Federica divenne istruttore di minibasket nel 1995.
Nel 2010 ha conseguito la qualifica e quindi il tesserino di istruttore nazionale minibasket a seguito della frequentazione del corso biennale previsto dal regolamento federale per accedere al quale è necessario soddisfare il requisito di  una esperienza di quattro anni sul campo.
Come vivi questa esperienza?

“Il tutto per me è stato di grande esperienza e di grande confronto, con i tanti Istruttori Minibasket, di tutta Italia, grandi persone sia a livello umano che a livello tecnico.
Le argomentazioni del corso sono state tante e varie;  Cremonini, responsabile tecnico del Settore Nazionale Minibasket nonchè formatore di istruttori di minibasket, che stimo molto, ha trasmesso il concetto del pensare positivo, di rispetto e protezione delle categorie minibasket, in riferimento in particolar modo ed agli Under 13. Si è pure trattato il tema del creare giocatori pensanti stimolando la sfera cognitiva e la “fantasia motoria”.

 

Quale situazione trovi all’interno del movimento?

“Dal 2010 in poi, ma anche già da prima avendo osservato attentamente le varie dinamiche dei campionati minibasket  e sul campo, grazie anche alle testimonianze ed ai colloqui con gli altri Istruttori Nazionali, ci siamo accorti sempre di più, salvo alcune isole felici tipo Stella Azzurra dove ho allenato, che appena i ragazzini transano dalla categoria minibasket alla successiva si ritrovano ad interfacciarsi con una realtà ben diversa.
Le cose cambiano di netto negli allenamenti, si pensa che già a 12-13 anni il pick&roll sia la soluzione migliore che ti fa vincere le partite, o si pensa che a 14 anni è meglio fare la zona. E tutto il lavoro magari fatto in precedenza da un buon Istruttore minibasket va a scemare. Tale tendenza provoca sovente un allontanamento dal basket giovanile attorno ai 12 anni di età, soprattutto nel settore femminile.
Fortunatamente a gennaio 2012 è stato organizzato un clinic (qui nel Lazio), da coach Bocchino e coach Cremonini, dove si è cercato di spiegare l’ importanza del collegamento tra minibasket e basket”.

 

Facci un esempio di dinamica di collegamento.

“Il minibasket come il basket è soprattutto un gioco di “situazioni”; i ragazzi e le ragazze vanno abituati, a varie situazioni sia di allenamento sia di apertura mentale e il minibasket fatto per bene, dona loro le competenze e la preparazione per affrontare le successive nuove difficoltà che verranno loro proposte, non forzando i tempi ma rispettandone l’adeguata regolarità”.

 

Secondo la tua opinione, quanto interferisce a tale scopo la qualità degli insegnanti?

“Le società tendono a privilegiare l’impiego di neo istruttori minibasket, retribuendo gli stessi con dei “ridicoli rimborsi”, pensando che tutto sia a posto così. Ma allora mi chiedo: ‘La preparazione, la professionalità, le competenze di un Istruttore Nazionale Minibasket, facendo addirittura  i corsi di easy basket ed easy basket medium a cosa servono?  Se poi le società impiegano sempre le stesse persone, si inibisce il progresso dell’insegnamento che rischia di risultare ristagnante nelle metodiche anziché rinnovarsi anche nei componenti del corpo insegnante stesso. In un’occasione è intervenuto da noi coach Capobianco il quale ha presentato esercizi-giochi mai visti da queste parti quanto interessantissimi; purtroppo, gli spalti semi-vuoti costituirono la testimonianza vivente di una condizione del “sentirsi arrivati” generalmente diffusa nella regione Lazio. Un grande complimento va alla regione Toscana, una delle regioni più in fermento e sempre rivolta  alle novità ed al sostegno del minibasket in rosa. Nel Lazo abbiamo alcuni formatori di istruttori veramente validi: ma, senza la formazione di altri, per quanto tempo ancora sarà garantita la qualità del servizio?”.

 

Quali sono ad oggi le norme che regolamentano l’attività degli istruttori di minibasket?

 

“I campionati Minibasket-Fip prevedono che in panchina ci siano Istruttori qualificati e aggiornati. Ma durante questi campionati non c’è mai nessuno che controlli queste situazioni. Ad esempio, i mini-arbitri non ci sono più; dunque, il settore Minibasket ha pensato giustamentedi far nascere delle nuove figure specifiche dette “Ispettori” (come scritto sul sito della Fip-minibasket) che hanno il compito di controllare che tutte le regole dei campionati minibasket  siano rispettate (in primis la figura dell’ Istruttore Minibasket qualificato e aggiornato).
Non è successo niente di tutto questo; allora gli Istruttori Minibasket, perchè dovrebbero aggiornarsi quando in campo, nessuno sa se questi  hanno la tessera e sono a posto con gli aggiornamenti previsti dalla Fip, per essere autorizzati ad Insegnare il minibasket e per stare in panchina con i bimbi? E’  proprio in questo senso che avevamo chiesto, ma in vano, come “Istruttori Nazionali Minibasket”, che la nostra figura venisse maggiormente tutelata al fine di rendersi utile al settore Minibasket”.

 

Che dire volendo dare risalto ad aspetti positivi relativi al movimento?

 

“Il Settore Minibasket-Fip, prende anche iniziative molto belle e di grande esperienza sia per gli istruttori nazionali minibasket , sia per tutti i bimbi e bimbe che per tutti i ragazzi e ragazze: “I Jamboree”.

 

In cosa consiste?
“Io ho avuto la fortuna, di partecipare al “Jamboree in rosa” a Viareggio lo scorso anno, ed è stata una esperienza unica ed entusiasmante: Eccellente organizzazione da parte della Fip, e grande professionalità ed umanità da parte di tutti gli addetti ai lavori.
Grande occasione di confronto con gli altri Istruttori Nazionali minibasket, ma anche un po’ di delusione derivante dal fatto che il minibasket in rosa è praticato da poche bimbe, in tutta Italia, ma anche di grande stimolo per fare meglio, lavorando per instillare nella mente dei genitori che il minibasket è anche per le femmine , al fine di portare questo nostro bellissimo gioco-sport a tutti i nostri bimbi-bimbe, a tutti i nostri ragazzi-ragazze, di qualsiasi colore, ricchi o poveri che siano, con l’obiettivo di farlo diventare il gioco-sport nazionale nelle nostre scuole come attività principale nelle ore di educazione motoria e fisica”.

 

L’esortazione finale?

 

“Lo dico e lo ripeterò sempre: quando si entra in palestra si ha lo stesso sorriso e la stessa passione del primo giorno. E’ da li che dobbiamo cominciare per creare nuove passioni e nuovi stimoli, soprattutto ai nostri bimbi del futuro.
I love this game”.