Hackett saluta i suoi nuovi tifosi (Foto: Savino Paolella)

Daniel Hackett all’esordio in maglia EA7 in Eurolega (Foto: Savino Paolella)

Non può essere un crocevia, ma una premiere all’OAKA neppure può essere considerata una gara come tutte le altre. Per di più se è la prima in Europa con Daniel Hackett. Milano è in un girone di ferro con squadre abituate al palcoscenico blu-stellato e con un Fenerbache che pur senza tradizione ha dimostrato di essere nell’anno di grazia guidato da chi, Obradovic, sa come si fa a raggiungere il traguardo cui tutti ambiscono. Ora, le alternative sono poche. Rassegnarsi ad essere, per l’ennesima volta, un’incompiuta, o dimostrare di valere l’Europa e quel sogno chiamato Final Four in casa.

Negli uomini di questa Olimpia ci sono le qualità per sorprendere. Ma la teoria non basta. Contro il Pana, molto più fisico, molto più “interno” ed intimidatorio (8,5 palle rubate contro le 5,6 di Milano – 3,3 stoppate contro l’1,7 di Milano) Milano dovrà giocare di squadra, dar senso alle proprie qualità sublimando il valore assoluto dei propri giocatori in un contesto unitario. Cercare di metter pressione, asfissiante se possibile, sul portatore di palla, un must imprescindibile cercando di sporcare le linee di passaggio che conducono dritte al cuore dell’area. I verdi cercheranno sistematicamente il gioco a due per creare spazi e cambi difensivi vantaggiosi lasciando, in alternativa, l’isolamento per gli uomini d’area. Chiaro che solo con una solidità difensiva che solo a tratti questa Olimpia ha dimostrato di avere, gli uomini di Banchi possono sperare di restare in partita. E anche perchè solo partendo da qualche palla rubata per creare ritmo e transizione ci si può emancipare dalla dipendenza totale ed assoluta dalla serata fausta o meno dei propri esterni. Già, ritmo e transizione. I biancorosso hanno nel ritmo del match il cardine per cercare di girare l’inerzia a proprio favore. Milano ha uomini da uno contro uno ma, battuto l’uomo, contro il Pana, il rischio è di imbattersi in un’area affollata e congestionata. Meglio allora creare i presupposti per un “assedio” corale al fortino greco organizzando il gioco con sensato bilanciamento pescando dal playbook con sapienza.

Hackett-Diamantidis con la possibilità che Jerrells sia la chiave di volta della staffetta (specie difensiva – pur pagando in termini di centimetri), probabilmente il duello chiave nella speranza che Gentile confermi di essere il giovane in ascesa più promettente d’Europa e che Melli si consacri ad alti livelli per intimidire la batteria di lunghi greca. Orfana di Samuels e con il dubbio Moss, l’Armani ritrova però Kangur. Sarà dura, ma mai come stavolta “mission is-possible”.

Pronostico DB: crederci sempre, Milano sbanca l’OAKA.


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati