Lo è sempre stato e, finché non si trasformerà in una solida realtà, il sogno Eib sarà sempre uno degli obiettivi più importanti da raggiungere per il Basket Brescia. Sin dall’approdo nella seconda lega italiana, si è palesata in maniera evidente la necessità di trovare una “casa”, che potesse non solo servire da “anfiteatro” per le partite casalinghe di campionato, ma soprattutto diventare un vero e proprio polo unificatore del Basket Brescia, dal minibasket alla prima squadra. Allo stesso tempo, le difficoltà incontrate in questo tortuoso percorso verso la rinascita della nuova dimora della Leonessa, sono sempre state importanti.

Finalmente però, sembra che la situazione sia sul punto di sbloccarsi: l’incontro avvenuto recentemente tra la nostra presidente Graziella Bragaglio e il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, che si ringrazia perché da sempre grande sostenitore del progetto, sembra aver chiarito numerosi punti sul futuro della questione Eib.

«Il progetto per la rinascita dell’Eib –commenta Graziella Bragaglio- è ormai pronto ed entro pochissimi giorni la camera di commercio emetterà il bando per la presentazione dei progetti. Una volta realizzato, sarà compito del comune mediare tra le varie realtà sportive riguardo l’utilizzo della struttura».

E’ sull’ultima frase che la nostra società vuole soffermarsi: l’Eib sarà anche e soprattutto la casa del nostro basket giovanile, che in questi anni sta crescendo e si sta affermando, anche sul territorio nazionale (basti pensare alle finali nazionali alle quali ha partecipato la nostra Under 19), come una delle realtà più genuine. Proprio recentemente si è chiuso il progetto del Basket Brescia Leonessa “L’Unione fa …la differenza”, presentato a genitori ed atleti a dicembre dello scorso anno e che ha visto protagonisti tutti i bambini e i ragazzi del settore giovanile.

Il progetto è partito dalla convinzione che l’attività del Settore Giovanile è, per i ragazzi in fase di crescita, un elemento fondamentale per lo sviluppo armonico della persona: come il bambino ha bisogno di giocare, così il giovane ha bisogno di un’attività fisica che non solo rafforzi le ossa e tonifichi i muscoli, ma che diventi occasione d’interazione e cooperazione con gli altri, in un percorso di autodefinizione della persona. I giovani atleti sono stati coinvolti in modo diverso dal progetto tenendo conto dei bisogni e delle caratteristiche che differenziano le diverse fasce di età.

I bambini del Minibasket sono stati i protagonisti di un’attività legata al tifo positivo, fondamentale per creare una cultura di sport a volte troppo debole nel nostro Paese. È stata data loro la possibilità di approfondire il tema e di manifestare la propria fantasia creando veri e propri striscioni da portare al palazzetto in occasione delle partite della nostra prima squadra.

Diverso il lavoro svolto con il Settore Giovanile dove l’attenzione era rivolta soprattutto al gruppo, alle relazioni presenti tra compagni, con l’allenatore, con i genitori e con la Società, alle problematiche che di volta in volta i ragazzi portavano negli incontri tenuti con loro durante questi 5 mesi di lavoro. Va ricordato che l’adolescenza è per eccellenza l’età del cambiamento e dello svilupparsi delle potenzialità; sono gli anni in cui le esigenze interiori, di scoperta, di definizione di se stessi e delle proprie aspettative diventano più pressanti e parallelamente sono gli anni in cui gli allenamenti diventano più continui e più specifici.

Con alcune squadre è stato necessario fissare obiettivi che il gruppo doveva raggiungere di partita in partita per permettere ai ragazzi di focalizzarsi sulle azioni da intraprendere per raggiungere l’obiettivo stabilito; con altri è stato importante favorire il dialogo tra compagni e con l’allenatore, creando spazi di riflessione utili per un confronto maturo e costruttivo.

L’obiettivo principale è stato quello di affiancare questi giovani nel percorso di crescita, convinti che il Settore Giovanile ha una grande responsabilità formativa legata non solo al gesto tecnico ma anche e soprattutto alla crescita umana di questi ragazzi, di cui gli adulti sono i principali responsabili.

Un buon punto di partenza, in attesa che Eib si trasformi da sogno a realtà.

Federico Cherubini
Addetto Stampa Basket Brescia Leonessa