Domanda di rito, Fabrizio. Come è stato il primo impatto con la città di Trapani e la società?

“Le prime sensazioni sono state fantastiche. Conoscevo già Trapani perché ero già stato da queste parti in vacanza, ma vivere questi luoghi con persone del luogo mi sta rivelando dei lati ancora più belli di questo angolo di Sicilia. La società mi sta sembrando altrettanto super: sono riusciti a far ambientare me e gli altri ragazzi arrivati da Torino immediatamente. Mi ha fatto venire in mente immediatamente l’atmosfera che si respirava a Torino dieci anni fa, quando si stavano mettendo le basi per costruire la società che oggi conosciamo. Questo genera in me dei bellissimi ricordi”.

Come persona ti senti adatto ad un’atmosfera come quella trapanese?

“Decisamente sì. Mi ritengo una persona molto flessibile ed adattabile. In più le mie origini meridionali (pugliesi ndr) mi avevano già consentito di apprezzare la meravigliosa atmosfera del sud Italia. Trapani poi è una città un po’ atipica, dove ho trovato una professionalità nel mio campo che avevo visto poche altre volte”.

Bel salto da Torino a Trapani. Cosa ti ha spinto ad intraprendere un’avventura di questo genere?

Onestamente ci ho pensato a lungo, perché lavoravo già a Torino che è un’ottima piazza, ambiziosa e con forte volontà di migliorare ancora. Ma il progetto di Trapani mi ha stregato.

In che senso?

“Vedi, in questo momento storico la maggior parte delle società professioniste italiana hanno fretta e corrono. Se va bene si va avanti, altrimenti chiudono. Trapani invece è una piazza che vuole innanzitutto vivere. E crescere pian piano, misurando sforzi e priorità nel tempo. In questo senso il mio legame con il settore giovanile e la voglia di diventare grandi pian piano ha fatto la differenza”.

Ecco, appunto. Non sarà vivere questa doppia mansione di assistente allenatore e responsabile del settore giovanile.

“Eh, da lavorare sicuramente ce ne sarà tanto. La Serie A prende tantissimo, sia sul campo che come preparazione delle varie attività. Però di persone che hanno voglia di mettersi a disposizione ne ho già trovate tante. Si rivelerà essenziale la figura di Giacomo Genovese, con cui passerò molto, molto tempo (ride ndr). Con lui che è trapanese, che conosce benissimo la società e viene dal settore giovanile avremo modo e piacere di confrontarci su tutto. In più la speranza e la volontà di coltivare dei giovani che in qualche anno possano diventare ottavo, nono o decimo della prima squadra  rappresentano uno stimolo che mi fa affrontare questo doppio compito con il massimo dell’entusiasmo”.

E appunto, cosa ci dici del settore giovanile? E’ prevista qualche novità?

“Credo che la collaborazione e la disponibilità che abbiamo trovato nella Virtus Trapani siano qualcosa di fantastico. Abbiamo voglia di infittire questa collaborazione e legare ulteriormente le nostre società. Saranno coinvolti vari gruppi di entrambi i settori giovanili e speriamo anche di far vivere ai nostri Under 19 l’esperienza della C2 proprio con la Virtus Trapani. Non importa il nome che i vari gruppi assumeranno: ciò che conta è ottenere la massima competitività per far migliorare i ragazzi coinvolti negli allenamenti. Questo farà la differenza. Più lavoro e meno orientamento alla vittoria a tutti i costi, in poche parole”.

La prima squadra, invece? Prime constatazioni?

“Guarda il campionato di A2 Gold è devastante. Durissimo. L’anno scorso ero il vice a Torino e tutti pensavano vincessimo a mani basse. I fatti hanno mostrato a tutti quanto difficile sia invece avere continuità a questi livelli, dove quasi tutte le squadre hanno giocatori che scendono di categoria e sono attrezzatissime. Quest’anno, se possibile, il livello sembra ulteriormente salito, con tante, se non tutte le squadre estremamente competitive. Noi sicuramente vogliamo fare i playoff. Certo, arrivare tra le prime quattro sarebbe un sogno, ma prima di volare con la fantasia iniziamo ad affrontare i fatti”.

Chiudiamo. A proposito di sogni. Ambizioni per i prossimi anni?

“Così come sono stato dodici anni a Torino, mi piacerebbe iniziare un lungo percorso anche qui a Trapani: ed in questo la mia indole e la passione per i giovani mi spingono sempre a sperare nella continuità e nei progetti a lungo termine. Finché potrò sicuramente spero di occuparmi sia di prima squadra che di settore giovanile. Poi, chissà”.

Siamo ai saluti. Qualcosa da aggiungere?

“Beh, vorrei fare un augurio a me stesso ed ai miei colleghi: che riusciamo a crescere insieme, ognuno con il nostro ruolo, mostrando di essere la grande famiglia che sentiamo già di essere”.

Buon lavoro Fabrizio. Aiutaci a diventare grandi.

                                                                              Ufficio Stampa