Olympiacos – EA7 Emporio Armani Milano 81-58

Continua come peggio non potrebbe l’avventura alle Top 16 dell’EA7. Perdere in Grecia contro una squadra come l’Olympiacos ci può stare, un divario in doppia cifra tutto sommato anche, ma una disfatta di tali proporzioni, soprattutto se avvenuta quasi nel solo secondo tempo, pone più di un interrogativo sul momento che sta vivendo la squadra di Luca Banchi, a meno di sette giorni dal ventello subito nell’esordio casalingo con il Nizhny Novgorod.

Daniel Hackett, generoso ma poco incisivo (Foto Savino Paolella 2014)

Daniel Hackett, generoso ma poco incisivo (Foto Savino Paolella 2014)

E in effetti la gara, pur considerando la notevole differenza di pedigree tra gli avversari, è stata un po’ la fotocopia di quella con i russi. Partenza nervosa (meno di un minuto e mezzo per il primo fallo tecnico, a Banchi), pochi canestri ed equilibrio, con Spanoulis e Petway a spingere avanti l’Olympiacos e Melli, Moss e Gentile a rispondere colpo su colpo. Poi, Milano prova a spingere sull’acceleratore: prima passa in vantaggio con un rimbalzo offensivo di Samuels (10-11) e con un’altra tripla di Melli, un canestro pazzesco di Brooks sulla sirena del primo quarto e due punti di Gentile in apertura del secondo tocca anche il +7 (13-20).
Poi però, qualcosa inizia a spegnersi: i padroni di casa ritrovano la via del canestro con Hunter, Sloukas e Lafayette (20-20), l’Olimpia resiste, non demerita, ma quegli “episodi” che possono cambiare partite del genere (qualche errore banale al tiro, un paio di forzature, un rimbalzo sfortunato, una dimenticanza in difesa…) sembrano essere tutti a favore degli avversari; che infatti, con un 9-0 chiuso da Printezis che manda al bar Samuels, tornano in vantaggio sul 31-26.
Pur con qualche difficoltà in più rispetto ai minuti precedenti, l’Olimpia sembra comunque esserci, lotta per non affondare, torna a -4 con Kleiza (39-35) e solo il ferro beffardo che sputa la tripla sulla sirena di Gentile impedisce ai milanesi di andare al riposo con un solo punto di svantaggio. Niente, insomma, fa presagire il disastro del secondo tempo.

Joe Ragland, non pervenuto (Foto: Alessia Doniselli)

Joe Ragland, non pervenuto (Foto: Alessia Doniselli)

Perché di disastro si tratta, non ci sono altre parole per definirlo: un disastro annunciato dall’airball forzato da Moss allo scadere dei 24 secondi nella prima azione di gioco e dal terzo fallo di Samuels per impedire la schiacciata di Petway pochi secondi dopo. Fallo vano, col senno di poi, perché l’americano dopo la rimessa infila una tripla che dà il via a un break di 10-0. Una tripla di Gentile ridà un minimo di verve agli ospiti, che provano a ricostruire la rimonta dalla difesa; l’Oly non segna per un po’, ma anche Milano continua a faticare nella propria metà campo offensiva. Così, non si va oltre il -7, con Moss a convertire in due punti una mattonata da tre punti di Gentile, a 12:40 dal termine. Da lì, il crollo: i padroni di casa piazzano un parziale imbarazzante di 23-3 in 8 minuti quasi esatti, con Lafayette a infilare una tripla dopo l’altra e Printezis a utilizzare tutte le armi del suo bagaglio tecnico.
Più che fare discorsi dal punto di vista tecnico, o tattico, è la tenuta mentale che va analizzata: due gare di Top 16, una contro la presunta cenerentola del girone, l’altra con un avversario di tutto rispetto. Esito identico: primo tempo dal “mediamente negativo” al “dignitoso” (a seconda dell’avversario e dei punti di vista), secondo tempo disastroso senza “se” e senza “ma”. A preoccupare, oltre all’assenza di reazione da parte di tutta la squadra, è anche l’assenza di un leader emotivo: Hackett lo è stato nella Regular Season, ma ha faticato sia stasera sia la scorsa settimana; Gentile è parso più impegnato a forzare tiri da fuori che a prendersi la squadra sulle spalle; Samuels ha dimostrato una volta di più che, pur con tutta la buona volontà, una cosa è il campionato italiano, un’altra l’Europa, a prescindere dalla mole degli avversari (Hunter e Dunston sono alti meno di lui…); Ragland probabilmente si è messo da solo in castigo, mentre Kleiza pare abbia giocato quasi 16 minuti, stando alle statistiche ufficiali: c’è da stentare a crederci.
Il passaggio del turno sta virando sempre più da “speranza” a “miraggio”, ma dopo due gare non si può dire che tutto sia finito. Certo, c’è da darsi una svegliata, e in fretta.

Olympiacos Piraeus – EA7 Emporio Armani Milano 81-58 (13-18, 26-17, 17-9, 25-14)
Olympiacos: O. Lafayette e B. Petway 13, G. Printezis e M. Lojeski 12. Rim (41): B. Dunston e M. Lojeski 7. Ass (24): K. Sloukas 6.
Milano: A. Gentile 12, S. Samuels 9, M. Brooks 7. Rim (31): N. Melli 7. Ass (10): D. Hackett 5.