Sigma - Morpho (gara 2 playoff) foto Bonaceto

www.barcellonabasket.net – Max Passalacqua

Gara-3 è stata un episodio, ovvero una singola partita nella quale le cose vanno diversamente rispetto alle precedenti, o la svolta della serie dei quarti di finale dei playoff tra Piacenza e Sigma Barcellona? Basterà attendere fino a stasera alle 20,45 (diretta su Rai Sport 2 dal PalaBanca della città emiliana, arbitrano Pasetto, Baldini e Paronelli) per avere una risposta.

I segnali sono abbastanza contrastanti; è vero che la difesa di Barcellona ha concesso agli avversari ben 90 punti dopo averli tenuti a 63 di media nelle due partite del “PalAlberti”, ma è anche vero che all’intervallo i giallorossi erano comunque a +8 pur avendo subìto 42 punti e che in avvio di quarto periodo si erano nuovamente issati a +6 (66-72 al 32′) nonostante in tre quarti Piacenza avesse già segnato più che in tutta gara-1 e in tutta gara-2. Quello che è successo dopo può essere letto come una “fiammata” legata al talento offensivo che comunque alla Morpho non manca, con le quattro triple consecutive di Voskuil, Anderson, Harrison e ancora Voskuil per il +6 Piacenza (78-72 a 4′ dalla sirena), o una chiave di lettura della tendenza mostrata da Barcellona a concedere troppa transizione rientrando male in difesa e, di conseguenza, a subire parziali anche devastanti.

Era già accaduto nel primo quarto, quando dal massimo vantaggio di +10 (2-12 al 4′) gli uomini di Sacco si erano fatti rimontare con un break di 20-5 (22-17 all’8′) per poi chiudere sotto di 6 (28-22) la frazione. Molto meglio era andata da lì all’intervallo, con Dordei, Mocavero e Hicks (tutti usciti dalla panchina) bravissimi a trovare canestri non facili, spesso “raccattati” facendosi trovare pronti sugli scarichi in situazioni anche di scarsa fluidità offensiva. Prova ne sia il fatto che il “plus/minus” dei tre è rispettivamente +9 per Moka, +4 per Gigi e 0 per il panamense (l’unico altro dato positivo è il +3 di Bucci, il peggiore il -18 di Martin).

Sicuramente l’errore tattico – ma non tanto perché non calcolato dal coach, quanto perché maturato “a caldo” sul parquet – è stato accettare ritmi troppo alti, che hanno permesso a Piacenza di trovare punti relativamente facili in transizione o comunque nei primi secondi dell’azione, sfuggendo alla “morsa” della difesa siciliana che aveva dominato le prime due partite, mentre nell’altra metà campo i repentini passaggi dalla zona alla individuale hanno tolto mobilità ed efficacia ai giochi d’attacco scanditi da un Mike Green troppo incostante per far valere la propria strabordante fisicità a questi livelli. E dai tanti errori, dai tanti tiri forzati sono nati appunto rimbalzi e veloci capovolgimenti per Piacenza.

Da qui occorrerà partire questa sera per evitare di allungare pericolosamente la serie alla “bella” in programma sabato a Barcellona; dalla voglia di rientrare in difesa dopo un errore, di non concedere facili canestri in contropiede, di non prestare il fianco ai cambi di ritmo di Piacenza che su queste situazioni ha costruito la vittoria di gara-3. Con due ulteriori idee: almeno uno tra Mocavero e Dordei in quintetto, il primo perché più “grosso” di Martin e il secondo perché finalmente tornato ai suoi livelli (senza che vada interpretata come una bocciatura per Da Ros), e un Mike Green più intraprendente, che punti avversari diretti non in grado di contrastarlo fisicamente o, contro la zona, che muova la difesa cercando il centro dell’area sul “pick and roll” o con la palla in mano. Poi i tiri sugli scarichi dovranno entrare, ma questo è un altro discorso.

Chiudere qui la serie sarebbe anche importante per non regalare un ulteriore vantaggio all’avversaria della semifinale, quell’Enel Brindisi che ha sofferto sul proprio campo (ma nella gara-3 in calendario in trasferta) domando Ostuni solo dopo un supplementare. Dopo un accoppiamento decisamente più semplice e la possibilità di non avere di fatto trasferte, concedere alla squadra di Bucchi anche un riposo molto più lungo rispetto a Barcellona potrebbe spostare gli equilibri della serie.

Ma alla semifinale, come è giusto, si penserà solo dopo essere venuti a capo di Piacenza. Stasera per gli uomini di Sacco arriva la seconda chance, con il vantaggio di aver capito cosa non fare dopo che i due successi abbastanza (ma non troppo) agevoli del “PalAlberti” avevano forse fatto immaginare che i rapporti di forze fossero ben più squilibrati. Occhio dunque ai 21 di media nelle tre gare per Voskuil (50% da tre su quasi 9 tentativi a partita), ai 14 con 8 rimbalzi di Anderson e ai 17 di gara-3 per Ryan Amoroso, sin lì quasi improduttivo, mentre Harrison a 10.3 di media è comunque un buon affare per la “staffetta” in difesa di Lukauskis e Hicks.

La Sigma arriva a questa gara-4 con cinque uomini in doppia cifra (Dordei il più produttivo con 13 punti di media, poi Green e Lukauskis a 12.7, Hicks a 12 e Bucci a 10.3) ma ancora sotto il 50% di squadra da due e con un preoccupante 68% ai liberi che, nei finali punto a punto, potrebbe rivelarsi fatale. Ma ancora una volta, più dei numeri conteranno l’atteggiamento, la mentalità, l’intensità e gli attributi.

La situazione

Le gare di ieri

Gara-3

Brescia-Scafati 95-73

(serie 1-2)

Veroli-Pistoia 64-79(serie 1-2)

La gara di oggi (ore 20.45)

Piacenza-Barcellona (serie 1-2). Brindisi già in semifinale