PaS ciani
Piazza mette il primo. Sotto di 2 punti è Dudzinski ad andare forte a rimbalzo sul libero sbagliato, subendo il fallo di Torino. In lunetta: errore. E sul secondo libero uscito, non è più sotto canestro per riprovarci: 7 giugno 2015, la Manital vince gara-4 della serie finale dei Playoff 2015. I piemontesi conquisteranno poi gara-5 e massima serie.

IL SOGNO “Abbiamo cullato questo straordinario sogno a lungo. Fino all’ultimo tiro di gara-4 siamo stati a un niente dal realizzarlo – rivela coach Franco Ciani, condottiero di una indomita Moncada Agrigento, rivelazione della passata stagione -. Questo, al di là della grande soddisfazione per quello che abbiamo fatto, resta il mio rammarico più grande: per il gruppo, per l’ambiente, per la Società che meritavano questo tipo di risultato. Al di là della bravura di chi è poi salito, avessimo vinto noi nessuno avrebbe avuto da ridire”.

Franco Ciani in sala stampa (2015 © Foto Alessio Brandolini)

Franco Ciani in sala stampa (2015 © Foto Alessio Brandolini)

FEELINGS, NOTHING MORE THAN FEELINGS Ma il sogno continua… almeno fino a quando il coach friulano – alla sua quinta stagione in Sicilia -, sarà alla guida di Agrigento. Un amore nato spontaneo e forte fin da subito: “Gli opposti si attraggono! – sorride l’allenatore della Fortitudo, che poi prosegue – Agrigento e Udine sono ai due estremi dell’Italia: da un lato le mie origini e dall’altro il mio presente professionale. L’aver girato molto, l’aver cercato di inserirmi in ogni tessuto (allenare in Sardegna è diverso che allenare in Lombardia o in Sicilia), l’aver provato a entrare in un modo di essere, in una mentalità portando quello che di mio era assolutamente irrinunciabile, adeguandosi agli stimoli della quotidianità del luogo, è sempre stato un mio modo di essere. E credo che qui abbia particolarmente premiato, soprattutto per quel che riguarda la sintonia con l’ambiente. E’ chiaro che anche i risultati hanno fatto molto: abbiamo praticamente sempre vinto, giocando stagioni sempre molto positive, aspetto che soprattutto al Sud ha grande pathos”. Un sentimento corrisposto e valorizzato da tutta Agrigento che gli ha attribuito la cittadinanza onoraria, ma anche dalla Sicilia intera che lo ha da poco premiato col titolo ‘Carmelo Di Bella’ assegnato dall’USSI al miglior allenatore dell’anno. “Credo proprio che ci sia un rispetto reciproco fra questa Città, questa Terra e noi della Società, oltre che con me in particolare. Siamo subito entrati in sintonia: non sono venuto a colonizzare Agrigento, cercando di non avere mai l’atteggiamento di quello che si sente ‘depositario del sapere’, o che va a ‘spezzare il pane’… Ho sempre cercato di fare il mio lavoro con serietà professionale e questo aspetto sembra sia stato molto apprezzato”. Feeling straordinario trovato subito anche con la dirigenza con cui “abbiamo trovato amore e accordo molto in fretta, grazie anche alla mentalità molto familiare della Società, organizzazione in cui si valuta con molta attenzione la serietà professionale.

UNA NUOVA STAGIONE Il sogno continua, ed allora la Moncada è ripartita con grande veemenza e consapevolezza, fresca vincitrice contro la capolista Scafati, al primo dispiacere interno della stagione. Tante le preziose conferme all’interno di un roster che si è dimostrato solido e forte, per una Moncada comunque sensibilmente diversa: “Con ogni probabilità – conferma coach Ciani -, abbiamo un pochino più di fisicità e di struttura sotto il profilo atletico. Sia Eatherton che Martin hanno caratteristiche tecniche diverse: Eatherton è più interno di Dudzinski e Martin più attaccante di Williams. Fisicità e tonicità della squadra acuiti dalle certezze e dai rinforzi positivi che ci vengono dalla scorsa stagione e che ci danno oggi un pochino più di autorevolezza rispetto a quella che avevamo nei primi mesi della passata”.

Alessandro Piazza (playmaker della Fortitudo Moncada Agrigento)

Alessandro Piazza (playmaker della Fortitudo Moncada Agrigento – Foto Massimo Palamenghi)

Curiosamente Agrigento ha oggi un record migliore in trasferta rispetto a quello accumulato nelle gare giocate al PalaMoncada, parquet su cui è stata superata per 3 volte in questo inizio di campionato, complice anche l’assenza forzata di Alessandro Piazza. “Devo dire che 2 delle 3 sconfitte casalinghe sono arrivate dopo nostre buone prestazioni. Contro Ferentino, ci è costata cara una sciocchezza commessa quando avevamo sostanzialmente quasi già vinto. La sconfitta di un punto con Agropoli, invece, è nata proprio nel momento in cui abbiamo perso Ale, situazione che ci ha messo nella condizione di doverci ‘arrangiare’. L’unica vera sconfitta in casa è stata quella con Siena, contro cui abbiamo subito anche sotto il profilo del gioco”. Ma il coach friulano vede il bicchiere comunque mezzo pieno: Però ci siamo sempre rialzati, e questo è un aspetto importante, che fa capire la qualità morale del gruppo. Chiaramente giocare con Piazza o senza Piazza dà delle necessità diverse, offre delle alternative da sfruttare o, ancora, forza la squadra a trovare cose differenti. Oggettivamente abbiamo cambiato un poco faccia per due mesi e, a partire dalla settimana prima di Scafati, stiamo cercando di trovare una giusta mediazione fra quanto di buono ci ha portato la necessità di lavorare senza Alessandro, e quanto di buono invece abbiamo nelle nostre certezze con lui.

VESTITO DI GRIGIO Oggi in Sicilia, ma partito da lontano, vivendo la pallacanestro a 360°: prima il minibasket, giocatore fino a 14 anni, quindi ufficiale di campo e poi arbitro. “Aver fatto parte del settore arbitrale, vivendo dall’interno le meccaniche, le abitudini e le valutazioni di chi interpreta quel ruolo, mi ha dato una fotografia panoramica completa – così Ciani spiega come cambia il suo approccio con la categoria, dopo aver interpretato quel ruolo -. Vivere sull’altro lato della ‘barricata’ – ma in realtà siamo due aspetti dello stesso movimento -, quel tipo di approccio alla gara, all’evento tecnico ed alla sua preparazione, oggi mi fa valutare con un atteggiamento diverso il modus operandi della categoria arbitrale, avendone soprattutto un rispetto notevole. Anche se poi è chiaro che faccio anche io le mie proteste, come tutti gli allenatori! Probabilmente aver ‘vestito di grigio’, mi aiuta a capire le loro difficoltà e a mantenere un pizzico di equilibrio in più nel rapportarmi a loro, cercando di rispettarne la categoria nella sua completezza, al di là del singolo episodio”.

 Franco Ciani durante un time-out (2015 © Foto Alessio Brandolini)

Franco Ciani durante un time-out (2015 © Foto Alessio Brandolini)

IL PERCORSO Poi però, la voglia di essere ancora più protagonista, di cullare un sogno chiamato allenatore. Il mio primo mentore è stato senza dubbio Claudio Bardini, oggi non più praticante (attualmente è docente di scienze motorie all’Università di Udine, ndr), però a quei tempi fu il più giovane allenatore ad arrivare in Serie A – racconta il coach di Agrigento -. Una persona che mi ha dato i primi rudimenti anche sotto il profilo della metodologia, della maniacalità nella cura e nell’organizzazione delle cose, dello stile del gioco, dell’insegnamento dei fondamentali: mi ha dato le fondamenta su cui poi costruire il tutto. E’ lui il primo che devo ringraziare, avendomi aperto uno scenario professionale, dandomi fiducia, chiamato a lavorare insieme a lui a Udine, Avellino e Padova”. Poi tanti anni di lavoro, di crescita, di formazione: “Ho collaborato con tanti altri: ho fatto un periodo con Medeot, un anno con Tonino Zorzi, ho lavorato per diverse stagioni con Dalmasson, due con Frates… Il ‘Paron’ (Zorzi, ndr) mi ha trasmesso, o almeno ho cercato di mutuarne una parte, il suo talento, questa sua capacità di inventare soluzioni, di costruire passing game, aveva una mentalità offensiva costruita sulla conoscenza del gioco. Eugenio (Dalmasson, ndr) è straordinario nella costruzione e gestione dei gruppi, oltre che per il lavoro tecnico, anche sotto il profilo motivazionale. Fabrizio (Frates, ndr) è un tattico, uno straordinario conoscitore del gioco. Ho cercato, quindi, di prendere qualcosina da tutti senza avere la pretesa di essere il meglio di tutti loro, ma cercando di imparare come fa un garzone di bottega col suo capomastro”.

Fabrizio Frates, allenatore con cui coach Ciani ha collaborato a Gorizia

Fabrizio Frates (allenatore con cui coach Ciani ha collaborato a Gorizia nel ’96)

TUTTO INIZIO’ A GORIZIA… Corre l’anno 1999, dopo alcune stagioni da vice-allenatore, quando coach Ciani riceve l’Occasione (volutamente con la o maiuscola!). Nel mese di febbraio, a seguito dell’esonero di coach Zorzi, Gorizia lo promuove alla guida della compagine friulana, allora militante in serie A. Purtroppo, però, nonostante le 5 vittorie conquistate in sole 6 gare, la Ginnastica Goriziana cede il diritto sportivo a Pesaro, scomparendo. Episodio che poteva condizionare la carriera del coach che invece ribatte: “Non so cosa sarebbe successo e per la verità non me lo sono mai chiesto. Credo che la domanda vera sarebbe sul come poteva cambiare la mia carriera se Gorizia non avesse scelto di affidare a me la squadra. Avevo grande determinazione ad arrivare ad un certo livello entro una precisa fascia d’età: non si è giovani in eterno. L’occasione che si è creata in quel momento grazie alla fiducia della dirigenza goriziana, mi ha aperto scenari senza i quali, probabilmente, non avrei fatto quel tipo di percorso professionale.

OTTOVOLANTE Una carriera che gli ha regalato preziosi successi e fatto raggiungere prestigiosi traguardi. Un percorso in cui coach Ciani ha girato l’Italia in lungo e in largo, dall’alto al basso, scalando montagne senza aver mai paura, però, di scendere dirupi scoscesi, vivendo le gioie e le preoccupazioni che il suo lavoro porta in dote. Il rischio di scivolar via, di uscire da un certo mercato professionale, si corre tutti i giorni. Si fa fatica a legarsi in sella per lungo tempo e nel mio percorso sono anche sceso di categoria, magari dopo qualche stagione non brillantissima. Avendo sempre, però, il desiderio e l’incoscienza di ripartire da nuovi progetti: ritengo, quindi, che questa sia stata una carta vincente, da Massafra ad Agrigento. Proprio quest’ultima si è rivelata in assoluto la scelta professionale miglior che ho fatto nella mia carriera. Un mestiere in cui non sempre è il lavoro a premiare, ma “Nel nostro lavoro – specifica coach Ciani -, i risultati parlano per noi: ho sempre cercato di ottenerli senza derogare dal mio modo di essere, unica cosa che possa rappresentarmi nel tempo. Questa forse è stata la mia forza in questi anni, rappresentando anche il motivo delle buone stagioni avute: là dove, invece, questo mio modo di essere non era compatibile, in linea o sintonia con la realtà che mi circondava, ci sono state anche le stagioni meno positive. Mi piace dire sempre che un allenatore, a fine anno, mette sul petto una medaglia o una ferita. Non c’è mai un campionato che passi senza lasciare nulla.

Gabriele Fioretti, GM dell'Angelico Biella ed ex dirigente di Casale Monferrato, prematuramente scomparso nel 2014

Gabriele Fioretti – GM dell’Angelico Biella ed ex dirigente di Casale Monferrato, prematuramente scomparso nel 2014 a soli 39 anni –

GABRI Casale Monferrato è una delle tante tappe della carriera dell’allenatore nativo di Udine. In Piemonte, l’incontro ed il lavoro insieme a Gabriele Fioretti (successivamente GM di Biella), prematuramente scomparso poco più di 12 mesi fa, a soli 39 anni. E ne nacque un rapporto speciale: “Personalmente mi mancano moltissimo tutte quelle cose che ci avevano portato a restare in contatto anche quando non eravamo più insieme. La telefonata, la chiacchierata in cui si parlava con serietà del nostro lavoro, ma anche con leggerezza di tante cose. Gabriele era un interlocutore sempre straordinariamente concreto ma anche affascinante, con questa sua malinconia sempre velata ma anche con una straordinaria intelligenza e sensibilità. Un prezioso valore aggiunto per tutto il movimento… “Credo fosse un arricchimento costante del quale oggi, io come tutti quelli che l’hanno conosciuto, ci siamo visti privati. Era una persona di valori, così come la sua famiglia con la quale siamo rimasti legatissimi, capace di dare tantissimo. Confesso che la sua competenza e capacità professionale mi è stata di grande aiuto e di grande stimolo per confrontarci su idee, nomi, progetti, giocatori… In sintesi, mi manca un po’ a 360° una persona che aveva delle qualità straordinariamente al di sopra della media.

ANNO NUOVO, NUOVA A2 In estate, la riforma della A2: tante e diverse le opinioni in merito. “Credo che lo scorso anno ci fosse una visione parziale del campionato, competizione con un paio di formazioni probabilmente superiori alla media, e con tutti gli altri coinvolti in un bel ‘calderone ribollente’ dal quale ogni tanto usciva un jolly. E noi l’abbiamo pescato all’ultimissima giornata entrando nei Playoff! Oggi, secondo me, se noi pensassimo ad un’ipotetica Gold creata con le prime 8 di Est ed Ovest, avremmo un girone di Gold nettamente di più alto livello rispetto al campionato scorso, rivela coach Franco Ciani. Per poi entrare più nello specifico: “Mai come quest’anno credo ci siano stati giocatori scesi dalla Serie A, avendo qualità, esperienza e mestiere. Tutto questo fa pensare che questo sia un campionato più competitivo rispetto all’anno scorso: c’è incertezza. Capita di rado, infatti, di assistere a partite chiuse con scarti di 20 punti. Ci sono molte vittorie in trasferta e tutto questo rafforza l’idea di un sostanziale equilibrio”. E in un campionato così qualitativamente elevato l’augurio per noi è di continuare su questa strada, con la misura e la serenità del giudizio che abbiamo avuto in tutti questi anni. Abbiamo sempre saputo stare con i piedi per terra anche nei momenti esaltanti, ma abbiamo anche avuto la capacità di restare equilibrati e sereni in ogni passaggio a vuoto. Approccio che rappresenta la strada giusta per ottenere il meglio da questo gruppo che quest’anno ha già dato risposte significative di fronte alla difficoltà.

Buon lavoro coach, e un grande, ideale abbraccio all’uomo Franco Ciani.

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della Fortitudo Agrigento per la cortese collaborazione