Franco Marcelletti

VEROLI – Solida e compatta in difesa, organizzata in attacco, grintosa su entrambi i lati del parquet. Dopo averla vista per due giorni di fila nell’importante test del Memorial Zeppieri a questa Prima Veroli targata Marcelletti viene da fare il complimento più bello che si possa fare ad un quintetto giallorosso: assomiglia davvero alla Prima Veroli di Andrea Trinchieri.

E’ ancora presto per dare giudizi, però corriamo il rischio perché guardandola si sono avute le stesse sensazioni positive che si avevano vedendo l’orologio perfetto costruito da colui che ora sta rifacendo grande Cantù in Serie A: “Ringrazio per il complimento, quella è stata una delle più belle squadre che Veroli abbia mai avuto – Franco Marcelletti risponde con un sorriso all’apprezzamento – Ora chiaramente ci sono personaggi diversi, uomini diversi, ma l’importante è avere questa mentalità: soprattutto in Legadue è con la difesa che puoi fare la differenza a lungo termine”. In effetti appena 61 punti concessi in semifinale a Napoli e 59 in finale ad una corazzata come Barcellona che ha le potenzialità per segnarne oltre 80 di media, questi sono numeri da mettere nel biglietto da visita da presentare al prossimo campionato di Legadue. Al quale si è lanciato un messaggio avendo domato con autorevolezza la candidata principe alla promozione.

Intanto, quei numeri sono serviti per portare nella bacheca di Via Parco della Rimembranza il trofeo di casa, che non veniva vinto dal 2008. Dall’annata di Trinchieri, appunto. “Sapevamo che questo torneo, pur non dando punti in classifica, era un test importante per verificare la mentalità di questa squadra e abbiamo avuto buone conferme – è l’analisi del coach verolano – In più giocando il torneo alla memoria del padre del nostro presidente i ragazzi ci tenevano a fare questo regalo, che chiaramente è un regalo “pro tempore” perché poi dovremo provare a fare vittorie più importanti. Non era facile giocare contro Barcellona, è squadra completa, con panchina lunga, fisico, talento, però abbiamo messo dentro quello che dovremo mostrare quest’anno, cioè una grande intensità che ci servirà per ovviare alla mancanza di talento che paghiamo rispetto ad altre squadre”. Un’intensità che ha conquistato il pubblico del palasport di Frosinone: con una squadra così combattiva la tifoseria giallorossa può riavvicinarsi con passione. “C’è stato un bel pubblico, numeroso, che ci ha sostenuto e che ringrazio. Tutto ciò è importante, perché non dimentichiamoci mai che la squadra di Veroli gioca a Frosinone, per cui dobbiamo far spostare i verolani a Frosinone e coinvolgere gli abitanti della città che ci ospita. E noi abbiamo questa responsabilità di coinvolgerli anche con il nostro gioco, con il nostro atteggiamento, in maniera tale che il pubblico possa identificarsi con la squadra”.

All’interno di prove davvero corali, in cui gli americani Hunter e Walker (quest’ultimo con diversi sprazzi da ovazione, ma calato in corso d’opera contro Barcellona) non hanno voluto fare per forza i protagonisti e in cui è mancato il solo Bruttini, fatto fuori da problemi fisici e di falli nelle due gare, sono spiccate le prestazioni di Luca Infante, grande protagonista a sorpresa. Il 30enne pivot giallorosso ha chiuso il Memorial da MVP del torneo, 17 punti in semifinale (6/9 al tiro), top scorer della finale con 20 (9/15, comprensivo di un 2/2 da tre), ha fatto vedere, oltre alla consueta dose di grinta, qualità in attacco che non ci ricordavamo possedesse in maniera così pregiata: “Sono migliorato molto negli ultimi anni, sicuramente con Franco (Marcelletti, ndc) c’è un feeling particolare, se andate a vedere indietro quando ero con lui a Reggio Emilia facevo le stesse cifre. Insomma, non le stesse ma ero comunque sui questi livelli – dice ‘O Guerriero –  In ogni caso a me non interessa fare per forza 20 punti, per me basta anche farne 2 e vincere. Spero davvero di andare avanti più possibile con questa squadra perché siamo molto affiatati”. Richiamato in causa da Infante, anche Marcelletti parla della sua prova: “Il merito è stato suo, che è stato bravo a prendersi delle responsabilità, ma soprattutto è stato della squadra che ha giocato coi lunghi spesso. In tal senso, gli americani hanno dato grandissima disponibilità, a partire da Hunter e dallo stesso Walker, che in finale ha subito un po’ di stanchezza e una difesa molto più intensa con la quale dovrà fare i conti durante l’anno. L’avere questa disponibilità è un valore aggiunto per la nostra squadra”.

Per Veroli all’orizzonte c’è ora un altro quadrangolare tutto di livello Legadue. Giovedì e venerdì a Cingoli, nelle Marche, Hunter e compagni giocheranno prima la semifinale con Casale Monferrato, poi affronteranno una tra Jesi e Imola. L’ultimo impegno amichevole prima del derby di Coppa con Ferentino, presente in massa in tribuna alla finale del Memorial con il presidente Ficchi, il gm Betti, il vice coach Origlio e i tre americani El Amin, James e Ekperigin. Anche a loro, la Prima, un messaggio l’ha lanciato.

MERCATO. L’ex giallorosso Roberto Rullo ha finalmente trovato squadra in Legadue. Per far fronte all’infortunio di Portannese, Capo d’Orlando ha messo sotto contratto la 22enne guardia di Lanciano, che ha firmato per due mesi con opzione di prolungamento per tutta la stagione con la squadra dell’ex coach verolano Bernardi. Veroli se lo ritroverà dunque di fronte nella trasferta in terra siciliana del 28 ottobre.

Paolo De Persis