Parte oggi con i due anticipi Galatasaray-Zalgiris e Panathinaikos-Maccabi, entrambi valevoli per il gruppo E, la seconda fase di Eurolega. Ecco quello che secondo la redazione di Dailybasket.it è il power ranking dei due gruppi. Partiamo con il gruppo E, nel pomeriggio sarà la volta del gruppo F.

1) FC Barcelona 9-1

(Foto Savino Paolella 2014)

Xavi Pascual (Foto Savino Paolella 2014)

Senza Navarro per lunghi tratti della prima fase (solo 6 gare per lui) Xavi Pascual ha dovuto creare nuovi equilibri ed i blaugrana sono stati una delle piacevoli sorprese della prima fase, non tanto perché non li si aspettava in vetta al girone ma soprattutto perché hanno dimostrato  grande solidità e, cosa molto importante nel proseguo della manifestazione, di non essere più dipendenti dalla loro stella. Ancora di più adesso che dovrà stare lontano dal campo per 6 settimane, con il Barça che è corso ai ripari firmando  Edwin Jackson dal Villeurbanne. La solidità di Tomic, il sorprendente impatto di Doellmann, ma soprattutto il grande spazio dato ad Abrines e Satoransky che tornerà utile nella seconda fase, così come la crescita esponenziale di Hezonja. Restano i favoriti per il primo posto, soprattutto se continueranno a mettere, in patria, granelli di sabbia negli ingranaggi del Real.

2) Real Madrid 8-2

Una prima fase che lascia parecchi dubbi, anche se le Final Four a Madrid fanno dei blancos ancora i favoriti numero uno per la conquista del trofeo. Da un lato le statistiche dicono come il Real sia stato il secondo attacco per punti segnati, primo per assist e nel rapporto assist/palle perse, ma anche la difesa come prima nelle stoppate. Dall’altra l’impressione visiva di una squadra che ha faticato troppo a trovare nuovi equilibri, con gli innesti di Nocioni, Maciulis e Ayon, aggiunta all’infortunio di Rudy Fernandez e al vuoto lasciato da Mirotic, che né Sergio Rodriguez né Llull hanno saputo colmare. A tutto ciò un Pablo Laso sempre in bilico, continuamente sotto tiro dalla stampa spagnola (l’ultimo attacco è alla sua incapacità di vincere le partite che contano) e sulla cui testa le nubi di un possibile esonero continuano ad addensarsi. Nonostante tutto il Real ha chiuso al primo posto ma adesso bisogna cambiare passo e le succose sfide con Barça e Maccabi daranno senz’altro le motivazioni giuste per vedere un Real diverso.

3) Crvena Zvezda 6-4

(Foto Savino Paolella 2014)

Devi Smith ha cambiato passo nelle ultime settimane (Foto Savino Paolella 2014)

Una delle squadre che più ha impressionato nella prima fase. Inserita nel facile girone D ha comunque fatto vedere ottime cose e si è inserita alle spalle dell’Olympiakos sfruttando le difficoltà del Galatasaray, ma soprattutto la grande prima fase di Marjanovic e Marcus Williams. L’asse tra l’americano ed il lunghissimo serbo, rispettivamente miglior assistman e rimbalzista della prima fase, ha fatto da architrave di una squadra giovane che fa del ritmo e dell’intensità la sua forza. Mitrovic, Jaka Blazic e Kalinic hanno dato un grande supporto e giocato tutti su livelli altissimi. Se a tutto questo si aggiunge il grande supporto che la squadra ha sempre dalla Kombank Arena, ecco perché il Crvena Zvezda può continuare ad essere un avversario pericolosissimo per chiunque anche nella seconda fase della manifestazione e puntare deciso ad un posto nei play-off.

4) Maccabi 7-3

I campioni in carica hanno vissuto una prima fase da troppi alti e bassi, in cui le pesanti sconfitte con CSKA e quella interna contro il Cedevita sono stati il punto più basso. Però nelle ultime sei gare sono arrivate 5 vittorie, soprattutto dopo il rientro a pieno regime di Tyus ed un Devin Smith al livello di Final Four (MVP del mese di dicembre). La squadra sembra aver trovato il bandolo della matassa, Pargo e Ohayon sembrano integrati molto meglio e Randle sta dando un grande contributo, su entrambe le metà del campo. Potrebbe essere arrivata la svolta che a Tel Aviv aspettavano ma il girone si presenta molto complicato e non potrebbe bastare il supporto della Nokia Arena per andare avanti in Europa.

5) Panathinaikos 5-5

Sempre in spinta, questa volta marcato da Gentile  (Foto Savino Paolella 2014)

Nel bene e nel male è sempre Diamantidis il faro del Pana (Foto Savino Paolella 2014)

Un nuovo progetto con un grande investimento su molti giovani greci che alla lunga potrebbe essere vincente ma che nei primi due mesi di regular season stava pagando anche alti dividendi. Poi un mese finale in grande sofferenza, con 3 sconfitte consecutive ed un piccolo ridimensionamento per i greens, che hanno difeso il terzo posto nel girone grazie alla larga vittoria ottenuta all’andata contro Milano. Diamantidis è sempre l’ago della bilancia, ben supportato da un ottimo A.J. Slaughter e dall’uruguaiano Batista, ma la squadra ha viaggiato forte fino a quando il supporting cast (Giankovits, Mavrokefalidis, Fotsis) è riuscito a fare uno step in più per mantenere alta l’intensità del gioco. Ivanovic sta facendo un grande lavoro e la sua mano, soprattutto in difesa, si vede così come il ritorno di DeMarcus Nelson potrà dare quella imprevedibilità che a volte è mancata, però la sensazione è che quest’anno per andare avanti servirà qualcosa in più rispetto al recente passato.

6) Alba Berlino 4-6

I tedeschi potrebbero rimpiangere e non poco il secondo tempo dell’ultima sfida della prima fase contro il Cedevita. Una gara che, se vinta, li avrebbe portati nel girone F forse più abbordabile per raggiungere il quarto posto. Invece McLean e compagni si sono suicidati e dovranno lottare con le unghie e con i denti per agguantare i play-off. Peccato perché il girone di ritorno era stato più che promettente, dopo una prima parte deludente che aveva spinto i tedeschi vicino all’eliminazione, soprattutto per il rendimento interno (3 sconfitte su 5 gare). Il domino in patria (anche se nell’ultimo weekend è arrivato il primo pesante k.o.) sta dando grande fiducia ma l’Alba deve fare uno step in più se vuole avere una chance. Da un lato una delle migliori squadre nel distribuire il gioco e dividere le responsabilita (sesta per assist nella prima fase), dall’altra poca consistenza nella gestione della palla (terza per palle perse). Il rientro di Tabu potrà dare sicuramente qualcosa in più per cercare di puntare, prima squadra tedesca della storia, ai play-off.

7) Zalgiris Kaunas 5-5

 Jamel McLean (foto: Arth)

Jamel McLean (foto: Arth)

Ottima primo mese con un record di 3-1 che metteva i lituani tra le sorprese dell’Eurolega. Poi due sole vittorie con la qualificazione messa a rischio nell’ultima gara, salvati solo dal 2+1 di James Anderson sulla sirena. La mancanza di soldi ha spinto ancora una volta la dirigenza a puntare sui prodotti locali, aggiungendo la chicca di Anderson che ha saputo portare la sua esperienza al servizio della squadra, piuttosto che cercare di rimpinguare le proprie statistiche. Belle indicazioni sono arrivate da Lekavicius, Ulanovas e Gudaitis, con i vari Songaila, Milaknis e, nel pitturato, Jankunas e Javtokas che hanno dato un grande contributo in termini di esperienza. La sensazione è che il viaggio dei lituani si chiuderà ancora una volta alle Top16, con l’obiettivo di evitare il brutto ruolino di 2 sole vittorie della passata stagione.

8) Galatasaray 4-6

La cosa più complicata, parlando del Galatasaray, è capire chi coach Ataman avrà a referto alla prima palla a due della Top16. Dopo la fuga di Aldemir, direzione Philadelphia, l’addio non rimpianto di Aradori e Jawai, adesso sono arrivati Maric, in uscita dal Maccabi, e Justin Carter dal Usak Sportif. La situazione economica del club è quella che è, ma anche in campo quest’anno ci sono stati grossi problemi. Arroyo non è più riuscito a dare lo stesso contributo della passata stagione, se non a sprazzi, Micov non è stato il crack che a Galata speravano, Aradori ha avuto pochissimo spazio, belle indicazioni sono arrivate da Patric Young, inserito in corsa, e dal solito Erceg l’unico che ha mantenuto standard altissimi di livello, trascinando la squadra alle Top16. Squadra che non dà garanzie e che al momento sembra dietro a tutte le squadre del girone, ma composta da giocatori in grado di accendersi in qualsiasi momento e che in casa, trascinata dai suoi tifosi, è in grado di battere chiunque.


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