Europromotion Legnano – Pallacanestro Trieste 2004 85-87

Tanto amaro in bocca a Legnano per una sconfitta a fil di sirena arrivata su un errore banale negli ultimi secondi dopo una partita tosta e di carattere. Sul +1 per Trieste, capitan Maiocco fa solo 1/2 ai liberi e pareggia; Trieste in attacco sbaglia e, a 6 secondi dalla fine, Raivio, invece che tenere palla e provare un improbabile, ma innocuo, tiro da metà campo, prova un passaggio lungo e trasversale verso Maiocco; Coronica intercetta e, in poco più di due secondi, si mangia il campo in volata e appoggia il canestro della vittoria a fil di sirena.

Se una sconfitta del genere non può che fare male al morale dei Knights, l’infortunio subito da Frassineti a metà del terzo quarto di certo non migliora le cose, soprattutto considerando l’assenza di Pacher per almeno un mese. Senza due delle sue tre bocche da fuoco, Legnano dovrà inventarsi qualcosa per non incappare in una lunga serie di sconfitte, al momento già a quota tre.

Trieste, dal canto suo, raggiunge proprio Legnano in classifica, e mostra di essere una squadra solida, equilibrata e in grado di adattarsi: quando Ferrari ha schierato i suoi con un quintetto piccolo, con il sorprendente Sacchettini come centro, Dalmasson ha risposto con un quintetto ancora più piccolo, con Parks e Zahariev da lunghi. E, alla fine, ha avuto ragione lui, grazie anche, se non soprattutto, alla leadership e al talento di Andrea Pecile, emerso nei minuti finali.

Nik Raivio, palla persa sanguinosa nel finale (Foto Claudio Devizzi Grassi 2015)

Nik Raivio, palla persa sanguinosa nel finale (Foto Claudio Devizzi Grassi 2015)

Europromotion Legnano

Navarini: 5. Pochi minuti in una serata non proprio brillante, in cui soffre contro un avversario di esperienza come Pecile. Peccato, perché in una situazione di emergenza avrebbe potuto, e dovuto, rendersi più utile.

Allodi: 4. Con Pacher out per infortunio, aveva più minuti e più responsabilità a sua disposizione, almeno in teoria. Perché, in pratica, ha giocato appena 10 minuti, non facendo peggio del solito semplicemente perché è impossibile fare peggio del solito. Forse.

Maiocco: 5. Reduce da un’influenza, per forza di cose è costretto a giocare 38 minuti, ma alla lunga la lucidità viene meno. Parte molto bene, segnando 7 dei primi 13 punti dei suoi, ma poi inizia a faticare in fase conclusiva e nel finale sbaglia un libero decisivo (col senno di poi), oltre ad assumersi la responsabilità, da vero capitano, della palla persa a 2 secondi dal termine per aver chiamato palla a Raivio.

Frassineti: 6. Parte in sordina, tirando poco a inizio gara, ma poi piano piano si scalda e nel secondo tempo inizia ad attaccare con più convinzione il ferro. Finché, dopo un contatto in aria, cade male toccandosi il ginocchio. Ancora non si conosce l’entità dell’infortunio, ma nel dopo-partita nello staff di Legnano il clima non era particolarmente ottimista.

Palermo: 6,5. Segna tanto (15 punti) tirando poco e bene (2/2 da due, 2/4 da tre), ma nelle altre fasi del gioco, soprattutto in costruzione, non sempre convince. Sanguinosi, poi, i due falli in fila (terzo e quarto) che lo tolgono per un bel po’ dalla partita subito dopo l’infortunio a Frassineti.

Martini: 7. Solita grinta e solita determinazione, si fa sentire soprattutto quando la partita si scalda, tra terzo e quarto periodo, chiudendo con 13 punti.

Sacchettini: 8. La vera sorpresa della serata. Con Pacher in borghese e Allodi impresentabile, sfrutta al meglio la sua occasione, giocando con grinta e lucidità, compiendo qualche comprensibile ingenuità, ma chiudendo alla fine con 17 punti (7/9 al tiro) e 6 rimbalzi in quasi 27 minuti, bravo soprattutto a farsi trovare pronto nei tanti pick’n’roll con le sue guardie. Tanto per rendere l’idea, nelle prime 12 partite aveva segnato 10 punti in totale…

Raivio: 7. Guardando le statistiche è il migliore dei suoi (19 punti con 6/10 al tiro, 9 rimbalzi, 7 assist e 3 recuperi), ma… C’è un “ma”. Senza Pacher, ci si aspettava un suo maggiore impatto sulla partita, invece parte molto in sordina (nemmeno un tiro nel primo quarto) e inizia a “scaldarsi” solo dopo l’infortunio a Frassineti. Pesa poi parecchio, sul voto finale, la banalissima palla persa a 2 secondi dalla sirena.

Andrea Pecile, decisivo nel finale

Pallacanestro Trieste 2004

Parks: 8. Per gran parte della partita, non sembra fare granché, nel senso che fa canestro con regolarità, ma senza farsi notare particolarmente. Nel finale, però, oltre che continuare a fare il suo lavoro (24 punti con 10/17 al tiro), va forte a rimbalzo (11), si adatta a giocare in qualsiasi posizione e segna una tripla fondamentale a 1.35 dalla fine.

Bossi: 5. Dà qualche minuto di riposo ai suoi compagni, senza brillare particolarmente: 3 palle perse in meno di 14 minuti non sono proprio poche.

Coronica: 8. In difesa ci mette grinta e fisico, andando bene anche a rimbalzo (5), e in attacco si fa sentire più del solito (8), ma quello che vale il voto è la palla recuperata a due secondi dalla sirena con volata e canestro della vittoria.

Pecile: 8. Coach Ferrari l’ha ripetuto più di una volta: «A questo livello la differenza la fanno quei giocatori italiani che hanno esperienza e sanno come si vince». Detto fatto: Pecile, dopo un buon primo tempo da killer silenzioso e chirurgico, segna 10 punti nella ripresa e mette la ciliegina sulla torta con un canestro pazzesco per il +1 a 47 secondi dalla fine. Chiude con 18 punti (7/9 al tiro) e 3 assist in 31 minuti.

Baldasso: 5,5. Nove minuti in campo, tanta buona volontà, tre errori al tiro e qualche urlo nella sua direzione da parte di coach Dalmasson.

Landi: 5,5. Non la sua partita: non va male in attacco (9 punti in 18 minuti), ma i quintetti piccoli e dinamici di Legnano lo mettono un po’ in difficoltà.

Prandin: 6,5. Nel primo tempo segna tanti (troppi per i gusti di coach Ferrari) punti facili in contropiede; nel secondo si limita a gestire il pallone.

Pipitone: 5,5. Parte in quintetto e gioca, senza infamia e senza lode, i primi quattro minuti e mezzo, ma poi, visto l’andamento della partita, Dalmasson lo lascia in panchina fino alla fine.

Canavesi: 5. Vale lo stesso discorso fatto per Pipitone e Landi: messo in difficoltà dallo small ball di Legnano, non trova punti di riferimento in campo e passa in panchina la maggior parte del tempo.

Zahariev: 7. Nonostante la giovane età, gioca una partita d’esperienza, forzando poco e sfruttando al meglio i mismatch con gli avversari, anche adattandosi a giocare da finto lungo; fondamentale per tenere a galla i suoi con un paio di canestri di fila a metà del quarto periodo, chiude con 13 punti, 4 rimbalzi e 4 assist.