foto Stefania Furbatto

Demis Cavina sta ricaricando le pile in attesa di una nuova avventura (foto Stefania Furbatto)

Abbiamo incontrato un vecchio amico, Demis Cavina, reduce da una piccola delusione professionale in quel di Napoli, ma pronto a rimettersi in gioco. L’avventura napoletana si è chiusa ad inizio gennaio dopo 16 partite con un record tutt’altro che positivo (6 vinte e 10 perse), ma come lo stesso Cavina ci ha detto, l’esperienza campana non è stata solo basket e le emozioni e le sensazioni restano dentro e possono aiutare per ripartire verso nuove avventure. Una lunga chiacchierata partendo proprio da Napoli, con Cavina che non si sottrae neanche ad un sincero mea culpa, passando per il presente e futuro del campionato di DNA Gold, fino a parlare di serie A e Final Eight.

Allora Demis, forse non ne vuoi parlare, ma la prima domanda è di rito. Cos’è che non ha funzionato a Napoli?

Ovviamente il frutto finale del grande lavoro svolto, ovvero i risultati sul campo, non sono stati all’altezza delle grandi aspettative della piazza. Parlando del perché questi risultati sono stati altalenanti scadrei in discorsi che potrebbero essere letti, specie a stagione ancora in corso, come delle giustificazioni sul mio operato. Mi limito per cui a dire che probabilmente l’errore iniziale è stato porre l’asticella delle ambizioni così in alto, perché strutturare una società dal nulla, con persone che mai avevano lavorato insieme dentro e fuori dal campo, non è semplice specie in una realtà così esigente. Fermo restando che la squadra nella prima fase del campionato, periodo fondamentale per acquisire sicurezza e certezze tecniche, è stata bersagliata da parecchi infortuni e ciò nonostante è riuscita sempre a giocare alla pari con tutti gli avversari, perdendo specie in trasferta tante partite in volata.

Aldilà del risultato negativo sul campo, cosa ti rimane dell’esperienza partenopea?

Dell’esperienza campana, allargando quella partenopea alla felice parentesi di Scafati dell’anno prima, mi rimane innanzi tutto la consapevolezza che la pallacanestro, in una terra con forte spinta calcistica,  ha tradizione e mezzi per tornare al vertice del movimento. Un altro segnale positivo è il fermento dell’attività giovanile con tantissimi bambini che praticano fin da giovanissimi. Rimarranno certamente cementate anche le tante amicizie nate in questi mesi e la conoscenza di una bellissima ed affascinante città, piena di contraddizioni ma unica in quanto a storia e passione. 

Il Cavina allenatore ha qualche rimpianto?

Certamente a posteriori è molto più semplice analizzare il proprio operato e ripensare alle valutazioni fatte insieme alla società in sede di mercato o alla gestione delle problematiche quotidiane. Non parlerei di rimpianti, ma è certo che adesso rivedendo a mente fredda certe situazioni le avrei gestite differentemente e non avrei accettato certi compromessi che non hanno portato i risultati sperati.

Spostandoci più in generale sul campionato, ti aspettavi una Gold così equilibrata?

Onestamente l’equilibrio nel secondo campionato (A2, Legadue ed adesso Gold) non è mai mancato, se non in quel paio di anni dove anche nella cadetteria c’erano numerosi (troppi!!!) stranieri. Quindi era logico aspettarsi grande equilibrio anche quest’anno con sorprese, positive e negative, annesse.

Mi ricollego alla tua ultima frase, chi ti ha sorpreso di più, in positivo e in negativo?

Partendo dal presupposto che ripetersi non è mai facile e scontato, direi che Trento stia disputando un grande campionato, segno evidente che il nucleo di giocatori mutuato dalla passata stagione è cresciuto ulteriormente e gli innesti sono stati azzeccati. Certamente anche Biella sta raccogliendo ottimi frutti ed i risultati sono nettamente oltre le aspettative estive. Difficile e spiacevole invece esprimere un giudizio negativo su qualche compagine, per cui passo alla domanda successiva.

Allora visto che ha parlato solo di chi sta facendo bene, chi vedi favorito alla lunga? Trento può resistere? Oppure l’esperienza di Capo d’Orlando pagherà?

Trento sembra essere la squadra più solida mentre Torino e Capo d’Orlando quelle più esperte. Non escluderei dalla lotta per la promozione anche Barcellona che rimane un roster di primo livello dove tanti giocatori hanno già vinto e sanno quindi cose serve per riuscirci. Nei play off saranno decisivi esperienza e freschezza atletica per cui non chiuderei la porta a qualche sorpresa che potrebbe arrivare da chi si presenterà in forma al termine della regular season.

La Gold è solo la punta dell’iceberg di una Lega immensa. Come giudichi la nuova LNP a sei mesi dalla nascita?

Penso che dalle mille difficoltà nel costruire ex novo una lega che comprenda così tante squadre, se ne sia usciti in modo egregio. E’ altrettanto vero che potrebbero essere fatte numerose migliorie, ma avendo il piacere di conoscere molto bene chi si sta adoperando perché questi accorgimenti siano messi in atto in tempi celeri, sono molto fiducioso nella buona riuscita di questi dettagli. La chiave è la collaborazione tra tutte le parti che la compongono (società, dirigenti, giocatori, allenatori, media etc,etc…) e proprio in questi giorni gli allenatori, tramite un documento condiviso, stanno proponendo le loro idee a chi di dovere con uno spirito collaborativo difficilmente riscontrato in passato.

Chiudiamo con la Serie A: quali osservazioni ti senti di fare dopo le Final Eight di Milano?

Innanzi tutto la grande gioia per la vittoria dei miei amici Sassaresi. La squadra di Meo ha raccolto i frutti di un lavoro che parte da lontano, che ha visto la Dinamo crescere anno dopo anno e che la pone adesso tra le grandi della massima serie. La roboante sconfitta di Milano ai quarti darà ulteriori stimoli al gruppo di Banchi in vista dei play off, mentre Brindisi ha dimostrato di non essere lassù per caso. Siena, nonostante tutto quello che le sta accadendo, ha mantenuto la giusta faccia ed il giusto atteggiamento disputando tre grandi partite. Ottima anche Reggio che ha centrato le semifinali nonostante gli infortuni mentre Roma, Cantù e Venezia, seppur uscite ai quarti, hanno le qualità per dare fastidio fino in fondo a chi vorrà cucirsi lo scudetto sul petto.

Ringraziamo Demis per la consueta cortesia e disponibilità e lo aspettiamo presto di nuovo sul parquet nel suo box davanti alla panchina.


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