Alla fine fumata bianca è stata. La Fulgor Libertas cambia proprietà (e nome) e lo fa con un’operazione destinata comunque a passare alla storia. In un periodo piuttosto lungo, purtroppo, di congiuntura economica sfavorevole, Forlì trova in Max Boccio e la compagna Mirela Chinisi chi non solo è disponibile a chiudere tutti i debiti esistenti (oltre un milione di euro) ma anche a mettere sul piatto ingenti somme tali da garantire un progetto sportivo che riporti in città il basket di serie A1. Non la classica mosca bianca ma, si può azzardare, una mosca maculata intersa di diamanti visto anche il nuovo capitale sociale della Fulgorlibertas deliberato all’impressionante cifra di 5.050.000 Euro. Tutto meraviglioso, se sarà così.

Il primo passo è stato fatto, ma molto ancora deve succedere. Ed è in questo periodo “transitorio” dove si giocherà veramente la partita del futuro del basket forlivese. Il punto, però, è che oggi nessuna operazione con così ingenti capitali si realizza in tempi ridotti. Cioè, non tutto subito. Piuttosto esiste, tra l’impegno assunto e la conclusione reale, la necessità di posticipare a scaglioni l’adempimento (o meno) di clausole differite nel tempo. Le parole di Benzoni e Giannelli di oggi vanno proprio in questa direzione. E proprio alla stesura di queste clausole, guardando agli interessi di ambo le parti, si è sicuramente lavorato in questi giorni ad ulteriore spiegazione degli ultimi slittamenti. Clausole, immaginiamo, anche a favore della vecchia proprietà. Perché il periodo che intercorre tra oggi e l’avverarsi dell’ultima delle clausole è un terreno assai pericoloso. Gli impegni che la nuova proprietà è pronta a prendersi non devono e non possono, eventualmente, ricadere sulla vecchia dirigenza laddove qualcosa accadesse a bloccare o impedire l’iter dell’operazione con come conseguenza, casomai, il ritorno al mittente del pacchetto azionario. Ci mancherebbe che questo avvenisse, oltre il danno, la beffa. Da questo bisognava, evidentemente, tutelarsi. Ma allora quale potrebbe essere la “ratio” dell’operazione ?

Facciamo che una persona abbia accesso ad importanti capitali a vario titolo, proprietà, fiduciario di qualcuno, agente per conto terzi, etc. non importa, quel che conta è che se un’operazione viene formalizzata nero su bianco è ragionevole pensare che per quel ruolo (mediazione) quella persona si veda riconosciuto un guadagno, una commissione secca o casomai in percentuale. Insomma, capitalizzi il lavoro svolto. Nulla di nuovo di quanto non avvenga nel commercio.

Quindi, adesso cosa succederà ? Chi deve salire sul treno della nuova pallacanestro Forli dovrà agire in tempi molto più brevi di quelli necessari all’avverarsi delle clausole. Dirigenti, allenatori e nuovi giocatori che si apprestano a firmare contratti richiederanno le opportune garanzie e per fare fronte a tali impegni la nuova proprietà dovrà giocare da subito carte vincenti (si dice fidejussioni bancarie a garanzia dei contratti) a meno di fiducia incondizionata a prescindere che non è escluso, qualcuno possa anche concedere. Nelle prossime 2-3 settimane si avranno i primi riscontri. Intanto i tifosi tra qualche comprensibile scetticismo, giustamente, sognano. Ma su quali saranno i reali contenuti del sogno, oggi, realisticamente, certezze non ce ne sono.

Gherardo Resta