Jesi – La Betulline Jesi sfrutta il fattore campo e riesce a chiudere meritatamente il discorso salvezza, rimandando una Paffoni, in piena emergenza, a una difficile, forse quasi impossibile serie di finale contro la Virtus Roma.

Priva di un elemento cardine come Smith, recuperato solo in parte Iannuzzi, reduce da tre settimane senza allenamenti, con qualche acciacco per Zanelli e Cappelletti, Omegna nulla ha potuto contro una Betulline, che all’Ubi Bpa Sport Center, ha fatto sognare, già dalle prime schermaglie, gli oltre 3.000 spettatori presenti.

Assente Smith è venuto clamorosamente a mancare l’apporto di Galloway, che pur essendo stato il giocatore che è andato più volte al tiro tra gli ospiti, ha totalizzato solamente 6 punti, aprendo con un tripla il match, segnando poi l’ultimo canestro della sua squadra: in mezzo più o meno 37’ di niente.

La squadra di casa sapeva di dover cambiare atteggiamento, rispetto ai due match di Castelletto Ticino, di dover tornare a difendere duro, di non potersi permettere cali di tensione contro una squadra che, per due volte era quasi riuscita nell’intento di riaprire il match (gara 1 e gara 2) e nelle due volte successive, aveva spaccato la partita già nei primi due quarti.

Maganza (foto G.Esposto)

Maganza (foto G.Esposto)

La Betulline ha dato la sua impronta al match già nei due quarti iniziali, chiudendo di fatto i conti, soprattutto con l’eloquente 17-6 del secondo, quando tra le due squadre è emersa una distanza abissale; al riposo il +21 suonava già come una condanna per la squadra di Faina che solo nell’ultimo quarto provava una improbabile rimonta, che dimostrava quanto meno una voglia di rivalsa, senza però riuscire a tornare sotto la doppia cifra di svantaggio.

C’è stata perfino la possibilità di rivedere in campo, per partecipare attivamente alla festa salvezza, Janedlidze. dopo la lunga assenza per infortunio, mentre Hunter, che anche stavolta ha lasciato il posto a Sorokas. ha seguito il match dalla tribuna.

In tribuna alcuni spettatori più o meno interessati, Gigio Gresta, ormai di casa a Jesi, Franco Del Moro (ex presidente della Victoria Libertas Pesaro) visto quest’anno a Matera, coach Sacco, che ha conquistato la salvezza con la sua Recanati, nell’altra serie di play-out e coach Esposito, promosso capo-allenatore della Virtus Roma, dopo l’allontanamento di Caja: chissà cosa avrà scritto di Omegna sul proprio taccuino!

Di certo non ha visto la vera Omegna, quella squadra vista prima di questa bella, che se l’è voluta giocare fino in fondo.

Uno spettatore interessato, coach Esposito (foto G. Esposto)

Uno spettatore interessato, coach Esposito (foto G. Esposto)

Alla sirena finale Jesi festeggia il mantenimento della serie A, dopo un ventennio, sin dalla storica promozione, avvenuta nel campionato 1996/97: la storia continua, con tanti problemi da affrontare e risolvere, ma continua.

 

Starting five

Jesi: Maganza, Corbett, Santiangeli, Gueye, Sorokas

Omegna: Zanelli, Galmarini, Marusic, Casella, Galloway

 

Se la matematica non è un’opinione:

Se l’uomo potenzialmente migliore di Omegna (Galloway), tira con il 14% (2/14), tutto si fa irrimediabilmente più difficile, ma è complessivamente tutta la squadra ospite a tirare male, 35% totale, per non parlare delle 22 palle perse.

Jesi sfrutta bene il suo predominio a rimbalzo, pur trovando in Iannuzzi, un po’ di opposizione: i 17 punti da seconda opportunità valgono una parte di vittoria.

 

Coach to coach (ipse dixit)

Faina: ”La partita ha evidenziato l’atteggiamento contrapposto delle due squadre, aggressivo e attivo quello di Jesi, troppo attendista il nostro. Siamo rimasti troppo a lungo a osservare Jesi, che è riuscita a fare tutto il contrario di quello che aveva espresso a Castelletto Ticino. Si chiude una serie per noi non molto fortunata, abbiamo avuto a disposizione Iannuzzi solo nelle ultime due partite, Smith si è infortunato durante gara 4, anche i nostri due play Zanelli e Cappelletti avevano problemi fisici. La storia di questa serie dice Jesi; per quanto ci riguarda dovremo capire i motivi, perché non si tratta solo di aspetti tecnici, ma credo mentali”

Cagnazzo: “Cominciamo con le dediche: la prima va a mia moglie e mio figlio e alla mia famiglia, perché mi sopportano e lo hanno fatto soprattutto in queste due ultime settimane. La seconda va ai ragazzi, per lo sforzo che hanno fatto, per il passo in avanti decisivo, nel corso di questa serie, le terza dedica va alla società per la dimostrazione di fiducia in me. L’ultima, che non è in ordine di importanza, va a tutta la città di Jesi, che sicuramente questa sera ha vissuto una grande pagina di storia, che finisce tra i più bei ricordi di questi ultimi venti anni. Sapevamo che questa sarebbe stata la partita in cui avremmo dato tutto, le prime due vittorie ci avevano fatto bene, le due successive ci avevano riportati con i piedi per terra e ci hanno fatto capire che dovevamo tornare a sbucciarci le ginocchia in difesa. Stasera credo che abbiamo fatto la migliore partita difensiva degli ultimi tempi. Altro non mi viene da dire, l’aspetto tecnico passa in secondo piano, dopo aver vinto e raggiunto la salvezza”

 

BETULLINE JESI-PAFFONI OMEGNA 75-61

25-15; 17-6; 15-16; 18-24

Arbitri: Grigioni, Perciavalle, Caruso