaja di controllare il finale ed aprire le Top16 con una vittoria.

MVP – L’avevamo indicato come uno dei migliori giocatori, se non il migliore visto l’impatto sui risultati della sua squadra, della prima fase. Malcolm Delaney, giusto per non smentirci e per non perdere ritmo, apre le Top16 con una prestazione monstre di fronte al malcapitato Cedevita, scrivendo il suo career high in Eurolega, con 31 punti frutto di un 6/6 da 2, 5/9 da 3, a cui aggiunge anche 8 assist, per un complessivo 41 di valutazione, seconda miglior prestazione stagionale in Europa. Malcolm dimostra anche grande capacità di lettura, perché ne mette 21 nella prima metà di gara quando il Lokomotiv fatica a trovare le risposte alla difesa del Cedevita, poi dopo la pausa lunga legge gli adeguamenti difensivi e si mette al servizio dei compagni, smazzando assist per Singleton e Broekhoff. Attenzione a Malcolm perché potrebbe veramente essere l’MVP di questa stagione.

 (Foto Savino Paolella 2014)

“El Chaco” è tornato! (Foto Savino Paolella 2014)

COME BACK  – Non è proprio una rimonta quello di cui parliamo ma di un ritorno nel senso più letterale del termine, quello di “El Chaco” Rodriguez che sembrava essersi perso nelle difficoltà del suo Real. Nella serata forse più complicata della stagione, con l’apertura delle Top16 in casa, una gara che non si può perdere e senza i suoi fidati amici al fianco, Rudy Fernandez e Sergio Llull (incerti i tempi di recupero anche per lui, ndr), Sergio da Tenerife mette di nuovo il mantello del supereroe, che lo aveva portato al titolo di MVP nella stagione 2013/14 e trascina il Real, prima alla rimonta poi al successo contro il Bamberg. Saranno dell Top16 durissime ma Laso può sorridere con un Rodriguez in questo stato di forma.


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