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MANTAS KALNIETIS – Praticamente spettatore non pagante per oltre 30’, mentre i suoi compagni viaggiano a fari spenti sulla scia del Galatasaray, decide di mettere la freccia e di guidare la squadra alla vittoria, diventando un gigante su entrambe le metà del campo. In difesa mette le sue lunghe leve dappertutto oscurando Arroyo e facendogli perdere due palloni sanguinosi, in attacco si traveste da killer vero e proprio trovando il fondo della retina con la tripla del sorpasso finale.

RUDY FERNANDEZ – Prestazione da autentico leader e fuoriclasse per Rudy che, stimolato dalle percentuali irreali del Bayern nel primo tempo, decide di far vedere qualcosa della sua classe, mettendo insieme un campionario di tiri da vera stella assoluta: arresto e tiro, step-back in contropiede, terzo tempo con esitazione in mezzo all’area, catch&shoot, e chi più ne ha più ne metta. Quando decide che la partita deve andare a lui non c’è nulla che lo possa fermare, se non forse se stesso… (leggi sotto)

BOGDAN BOGDANOVIC – Che ormai il suo futuro sia dall’altra parte dell’Oceano lo sanno anche i ferri dello Kombak Arena, ma lui ogni volta vuole dimostrarlo ancora di più, se mai qualcuno nutra dei dubbi. Il modo in cui ha dominato la partita contro il CSKA e come, con la freddezza del veterano, l’ha decisa nel finale punto a punto dice molto del suo “essere pronto”. La semplicità ma allo stesso tempo l’efficacia con cui riesce a giocare su ogni pallone, sia in attacco che in difesa, lascia ogni volta stupiti, soprattutto per l’incredibile maturazione che il ragazzo ha avuto negli ultimi mesi.

MACCABI TEL AVIV – I “gialli” di David Blatt continuano a viaggiare a fari spenti, eppure dopo aver vinto il proprio girone di qualificazione si ritrovano con 3 vittorie in altrettanti match di Top16. E’ vero il calendario non è stato complicato, in un girone che sembra comunque un filo più semplice, ma il Maccabi riesce ogni volta a trovare un giocatore diverso con cui risolvere la pratica, a dimostrazione di una solidità di squadra che potrebbe alla lunga pagare.

DOWNS

RUDY FERNANDEZ – Che la sua classe sia immensa e riconosciuta lo si può leggere qualche riga sopra. Quello che di Fernandez non ci è mai piaciuto è il suo atteggiamento spocchioso e provocatorio con cui sta in campo. Lo si vede dal linguaggio del corpo che si sente il più forte, ma quando sul +20, a meno di 2 minuti dalla fine, mette un canestro francamente impossibile e tira fuori la lingua scuotendo la testa irridendo gli avversari, crediamo che esageri e dovrebbe forse darsi una regolata. Soprattutto se vuole bene a se stesso e alla sua classe.

CSKA MOSCA – Non ci ha mai pienamente convinto il CSKA di Ettore Messina. La sensazione finora è quella di una squadra da “vorrei ma non posso”, in cui le gerarchie sembrano sempre da ricercare nel corso dei 40’ e dove si va più a braccio seguendo l’istinto e la classe dei grandi giocatori a roster, più che un chiaro disegno tattico. E la sconfitta al fotofinish nella gara di Belgrado è forse la cartina di tornasole di questa situazione. A Mosca questa settimana arriva il Real, sarà svolta o crisi?

BOJAN BOGDANOVIC – 4 punti, 2/8 dal campo, 2 palle perse. Non certo il tabellino di una delle bocche da fuoco più micidiali dell’Eurolega. Come tutto il Fener sta soffrendo, e non poco, questo avvio di Top16 in cui le sue statistiche sono precipitate toccando il fondo proprio a Malaga (ad esempio non ha ancora messo una tripla, dopo aver viaggiato al 41% nel girone). Se un giocatore come lui, che non è mai stato un fine dicitore nella metà campo difensiva, inizia ad avere problemi anche in attacco per Obradovic saranno dolori.