Vucinic. Confermato nonostante le sette sconfitte consecutive

Sarebbe alquanto limitativo analizzare il perpetuo psico-dramma sportivo della FulgorLibertas banalizzandolo ad una mera “questione di budget”, come Alberani tende a fare – inascoltati i nostri appelli a non agire in tal senso – una volta ogni quarto d’ora (ultima volta in ordine di tempo: il debutto nella conferenza stampa post-Barcellona, 7° randellata consecutiva). Se Forlì avesse “solo” l’ultimo budget della LegaDue, il problema sarebbe probabilmente gestibile. E invece con la parola ‘budget’ ci si scherma, ci si nasconde, tralasciando il lato più critico della vicenda: e cioè che Forlì non ha solo il peggior budget del campionato. Ma anche la peggior dirigenza, la peggior squadra e il peggior allenatore. E, così stando le cose, se permettete, la questione si complica un tantino.

 

Il budget con cui Forlì fa il campionato, detto e ridetto dagli eminenti esponenti di via Zuelli, è – brutalizzando il concetto – uno schifo. Ammettiamo pure che sia vero, e ammettiamo pure che questa sia la causa – o, più prudentemente parlando, la concausa – da cui scaturisce ineluttabilmente l’ultimo posto in classifica della squadra. Sarà anche una causa, come detto, ma sicuramente è al contempo un effetto. Effetto e prodotto, numeri alla mano, della peggior dirigenza tra quelle che, faticosamente, si approcciano alla LegaDue. Perchè – concetto già noto a chi ci segue – avere il 2° pubblico del torneo (tra biglietteria e abbonamenti sono sù per giù 400.000 euro sullo zero a zero) unitamente ad un buon sponsor come Marco Polo, e in codeste condizioni proporsi con mezzi inferiori a quelli che mettono in campo Jesi, Ostuni o Sant’Antimo, significa che: o non li hai, o non li metti, o non li sai trovare. Eventualmente due o tutte e tre le cose al tempo stesso. E se hai 50 e rotti soci (alcuni di questi simbolici ma alcuni milionari), scattano le aggravanti generiche. In ogni caso l’equazione è tanto semplice quanto brutale: budget basso uguale incapacità. Ecco perchè persistiamo nel dire che, se non altro per una questione di amor proprio, la storia del “budget più basso del campionato” – formidabile alibi per la squadra, nota a margine – non solo non andrebbe ripetuta parossisticamente, ma andrebbe opportunamente sottaciuta.

 

La squadra, che il pubblico di Forlì con encomiabile sopportazione e nonostante lo scempio di cui sopra non trova ancora la forza di “mollare”, è oggi quel che amaramente dicevamo fosse una ventina di giorni fa: la peggiore delle 15. Sicuramente con gli addendi Coleman e Poletti è una FulgorLibertas sulla carta un pò meno indecente del raccozzo-random della breve epoca-Wanamaker. Ma al netto di una fisiologica depressione tipica in chi non vince una partita da ormai due mesi, a ben guardare non resta che un roster (oltretutto mal pagato, e ben prima della fantomatica ‘sospensione di parte degli emolumenti’) formato da giocatori fuori condizione, cotti o rotti (Nardi, Poletti, Campani, Casoli), in scadente periodo di forma (Natali e Borsato), disturbati nella testa (Freeman), in acido lattico dopo aver trascinato il carro per 6 mesi (Huff) quando non palesemente limitati (Coleman).

 

In questo quadro si inserisce il tutt’altro che incolpevole Vucinic (che gode dell’indulgenza del Palafiera, e allora non è vero che la riconoscenza non è di questo mondo). L’uomo di Belgrado paga oggi a carissimo prezzo l’essersi sciroppato silenziosamente una sequenza di amari calici: sull’assenza di un play di riserva a settembre e sulla cessione di Easley a Natale, i due snodi più cruciali, assurdo ed autolesionistico aver “bevuto” senza fiatare. Adesso ci e vi racconteranno che “Vucinc ha tutta la stima della società, è la nostra guida” ed altre frasi fatte di questo genere. Vero? Neanche troppo: il GM Genesi – sganciato a LuneDiSport a titolo di arma di distrazione di massa (tutti pronti al “società unita e coesa come non mai”, si certo come no) – Vucinic col suo proverbiale stile avvolgente alla vigilia di Barcellona lo aveva per l’appunto avvolto prima e strangolato poi (secondo intervento comunicativo di rilievo stagionale dopo l’annuncio dell’imminente rientro di Nardi, peraltro molto apprezzato da Trapani).

 

In realtà Nenad resta al suo posto per un paio di praticissimi motivi… perchè Alberani è in feeling con Raffoni (udito in lontananza: “Se Vucinic va via non caccio più un soldo”) e perchè transare un biennale da 75.000 euro quando cedi Easley a Sassari per 20.000 euro può non essere facile. Sta di fatto che il serbo si ritrova con una squadra diroccata, figlia di mille incomprensibili stravolgimenti, senza un leader vero (Nardi lo è in parte, Freeman neanche a parlarne), team che fino ad un paio di settimane fa aveva troppi esterni e pochi lunghi mentre adesso è l’esatto contrario. Un gruppo cui Vucinic non può dare tattiche o strategie che non appartengono al suo dna tecnico, che è quello di un capo-branco che rafforza le certezze dei suoi uomini dando loro carta bianca per giocare: se poi gli attori sono insicuri e scarsi, hai voglia a motivare. Ecco allora che quello che 1 anno fa appariva come il migliore degli allenatori possibili, oggi finisce per apparire come il peggiore…

 

Quadro difficile, difficilissimo, logica sommatoria di una stagione da pazzi. Ma non tutto è perduto. I prossimi 80′, questi davvero senza appello, prima a Sant’Antimo poi con Imola in casa, potrebbero iscrivere la FulgorLibertas al prossimo campionato. Se si tratterà di LegaDue o di DNA lo vedremo poi. Prima del triste & torrido derby della Romagna decaduta, domenica prossima, in Campania, Forlì deve trovare da qualche parte la forza di vincere. Tenendo il concetto del “+8 dell’andata da difendere” solo per gli ultimi 120″. Pensarci prima significherebbe fare come le provinciali che nel calcio vanno in trasferta puntando al pareggio: sconfitta assicurata.

Riccardo Girardi – www.forlibasket.it