Maccabi Electra Tel Aviv – EA7 Emporio Armani Milano 75-63 (serie 2-1)

Sempre più in salita il percorso dell’EA7 Emporio Armani verso le Final Four casalinghe: a Tel Aviv, il Maccabi sembra un’altra squadra rispetto a quella vista a Milano, e regola gli ospiti giocando un partita tatticamente ai limiti della perfezione.

Ricky Hickman, tra i migliori dei suoi (Foto: Savino Paolella 2014)

Ricky Hickman, tra i migliori dei suoi (Foto: Savino Paolella 2014)

Gara nervosa in avvio, e percentuali e spettacolo ne risentono. Milano ci prova sul piano dell’intensità, e all’inizio funziona, con Langford, Hackett, Samuels e Moss che portano il punteggio sul 4-10 nei primi quattro minuti e mezzo; piano piano, però, inizia a giocare anche il Maccabi, soprattutto in difesa: Milano fatica a trovare buoni tiri, mentre in attacco i padroni di casa trovano Rice e Blu protagonisti e impattano con una schiacciata di Tyus a quota 15. Ancora Tyus schiaccia il primo vantaggio gialloblu in apertura di secondo quarto; Milano torna avanti con Lawal e Hackett, ma poi qualcosa si blocca definitivamente nell’attacco milanese. La difesa del Maccabi, infatti, costringe gli avversari a prendersi tiri che non vorrebbero prendere (triple di Hackett e Samuels, tiri in uno contro uno negli ultimi secondi dell’azione) e l’EA7, dopo il pareggio a quota 23 segnato da Samuels a metà del secondo quarto, segna solo 6 punti negli ultimi 5 minuti, concedendone invece 16, frutto di un Blu ancora on fire, di una tripla di Ohayon, di una ricezione profonda di Schortsanitis e di 4 punti in fila di Hickman, che portano le due squadre negli spogliatoi sul 39-29.
Milano però ci rimane, negli spogliatoi, almeno con la testa, visto che il Maccabi appena rimesso piede in campo prende il largo: prima una tripla dall’angolo di Devin Smith, poi Hickman e Ohayon, e infine una tripla pazzesca di Blu portano i padroni di casa al massimo vantaggio (+16, 49-33) in poco più di 3 minuti. L’EA7 risponde con un air-ball da 3 di Hackett, ma paradossalmente da quel momento i milanesi danno qualche segnale di ripresa, soprattutto nella metà campo difensiva, costringendo il Maccabi a qualche palla persa di troppo. Il problema, però, è ancora in attacco, dove l’Olimpia proprio non riesce a trovare continuità, e anzi ringrazia qualche fallo ingenuo degli israeliani che permette di ridurre un minimo il divario. A 2.40 dalla fine del terzo quarto Langford infila il -11, ma da quel momento si spegna nuovamente la luce per i biancorossi, che tornano a -16 subendo la tripla sulla sirena di Rice e affondano all’inizio del quarto periodo sotto le incursioni nei pressi del ferro dell’ex canturino Alex Tyus, che segna i primi quattro canestri dei padroni di casa e porta il punteggio sul 71-54. Banchi ci prova con un quintetto difensivo, senza Hackett e Langford, ma ormai è davvero tardi: qualche palla recuperata arriva anche, ma il problema è, di nuovo, l’attacco, dove la palla proprio non vuole saperne di entrare, nemmeno dalla linea della carità.

Daniel Hackett, miglior marcatore milanese, ma con pessime percentuali (Foto: Savino Paolella 2014)

Daniel Hackett, miglior marcatore milanese, ma con pessime percentuali (Foto: Savino Paolella 2014)

Finisce 75-63, risultato che porta il Maccabi sul 2-1 con la possibilità di chiudere la serie mercoledì, ancora in casa; particolare non da poco, visto quello che si è visto in campo: allo Yad-Eliyahu il Maccabi è parso un’altra squadra, molto più attenta e fisica in difesa, anche grazie a un metro arbitrale di manica molto larga (anche se spesso a senso unico), mentre Milano ha mostrato tutti i limiti della sua limitata esperienza a questo livello. Anche lo “spauracchio” Schortsanitis, pur debilitato da problemi fisici, ha inciso molto meno di quanto si temesse, e in ogni caso molto meno dell’affidabilità di Hickman sull’arco di tutti i 40 minuti, della capacità di Blu di prendere e segnare tiri pazzeschi e della solidità sotto canestro di Tyus, che ha sfruttato al meglio ogni pallone che gli è capitato tra le mani; ma, la vera chiave, come detto, è stata la difesa, che ha concesso a Milano solo i tiri che voleva concedere. L’Olimpia, dal canto suo, si trova ora di fronte al primo “win or go home” della sua stagione: vincere a Tel Aviv non è impossibile, ma coach Banchi dovrà trovare alternative valide in attacco. Con Langford ancora fisicamente a mezzo servizio, e incapace di battere l’uomo in uno contro uno, l’attacco milanese è stato più che prevedibile, vivendo di tiro da tre (con percentuali pessime, 4/25) e qualche sporadico pallone in post basso a Samuels. Troppo poco per battere il Maccabi di una vecchia volpe come David Blatt: per ribaltare la serie servirà una prova corale della migliore Milano possibile.

MVP. Come detto, sono Hickman, Blu e Tyus i veri protagonisti dell’incontro, ma dovendone scegliere uno tra questi tre, andiamo con l’ex giocatore di Virtus, Fortitudo e Benetton. David Blu mette canestri pazzeschi nei momenti più delicati della gara, contribuendo ad affondare ogni speranza per la squadra ospite, e chiudendo con 16 punti, 6/13 dal campo e 4 rimbalzi.

Maccabi Electra Tel Aviv – EA7 Emporio Armani Milano 75-63 (15-16, 24-13, 22-16, 14-18)
Maccabi: D. Blu 16, R. Hickman 15, A. Tyus 14. Rim (42): A. Tyus 8. Ass (15): R. Hickman 6.
EA7: D. Hackett 14, K. Langford 12, C. Jerrells 11. Rim (37): D. Hackett 6. Ass (14): K. Langford 4.