(Foto di Salvo Bonaceto)

Una settimana senza gare per preparare le settimane con quattro gare. È l’estrema sintesi fra cio che è e ciò che presto sarà per la Sigma.

Giancarlo Sacco avrebbe voluto giocare qualche amichevole. Ma le distanze, anche solo con gli avversari più prossimi (Sant’Antimo e Brindisi ) sono tali da sconsigliare uno scrimmage. Allora sotto a studiare per le ultime interrogazioni prima dell’esame finale. «Sin da quando sono arrivato a Barcellona – dice Sacco, in Sicilia da un mese e mezzo – ho saputo che le partite che ci dividevano dalla fine della stagione regolare erano solo utili a prepararci ai playoff. Non ti danno nulla più che un numeretto con il quale presentarsi alla cassa di un altro torneo. Sì, le vittorie ti danno prestigio e morale, la posizione anche vantaggiosa, ma questi risultati, per una squadra come la nostra e nella nostra posizione, non sono fondamentali».

Tutto quindi porta al 9 maggio quando scatterà gara-1 dei quarti. Tutto porta lì anche nelle scelte di mercato di un club al suo primo vero acquisto non estivo degli ultimi due anni.

JamesOn Curry ha potuto svolgere solo mezzo allenamento con i nuovi compagni che lo hanno “battezzato” costringendolo a dormire con il collare tipico di chi subisce un colpo di frusta da tamponamento, già alla sua seconda notte in Sicilia. In un involontario scontro con un compagno ha subito una contrattura sulla quale ieri mattina si sono espressi anche gli esami strumentali, utili a scartare l’ipotesi di più gravi conseguenze. Allenamento saltato e se ne riparla oggi. «Ci avrebbe fatto bene giocare con qualche squadra del nostro livello – commenta il coach pesarese – proprio per inserire Curry, ma la geografia non ci aiuta. Le pause non le vivo bene perché vorrei che la squadra mantenga sempre il ritmo partita. Anche per allenarsi ai playoff quando si giocherà quattro volte in una settimana. Neanche nella Nba si gioca così spesso».

Le date non lasciano tregua specie ad una squadra come Barcellona che, con ogni probabilità sfiderà nel primo turno un quintetto del nord Italia e quindi sarà costretta ad una lunga trasferta fra gara 2 e 3. Questi ritmi agonistici da settimana alpina al Tour de France aprono il tema del turnover americano. Curry è il terzo extra di una squadra che può schierarne due. Come si comporterà Sacco? «Valuteremo giorno per giorno – dice con condivisibile equilibrio il coach – non c’è una gerarchia prestabilita. Di certo Curry non può essere considerato alla stessa stregua di Jeremy Wise dello scorso anno. Lui era un americano di riserva, Curry è più di questo. Non è qui per essere lo straniero di scorta. Certo però l’adattamento all’Europa ed al suo basket può essere una discriminante. Abbiamo comunque tre americani importanti ed andranno valutati gli avversari e le nostre condizioni in quella raffica di partite ravvicinate».

Come si comporterà il coach quando, fatte le sue scelte, dovrà comunicare l’esclusione ad uno fra Hicks e Curry? «Non sono uno che ama tenere in tensione i propri giocatori. Non guardate a quel momento come ad una bocciatura ma solo come ad un momento di gioco. È una cosa molto più semplice di quanto non si possa pensare».

Curry è stato scelto alla fine di una accurata selezione. «Lui risponde esattamente al tipo di giocatore che ci serviva per aumentare la qualità della squadra. Aumenta la nostra pericolosità nell’uno contro uno, sui giochi di pick & roll ed ha anche un buon tiro. Ma quello che mi ha convinto guardando le sua partite è che riesce ad alzare il livello di qualità dei compagni. Al di là dei punti, viaggiava a sei assist per gara quest’anno e cinque in carriera».

Il turnover non riguarderà Mike Green. Per lui un posto ci sarà. «Vengo da Pesaro da dove sono passati i miglior play italiani ed americani visti nel nostro Paese. Abbiamo la filosofia di fidarci ciecamente dei nostri registi. È un ruolo sacro, si consegna la bacchetta e fan tutto loro, pur con i nostri consigli dalla panchina. Lui sta facendo bene e i suoi punti stanno diventando sempre più pesanti e decisivi».

 

 La Gazzetta del Sud-  Domenico Bertè