www.romagnanoi.it – Luca Del Favero  – Non è un highlander Massimiliano Boccio e quanto gli è accaduto in questi mesi non gli è scivolato via sulla pelle. Il signor Maxim ha ora una barba lunga e non molto curata, sul viso i segni della sofferenza anche se a una settantina di chilometri più a sud dalla sua Bologna, a Forlì, c’è chi lo ha ormai bandito dalla città. “Una coltellata mi avrebbe fatto meno male di quanto sono stato male per il ritiro della FulgorLibertas”. In queste settimane Boccio si è mosso in silenzio per pararsi dalle accuse che gli stanno arrivando da tutta Italia, decidendo di rivolgersi ai tribunali per fare chiarezza sulla sua posizione.

Europromotion Legnano - Givova ScafatiGiovedì 26 febbraio ho presentato un esposto di qualche centinaio di pagine al secondo comando provinciale della Guardia di Finanza di Bologna e alla Procura della Repubblica per voler accertare possibili irregolarità riscontrabili nella gestione contabile della FulgorLibertas Basket Forlì prima del mio arrivo”.

Una denuncia contro i vecchi soci?

@NicolòUlivi

@NicolòUlivi

“Assolutamente no: voglio solo capire cosa è accaduto. Per dimostrare che non ho nulla da nscondere ho inoltre depositato nel fascicolo tutti i movimenti di denaro che ho fatto io stesso durante la gestione della FulgorLibertas”.

Anche vecchi soci anche loro non ci vedono molto chiaro, tanto che hanno minacciato di chiederle i danni.
“Sono liberi di muoversi come ritengono più opportuno, ma sinceramente non vedo niente di misterioso. I patti erano chiari e anzi in un certo senso sono stati loro a bloccare tutto”.

Si spieghi meglio.
“A maggio, quando iniziò la trattativa per acquisire il club, dissi chiaramente che il Gruppo Industriale Chirisi Boccio aveva un contenzioso in corso con una assicurazione e una banca svizzere, legato al periodo in cui insieme a mia moglie Mirela Chirisi ci occupavamo di gestione patrimoniale in Svizzera. La cifra di crediti a nostro favore era di 38 milioni di franchi svizzeri, i famosi 27 milioni di capitale, ma per averli c’erano delle spese da pagare. Bisognava dare all’avvocato svizzero che seguiva la pratica 16500 euro per le fatture scadute legate allo studio della pratica e per farlo proseguire con la conciliazione dovevo darne altri 20mila euro come fondo spesa. In questo modo, nell’arco di uno o due mesi, avremmo avuto i soldi cash. Tutto questo è scritto negli atti e lo aveva attestato anche Maurizio Giannelli quando è venuto in Svizzera per verificare i documenti e i soci lo avevano accettato quando abbiamo firmato a Roma con il notaio Gabriele Sciumbata il passaggio di proprietà”.

Poi cosa è accaduto?
“Forse la mia proposta di accollarmii i debiti e di far pagare loro i legali non è piaciuta, tanto che non mi hanno voluto anticipare quei soldi dopo che dalle casse della FulgorLibertas me ne erano stati dati 11.550 in un primo momento. Come mai? Forse per partito preso, non so: di sicuro con 20mila euro si sarebbe risolta ogni cosa e i 5 milioni di euro di azioni versati nelle casse come partecipazione e garanzia sarebbero diventati soldi reali”.

Europromotion Legnano - Givova ScafatiAzioni che però dal lato pratico non valevano nulla.
“Non capisco lo stupore. Il Gruppo Industriale Chirisi Boccio non è quotato in borsa e come tutte le società non quotate ha le azioni che valgono zero. Non c’era bisogno di far valutare nulla. Credo che il puntiglio di una decina di persone che non hanno messo mano al portafoglio per arrivare a 20mila euro versandone al massimo duemila a testa abbia fatto mandare tutto a monte”.

Però si renderà conto che è un modo piuttosto anomalo per acquisire una società.
“L’unico mio rammarico è che dovevo prima pensare a versare i 20mila euro e poi pensare alle altre spese gestionali del club. Chiaramente, non potevo uitlizzare il denaro degli abbonamenti, perchè sarebbe stata distrazione di capitali e a parte questo non saremmo mai arrivati a novembre, perchè poi i soldi sarebbero stati disponibili dopo molto tempo”.

Poi ci ha provato con le famose JP Morgan a trovare quella cifra.
“Era una strada che dovevo percorrere”.

Intanto però emetteva assegni scoperti.
“Speravo che qualche giorno dopo l’emissione degli assegni la situazione si mettesse a posto e si potessero incassare, ma purtroppo mi sbagliavo”.

Altra accusa che le stanno rivolgendo i tifosi è dove ha messo i soldi degli abbonamenti.
“Non ho preso nulla e anzi mia moglie non era neanche a libro paga, per rispetto di una società che ha tanti debiti. Noi due abbiamo tirato fuori 60/70 mila euro, due vecchi soci mi hanno dato 40mila euro, poi ce ne sono stati dati altri 27mila euro a fine novembre per tasse Nas e trasferta a Trapani. Dalla biglietteria sono arrivati 120mila euro tra incassi e abbonamenti. Questi numeri sono depositati in Procura”.

E i soldi che deve all’Ente Fiera?
“Fermo restando che è giusto che la Fiera abbia il denaro che gli spetta, questa è un’altra questione che dovrà essere oggetto di verifica da parte della Procura. Non esiste che per anni la FulgorLibertas non abbia pagato e poi vengano chiesti a me gli arretrati”.

E la casa di Monte San Pietro che ha riscatto dal pignoramento?
“Non ho riscattato nulla: la mia casa è ancora pignorata e lo potete chiedere al curatore fallimentare Fausto Maroncelli (che ha confermato le parole di Boccio ndr.), tanto che a breve ritornerà all’asta. Ma scusate: se io avessi avuto 300mila euro non ne avrei versati 20mila per sbloccare milioni di euro?”.

Scusi la curiosità: ma come fa a vivere sapendo che in Svizzera ha 27 milioni di euro congelati?
“Cerco di recuperarli e intanto continuo il mio lavoro di consulente e mi accontento di incassare anche piccole parcelle dai clienti”.

Torniamo a quel venerdì 2 gennaio: in quel giorno avete gettato la spugna.
“Non potevamo andare avanti: detta in poche parole non c’erano più soldi. Per rispetto dei giocatori e dello staff ci siamo ritirati. Mi dispiace per gli abbonati, ma era l’unica strada percorribile”.

Abbonati che intanto l’hanno querelata per truffa.
“Capisco il loro stato d’animo, ma quella querela cadrà nel vuoto davanti a quanto ho depositato in Procura. Non ho raggirato nessuno”.

Lei è sempre stato molto ambizioso, ma come pensava di poter andare avanti con una simile squadra navigando a vista nei primi mesi.
“L’organico sarebbe costato circa un milione e 200mila euro e con gli incassi potevamo coprire interamente quella cifra. Anche senza sponsor”.

Già gli sponsor: nessuno l’ha mai aiutata.
“E non capisco il motivo. Non credo sia tutto nato dalla famosa frase in cui dicevo che non volevo aiuti. Piuttosto mi chiedo come mai la città mi abbia voltato le spalle”.

Facciamo un po’ di fantabasket: lei è ancora proprietario della FulgorLibertas e se entro il 30 giugno pagherà la multa da 30mila euro per il ritiro dal campionato, tutte le tasse federali e le pendenze con i tesserati, sbloccando magari quei benedetti milioni potrà iscrivere la squadra e ricominciare: ci sta pensando?
“Dirò di più potremmo anche acquistare un diritto sportivo e ritrovarci in A1 (sorride ndr.). Comunque no comment”.

Chiaro che però non avrebbe grande credibilità…
“Le garantisco che se ritorno con i soldi la credibilità la ritrovo subito”.

Luca Del Favero