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Per concludere questa stagione sportiva, in cui abbiamo seguito le gesta e le vicende delle ragazze della Libertas Bologna cercando di offrire a giocatrici ed allenatori un po’ di spazio per parlare di se, mancava -ma non certo per ordine di importanza- una delle ragazze del quintetto. Per cercare però di finire in grande, anche nel nostro piccolo, abbiamo coinvolto anche il suo papà, figura di spicco non solo a livello locale, ma nazionale. Ci perdonerà, ne siamo sicuri, se per una volta però lo etichetteremo semplicemente come “il padre di Arianna”, e daremo, come abbiamo sempre cercato di fare, il posto d’onore a chi in campo ci ha messo piede.

Li abbiamo intervistati in separate sedi, ponendo loro le stesse domande e vedendo se le risposte si assomigliavano almeno un po’. Ultima intervista doppia di stagione. Speriamo che piaccia leggerla a voi quanto è piaciuto farla e scriverla a noi. Adesso sotto con le presentazioni..

Lei: sorridente anche dopo due ore di allenamento di un giovedì sera qualunque, perfettamente a suo agio nel suo ambiente naturale che è la palestra.

Arianna Landi in lunetta - Foto Libertas

Arianna Landi in lunetta – Foto Libertas

Lui: ugualmente sorridente ma impeccabile nel suo completo scuro, pronto a lavorare anche in un sabato pomeriggio che già verrebbe voglia di essere al mare.

Fabio Landi

Fabio Landi

Arianna e Fabio sarebbero anche una figlia e un padre qualunque, se in comune non avessero un cognome –Landi– che a Bologna, per il basket rosa e non solo, vuol dire davvero tanto. Lui co-presidente della Libertas Bologna e socio di Fortitudo 2011, vice presidente di lega e presidente della lega2. Lei guardia-ala della serie A2 e punto di riferimento anche dell’under 19 e della nazionale.

DailyBasket li ha incontrati per voi, a debita distanza l’uno dall’altra, e gli ha rivolto alcune domande.

-Se dico “Libertas” cosa viene in mente?

Arianna: Per me prima di tutto Bologna, ma anche divertimento e sconfinata passione.

Fabio: Grandissime soddisfazioni, bellissimi ricordi e traguardi con un unico denominatore: ragazze che per la pallacanestro hanno sempre dato tutto.

 -La passione per il basket si trasmette col DNA?

A: Sì, assolutamente. I miei mi portano a palazzo da quando avevo cinque mesi. È una passione che senti dentro.

F: Sì. Arianna veniva a palazzo con noi fin da quando aveva pochi mesi. La passione si è trasmessa eccome..

-Ma è più un vantaggio o un peso “essere la figlia di..”

A: Un PESO. Scritto in grande. Da Bologna fino alla nazionale, serve fare il triplo del normale per dimostrare di meritare le stesse cose delle altre. Altrimenti la gente dice che ottieni tutto perché sei una privilegiata..

F: Un grandissimo peso. Arianna è molto matura di suo, ma ha dovuto crescere molto in fretta per sopportare questo fardello, che di sicuro le ha portato più svantaggi che vantaggi.

-In casa Landi si parla molto di basket e di Libertas?

A: Sì, a tavola soprattutto, ma poco di Libertas e più di basket in generale, così si evitano più facilmente i contrasti in famiglia..

F: Se ne parla molto ma siamo più orientati al maschile, in modo da tenere ben separati i ruoli padre/presidente e figlia/atleta.

-Ma Fabio è più tifoso, presidente o genitore quando segue le partite?

A: In realtà io guardo poco in tribuna quando gioco, ma direi più genitore.

F: Di base presidente, ma spesso scatta il ruolo di genitore perché sono sempre molto esigente con me stesso e con le persone a me care.

-E Arianna è più giocatrice o figlia per Fabio quando gioca?

A: Credo mi veda più come figlia, anche se cerca di essere distaccato come il suo ruolo gli impone.

F: Dipende dai momenti, anche se soprattutto nelle ultime partite Arianna credo abbia giocato per il papà, e non per il presidente.

-Quale ruolo ha giocato o gioca tuttora Fabio nella passione di Arianna per il basket? E quale Arianna per Fabio?

A: Mio padre mi ha fatto conoscere e amare questo sport senza mai forzarmi. Ho provato anche altri sport da piccola, ma la sua passione e il suo amore per la palla a spicchi sono stati determinanti per le mie scelte fino adesso.

F: Importantissimo. Acquistai la Secchia Rapita nel 2005 quando Arianna giocava lì, e da allora si è creato con lei un legame a doppio filo. Pensi che fu la sola a cui chiesi consiglio tre anni fa prima di decidere di entrare in Fortitudo.

-Il ricordo cestisticamente più bello con lui/lei?

A: Indubbiamente le ultime finali nazionali under 17, quando papà era lì a bordo campo ed è corso a festeggiare lo scudetto in campo con noi. Con me..

F: Il primo scudetto tre contro tre under 14 vinto nel 2010 a Venezia. Arianna venti giorni prima delle finali era a letto con la scarlattina, ma giocò e vinse battendo la favoritissima Brindisi in finale, giocando da protagonista.

-La cosa che ti piace di più in lui/lei?

A: La sua passione, l’entusiasmo che ci mette e i tantissimi sacrifici che ha fatto per il basket fino ad oggi.

F: La maturità, la determinazione e la grinta che mette in tutto quello che fa.

-La cosa di lui/lei che invece sopporti di meno?

A: (Sorridendo) avrei la lista, ma in cima ci metto sicuramente la testardaggine. Quando si mette in testa una cosa, non lo ferma nessuno.

F: Anche se sta maturando anche sotto questo aspetto, dovrebbe lamentarsi meno con gli arbitri, e in generale essere un po’ meno umile e un po’ più egoista.

-Com’è il livello del basket femminile in Italia?

A: In calo. Ci sono tante straniere in serie A e diverse anche in A2. Servirebbe secondo me che le italiane avessero più spazio, indipendentemente dal fatto che siano under o meno.

F: In forte flessione come qualità e quantità. Ci sono poche tesserate effettive rispetto a movimenti come la pallavolo, che solo in zone come Bergamo ne hanno più del doppio rispetto alle nostre in tutta Italia. Serve rigenerare interesse, anche affiancando per la prima volta il basket maschile e quello femminile, come abbiamo fatto nella (riuscitissima NdR) tre giorni dell’all star game di Rimini quest’anno.

-Se non ci fosse il basket nella vita di tuo padre/di sua figlia?

A: Sarebbe perso. Forse si dedicherebbe al calcio, visto che una volta faceva anche l’arbitro..

F: Sicuramente ci sarebbe un altro sport. Arianna ha lo sport nel DNA..

-Dai a tuo padre un consiglio “dirigenziale”..

A: (Ride) Papà, mettiamo i nomi sulle canotte da gioco con i brillantini argentati. Sai che chicceria dopo?

-Dia a sua figlia un consiglio “tecnico”..

F: Lavora per migliorare il tiro da fuori e sii più attiva nel gioco offensivo.

-Godete dell’immunità diplomatica di DailyBasket. Dite all’altro quello che volete..

A: Sei stato un matto a buttarti in questa avventura..

F: Sono emozionato ed orgoglioso di avere una figlia così, e auguro anche a tanti altri papà di essere altrettanto fortunati.

 

 

Con Arianna e suo padre che ci salutano, chiudiamo simbolicamente la nostra stagione sportiva 2013/2014. Grazie a tutti quelli che ci hanno seguito in questa avventura. Ma ricordatevi sempre che il basket non si ferma mai.
Soprattutto sulle pagine di DailyBasket!