EA7 Emporio Armani Milano – Nizhny Novgorod 59-79

MILANO – Inizio tremendo di Top 16 per l’EA7, che dopo un primo tempo difficoltoso ma chiuso comunque in vantaggio, e dopo aver sfiorato anche la doppia cifra di vantaggio, cede di schianto nella ripresa contro un Nizhny Novgorod a dir poco sorprendente, guidato dai due americani Taylor Rochestie e Trey Thompkins.

(Foto Savino Paolella 2014)

MarShon Brooks, protagonista alla fine del primo quarto (Foto Savino Paolella 2014)

I primi, soporiferi minuti sono disastrosi per Milano, che segna i primi due punti dopo quattro minuti e mezzo con Gentile, ma anche dall’altra parte non sono certo rose e fiori: il Nizhny spadella da fuori tirando dei mattoni allucinanti, ma ha la lucidità di servire talvolta i taglianti sotto canestro, lasciati spesso e volentieri completamente soli dalla difesa milanese. Il risultato è un parziale iniziale di 0-8 per i russi, con l’Olimpia che non riesce a far girare palla e si accontenta di qualche tiro da fuori forzato, o comunque ad alto coefficiente di difficoltà, di Samuels, Gentile, Kleiza e Moss.
Poi, però, entra MarShon Brooks, e la partita sembra “svoltare”: 9 punti dell’americano in meno di 3 minuti portano Milano al primo vantaggio pochi secondi prima della fine del primo quarto (16-14). Il Nizhny però, poco per volta, prende le misure all’ex Laker e in attacco si affida alla mole del macchinoso ma efficace Parakhouski, mentre i biancorossi continuano a faticare a trovare continuità. Sporadici lampi di James, Kleiza e Gentile portano i padroni di casa anche a +9 (33-24), ma i russi ci mettono meno di un minuto e mezzo a ricucire fino al -4 su cui si va all’intervallo.
E qui arriva il crac: l’Olimpia non fa nemmeno in tempo a disperarsi per i 5 punti buttati via che il Nizhny, al rientro in campo, rivolta davvero l’incontro come un calzino. Trey Thompkins diventa l’incubo di Samardo Samuels, che in difesa non sa nemmeno da che parte iniziare a contenerlo, mentre Taylor Rochestie, dopo un primo tempo passato ad affilare la lama (2 punti, 0/1 al tiro, 2 assist), affonda il coltello sorprendendo la difesa milanese, che probabilmente si era convinta che il play ex Siena fosse effettivamente non nelle migliori condizioni fisiche.
«L’Olimpia è una squadra esperta, atletica e fisica, ma un tantino lenta» ha dichiarato coach Bagatskis a fine gara, «e per questo abbiamo cercato di velocizzare la partita. Ci siamo riusciti solo a partite dal terzo quarto: nel primo tempo siamo stati troppo lenti e troppo fermi, e questo ha dato la possibilità all’Olimpia di andare in vantaggio. Nel terzo quarto transizioni e tiri aperti hanno portato la gara dove volevamo».

(Foto Savino Paolella 2014)

Partita difficile per Alessandro Gentile (Foto Savino Paolella 2014)

Tutto però, è partito dalla difesa: dove inizino i meriti difensivi dei russi, bravi a imporre la loro fisicità sotto canestro e a contenere uno contro uno e pick’n’roll, e dove i demeriti dei milanesi, incapaci di segnare anche quei pochi tiri ben costruiti e di mettere in piedi una circolazione di palla degna di questo nome, è difficile da stabilire. Fatto sta che Novgorod inizia la ripresa con uno 0-8 che ribalta il risultato (35-39) e poi continua a bombardare con i due americani, mentre Milano non sa letteralmente che pesci pigliare. Parakhouski e Thompkins segnano da sotto praticamente liberi (37-45), dopodiché i canestri da fuori di Rochestie e dello stesso Thompkins scavano un divario sempre più ampio, toccando il +17 che costringe Banchi al timeout; timeout da cui però l’EA7 rientra con un airball di Brooks, che è l’emblema del secondo tempo dei milanesi. Insomma, un secondo tempo giocato senza testa e quasi senza grinta (9-28 il parziale del terzo periodo); e, in ogni caso, anche la poca grinta messa sul parquet è stata appunto vanificata dall’assenza di testa, tanto che il Nizhny nell’ultimo periodo tocca anche il +24 (50-74) prima di chiudere l’incontro 59-79.
Le parole di coach Banchi descrivono in maniera piuttosto esauriente la gara dei suoi: «Brutto esordio e sconfitta pesante, contro una squadra che ha avuto il merito di aver interpretato correttamente questa partita, riuscendo a imporre la loro fisicità. A noi è sembrato complicato far tutto, dai liberi alle triple, alle penetrazioni, spesso chiuse da stoppate dei loro lunghi. Ho sperato che il terzo periodo avesse un avvio diverso, invece, ovviamente, è stato il momento peggiore, che ha davvero compromesso la nostra gara. È stata una prestazione scadente, da parte di tutti, non punto il dito sui singoli; ora dobbiamo riordinare le idee e ritrovare intensità e qualità di gioco, al giusto livello per questa competizione».

MVP. La scelta è veramente difficile: al di là delle cifre, Trey Thompkins è stato davvero devastante nel terzo quarto, in cui ha segnato 13 dei suoi 19 punti totali, ma altrettanto fondamentale, e con la “ciliegina sulla torta” dell’effetto sorpresa dopo l’anonimo primo tempo, è stato Taylor Rochestie, autore di un secondo tempo da 17 punti con 5/8 dal campo e 6 assist.

EA7 Emporio Armani Milano – Nizhny Novgorod 59-79 (16-14, 19-17, 9-28, 15-20)
Milano: M. Brooks 18, A. Gentile 9, S. James e S. Samuels 8. Rim (44): S. James e D. Hackett 7. Ass (9): D. Hackett 6.
Novgorod: T. Rochestie e T. Thompkins 19, A. Parakhouski 18. Rim (45): T. Thompkins 15. Ass (22): T. Rochestie 8.