Oggi “doppio”, sabato mattina partenza per Trieste

 

Prosegue la preparazione della Pallacanestro Trapani alla gara esterna di domenica prossima, in cui la formazione granata sarà impegnata a Trieste. Oggi è l’ultimo giorno della settimana in cui è prevista doppia seduta. Domani, invece, fissato un allenamento pomeridiano, prima della partenza per la trasferta, fissata per sabato mattina. Sempre sabato prossimo, la prima squadra si allenerà Trieste nel pomeriggio.

DICHIARAZIONI

Luca Ianes (pivot Pallacanestro Trapani): “Affronteremo una squadra cambiata rispetto al girone d’andata, dato che i suoi giovani hanno accumulato esperienza e ha cambiato americano. Insomma, non si preannuncia affatto una partita semplice, considerato che avremo di fronte una squadra alla ricerca di punti importanti e sul proprio parquet riesce sempre ad esprimere un buon basket. Siamo entrati nella fase decisiva della stagione regolare e abbiamo un solo modo di affrontarla: giocare una partita per volta, come se ci giocassimo la stagione in quaranta minuti. Non dobbiamo pensare ad altro se non alla partita che dobbiamo giocare. Con questa mentalità, poi, potremo fare i conti a fine campionato ed essere sicuri di avere dato il massimo”.

TOUR NELLE SCUOLE

Grande successo per la nostra rappresentanza che ieri mattina ha incontrato gli studenti delle prime classi del Liceo Linguistico di Trapani. Kelvin Parker, Luca Ianes, Malì Pomilio, Giacomo Genovese e Lino Lardo hanno sostenuto un colloquio con gli studenti sul tema del fair-play e del tifo intelligente. E alla fine autografi e foto per tutti. Oggi, la stessa rappresentanza, con Nelson Rizzitiello e Patrick Baldassarre al posto dei due atleti presenti oggi, incontrerà gli studenti della scuola media “Pagoto” di Erice Casa Santa.

DOMANI LA CONFERENZA STAMPA CON LARDO, BARTOLI E BOSSI

Nel pomeriggio di domani, venerdì 14 febbraio (in diretta su Radio Cuore e su www.trapanisi.it), alle ore 17.15, si svolgerà la conferenza settimanale del coach Lino Lardo, presso la sala stampa “Cacco Benvenuti” del Palailio. Parleranno con la stampa Lorenzo Bartoli e Stefano Bossi. Si invitano ad intervenire tutti i giornalisti di tv, radio, carta stampata e web.

 

 

                                               A tu per tu con… Luca Ianes

 

Luca, domanda classica, il tuo primo ricordo con un pallone da basket in mano a quando risale?

“Guarda ho cominciato davvero tardi con la pallacanestro. Mia madre non vedeva di buon occhio gli sport di squadra quindi, fino alle scuole medie, mi sono cimentato in vari sport quali il nuoto, il pattinaggio, il tennis ecc… Poi, quando avevo 13-14 anni, grazie ad un corso pomeridiano extracurriculare, cominciai col basket stimolato anche da un parente che faceva l’allenatore e che mi consigliò di provare”. 

Quando hai capito che avresti fatto del basket il tuo mestiere?

“Sai, sono andato via di casa a 16 anni. Dentro di me avevo la convinzione che avrei potuto farcela ma sapevo che l’unica speranza che avevo per provare a diventare un giocatore professionista fosse andare via da Merano. Ho lottato, sudato e fatto tantissimi sacrifici ma alla fine, perseverando, ce l’ho fatta”.

C’è una persona a cui ti senti di dover dire grazie per l’uomo/giocatore che sei oggi?

“Assolutamente alla mia famiglia. Mi sono stati sempre vicino, nei momenti felici ma soprattutto nei momenti bui della mia vita. Hanno accettato a malincuore la mia scelta di andare via di casa a 16 anni. E’ stata durissima per me ma so che è stata altrettanto dura per loro lasciarmi andare via dato il forte legame che da sempre ci unisce. Da quel momento in poi praticamente non sono più tornato a casa se non nel periodo estivo ma capisci bene che non è la stessa cosa. Ho perseguito il mio sogno, l’ho raggiunto, ma, di converso, mi sono anche perso tanti aspetti della vita familiare che, invece, avrei voluto vivermi a tutti i costi. Due facce della stessa medaglia…”.

Veniamo al basket, c’è un giocatori in particolari a cui ti sei ispirato per diventare il giocatore che sei?

“No, nessuno in particolare. Ho avuto la fortuna di giocare con tanti veri campioni ed ho sempre cercato di assimilare da loro principalmente il modo in cui vivevano l’essere un giocatore professionista, dentro e fuori dal campo”. 

Immagina di avere la possibilità di tornare indietro nel tempo, hai qualche rimpianto?

“Sì, ho un grosso rammarico che risale al mio esordio in serie A a Verona. Avevo un contratto triennale e l’allenatore era Lino Lardo, esordiente anche lui  come allenatore di serie A. Mi fece giocare tantissimi minuti in quella stagione, 3-4 volte partii addirittura in quintetto e parliamo di anni, 2001-02, in cui il livello tecnico delle serie A in Italia era al top in Europa. Il mio cruccio sta nel fatto che quell’anno feci domanda per fare il militare perchè, per i giocatori professionisti, c’era un escamotage per fare soltanto un mese di servizio in estate. Sfortuna volle che quella stessa estate Verona fallì ed il mio contratto fu ereditato da una società che avrebbe fatto la B/2. Da un giorno all’altro mi sono ritrovato dall’essere un giocatore che aveva fatto benissimo al suo esordio in A, al dover scegliere se fare la B/2 o fare un anno di militare. Fu una tragedia per me. Per fortuna poi, per alterne vicende, non feci il militare ed andai a Ferrara ma spesso mi chiedo come sarebbe stata la mia carriera se avessi avuto l’opportunità di continuare a giocare in serie A”.

Nella tua carriera tante tappe importanti Verona, Ferrara, Milano per citarne alcune… Trapani in che posizione si classifica?

“Penso che ogni città/squadra in cui abbia giocato sia stata importante per diventare quello che sono. Ogni posto, ogni compagine in cui sono stato mi ha lasciato qualcosa di bello che porterò sempre con me. Non faccio una classifica, non posso farla perché ogni volta che comincio una stagione, la inizio con la voglia di vivere una nuova avventura. Ho la convinzione che il giorno in cui vivrò il mio lavoro senza questo spirito, sarà il giorno in cui capirò che è meglio smettere”.

Per la prima volta nella tua carriera sei capitano di una squadra: più oneri o più onori?

“Nel mio caso specifico assolutamente più onori. Magari se giochi in una squadra di scapestrati può essere un problema ma questi sono veramente dei ragazzi d’oro. Non c’è mai stato un problema tra di noi, abbiamo sinceramente il piacere di stare insieme dentro e fuori dal campo e per me è davvero un piacere essere il capitano di un gruppo così bello. Non ho alcun fardello da portare perché ognuno dei miei compagni sa bene quello che deve fare. Questa squadra ha 10 capitani!!!”.

In questa stagione si punta alla salvezza. Oggi però la classifica ci suggerisce la possibilità di centrare qualcosa di più grande, tu come la vedi?

“Io dico che l’obbiettivo è e resta quello della salvezza. Pensiamo a raggiungerla matematicamente il più presto possibile e poi, per la fame che questo gruppo ha sempre dimostrato di avere, sono sicuro che tutti lotteremo per raggiungere quei playoff che ad inizio anno erano soltanto una chimera. In primis per regalare a noi stessi una gioia enorme e poi per regalarla contestualmente alla città ed a tutti i nostri meravigliosi tifosi che non perdono mai l’occasione per farci sentire la loro vicinanza ed il loro affetto”.

                                                                 

 

                                            Ufficio Stampa Pallacanestro Trapani