FC BARCELLONA-OLYMPIAKOS 73-57 (20-8, 15-18, 15-12, 23-19)

Juan Carlos Navarro

Un paio di giocate di classe per Navarro (foto di Claudio Devizzi)

Chissà se Sfairopoulos, analizzando il match a mente fredda, guarderà al bicchiere mezzo vuoto o a quello mezzo pieno. Da un lato una gara non giocata dall’Olympiakos, battuto tatticamente e fisicamente dal Barcellona, dall’altra una partita in cui i biancorossi del Pireo sono sempre rimasti mentalmente in partita ed intorno alla doppia cifra di svantaggio pur giocando senza  Spanoulis (10 minuti, 1 punto e 0/4 al tiro). Si perché il play greco, già in non perfette condizioni di forma, è stato letteralmente tolto dal match da Pascual, che non ha voluto regalare nulla ed è partito subito con un quintetto altissimo, con  Tomic, Lampe e Thomas ma soprattutto Satoranski a seguire Spanoulis come un ombra. Il risultato è un primo quarto in cui di fatto si decide il match, con i blaugrana che dopo le prime fasi di studio prendono possesso del pitturato su entrambe le metà del campo (14-7 i rimbalzi nel primo quarto, 44-27 il computo finale) e scavano un solco di 12 punti grazie al 4/7 da 3, da cui l’Olympiakos non riesce più a rientrare. In realtà la gara si decide a cavallo della prima sirena, quando il Barcellona in meno di 3 minuti mette insieme un break di 14-4 che dal 11-6 la spinge sul 25-10, grazie non solo all’intensità difensiva ma anche all’incapacità dell’Olympiakos di trovare alternative all’asfittica serata da dietro l’arco (0/5 nel primo quarto, 2/11 all’intervallo, 6/22 a fine gara). Eppure i greci provano a giocarsela fino in fondo, riuscendo anche a rientrare in un paio di occasioni sul -8 e risalendo dal -15 al -10 in apertura di ultimo quarto, alternando qualche difesa a zona e spinti da un paio di giocate di Agravanis (9 punti con 4/6 dal campo, decisamente il migliore tra i greci). Pascual non deve neanche chiamare time-out, perché i blaugrana si rimettono giù sulle gambe in difesa e bastano un paio di triple di Nachbar per far scorrere i titoli di coda a 5’ dalla sirena. Si torna in campo tra 48 ore, dove si spera di avere in campo il vero Spanoulis altrimenti per l’Olympiakos sarà peggio che scalare il Mortirolo.

MVP: La solita lunga rotazione del Barça rende come sempre difficile trovare l’hombre del partido. Eppure Satoranski mette su tutti i 28 metri quel qualcosa in più che lo fa preferire ai compagni. Pascual manda le sue lunghe leve su Spanoulis e lui risponde rubandogli subito il primo pallone e costringendo Sfairopoulos a sostituirlo dopo 5’. In attacco mette anche un po’ di ciccia con 9 punti e 6 rimbalzi, di cui ben 3 in attacco.

REAL MADRID-ANADOLU EFES ISTANBUL 80-71 (22-20, 13-23, 26-10, 19-18)

 (Foto Savino Paolella 2014)

Buona la prima per Laso, nonostante qualche apprensione (Foto Savino Paolella 2014)

Il Real vince gara-1 di quello che tutti considerano il quarto di finale meno equilibrato, ma l’Efes dimostra di non essere qui per caso, mettendo tanta paura alle merengues per oltre 20 minuti. Interpretazione perfetta dei turchi che mettono molta pressione difensiva e fanno muovere la difesa del Real in attacco, trovando spesso e volentieri tiri ad alta percentuale (12/18 da 2 e 40% da 3 nel primo tempo), riuscendo soprattutto a limitare le palle perse e non permettendo al Real Madrid di alzare i ritmi. E così, pur subendo a rimbalzo, l’Efes scappa via in avvio di secondo quarto dal 27-23 al 27-38, spinta dall’ottimo primo tempo di Saric (9 punti e 5 rimbalzi) e dalle giocate di Huertel (7 assist nel primo tempo, ma alla fine 8 palle perse per lui), e poi i turchi sono anche bravi a reagire alla scossa che Rudy prova a dare al match, riuscendo ad andare all’intervallo lungo sopra di 8. Al rientro in campo però la gara cambia, perché il Real aumenta l’intensità difensiva, forzando palle perse in serie (alla fine saranno 16 per i turchi)  e costringendo l’Efes a tiri complicati, ma soprattutto il Real dopo un primo tempo in cui attacca in maniera indecente, tenendo troppo ferma la palla ed affidandosi spesso e volentieri al tiro da fuori (17 tiri su 30 nel primo tempo, ma solo 23%), inizia a muovere l’attacco e a trovare maggiore fluidità e con un 7/9 dal campo in avvio di terzo quarto ribalta in fretta la gara mettendo la freccia sul 46-45. L’Efes continua a pasticciare e quasi per inerzia i blancos scappano via sul finire del terzo quarto grazie ad un paio di triple di Rivers (59-51) e toccano il +10 in avvio di ultimo quarto. Qui Saric eKrstic provano l’ultima scossa, rientrando sul -6, ma un nuovo immediato contro-break Real di 6-0 fa calare il sipario sul match.

MVP: Grande partita di Gustavo Ayon, uno dei pochi a salvarsi nel primo tempo abulico del Real prendendo possesso dell’area. Nella ripresa diventa il fulcro della ritrovata intensità difensiva delle merengues per poi andare a raccogliere i frutti nella metà campo offensiva, chiudendo con una doppia-doppia da 14 punti e 10 rimbalzi a cui aggiunge anche 4 stoppate.


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