La Tezenis di coach Ramagli conquista a Rimini il quarto trofeo della sua storia. Dopo la Coppa Italia nel 1991, la Supercoppa italiana nel 1996 e la Coppa Korac nel 1998, la Scaligera Basket porta a casa la Coppa Italia di A2. Si tratta del primo trofeo messo in bacheca dalla nuova società, dopo il fallimento nel 2002 e la successiva rifondazione come Sanzeno Basket, divenuto poi ASD Basket Scaligero e infine nuovamente Scaligera Basket nel 2010. Un trionfo non paragonabile a quelli conquistati negli anni 90, ovvio, ma pur sempre un grande traguardo per la società gialloblù. Verona si è dimostrata la più forte delle sei partecipanti alla “final six”: sicuramente la più solida, la più quadrata, la più “affamata” e il primato in classifica in A2 Gold non è certo casuale.

Per vincere bisogna pure soffrire ed è quello che ha fatto la Tezenis a Rimini: due vittorie in rimonta, sia in semifinale con Torino, che in finale con Ferentino. In entrambe le gare, i gialloblù si sono ritrovati sotto nel punteggio all’intervallo lungo (-5 con Torino, -10 con Ferentino), ma hanno saputo stringere i denti e hanno ribaltato il punteggio nel terzo quarto. La finalissima ha pure avuto l’appendice del supplementare e il successo gialloblù è stato ancora più bello.

I maggiori meriti per la conquista di questa Coppa vanno alla società, in primis, che ha saputo reagire con pazienza alle delusioni degli anni precedenti, a coach Ramagli e al suo staff, e ai giocatori, a cominciare dai veronesi Boscagin e Gandini che, ovviamente, hanno gioito più di tutti. Gli americani hanno fatto gli americani: Monroe in semifinale e Umeh in finale hanno preso per mano i compagni e li hanno guidati al successo. L’apporto poi di De Nicolao, Ndoja, Giuri e Reati è stato a dir poco determinante. Adesso però viene il difficile: come capita spesso nello sport, la squadra è chiamata a confermarsi nei play off, allorquando si giocherà per salire nella massima categoria.

Una parola infine per i tifosi gialloblù: encomiabili coloro che hanno deciso di trascorrere il weekend a Rimini e pure quelli che hanno raggiunto la città romagnola in fretta e furia la domenica per la finale. Però stiamo parlando di un centinaio di supporters al massimo (e in netta minoranza rispetto a quelli provenienti da Ferentino). E tutti quelli che affollano abitualmente il PalaOlimpia, dov’erano? Passare dai quasi cinquemila presenti con Brescia qualche settimana fa, alle poche decine di Rimini, non è un dato avvilente per la Verona dei canestri? Nessuno pretendeva caroselli in Piazza Bra, ma almeno qualcuno che attendesse gli “eroi” di ritorno da Rimini domenica notte, quello sì.

Confidiamo che Verona si sia tenuta i festeggiamenti per il prossimo giugno, quando in palio non ci sarà una “semplice” Coppa Italia, ma il Paradiso della serie A…