Dailybasket è stato presente, come suo costume, all’evento di LNP, RNB Adecco Cup, per tutti e 3 i giorni con i suoi corrispondenti e fotografi per raccontarvi dal vivo tutto quello che c’era da raccontare. E il nostro lavoro lo potete trovare nelle nostre sezioni Video, DNA Gold e DNA Silver. Adesso è il momento dei bilanci ed ecco, come nostro costume, gli Ups&Downs della tre giorni in Riviera. Una premessa, che inquadra bene quello che è stato questa kermesse. Scegliere tra gli Ups è stato molto difficile, così come trovare i Downs… buona lettura!

UPS

Giocatori Luiss festeggiano la vittoria della Adecco Cup DNC 2014 (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Giocatori Luiss festeggiano la vittoria della Adecco Cup DNC 2014 (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Vincitori: Trofei distribuiti, allegria e buon basket. Questo ha regalato ai presenti la 3 giorni riminese denominata RNB. A regalarsi dopo autentiche battaglie le tre coppe sono state rispettivamente Luiss Roma (DNC), Benaquista Latina (DNB) ed Eurotrend Biella. La prima a festeggiare nella domenica in riviera romagnola è il college modello americano situato nella capitale d’Italia. I giovani in canotta biancoazzurra allenati da Max Briscese hanno avuto la meglio, grazie ad una prova balistica importante, su una combattiva Campli sospinta da oltre 100 tifosi accorsi dall’Abruzzo. Finale combattutissima al piano di sopra con il talento di Carrizo ad illuminare il pomeriggio dell’arena intitolata all’impresa azzurra di Parigi 1999. Legnano lotta e capitola solo agli ultimissimi secondi di gara dopo aver dato prova di solidità ed equilibrio tattico. Merito in più per coach Garelli ed i suoi partiti con tante ambizioni ma anche pressioni. Ciliegina sulla torta del weekend la bellissima finale tra Biella e Trento coi primi a strappare il titolo ai campioni della passata stagione.  Raspino ed Infante prima, Hollis e Voskuil in seguito consegnano la gioia del trofeo ad un popolo caloroso accorso in massa a Rimini.

logo adecco lnpOrganizzazione: Prendiamo a prestito le parole di Nicola Tolomei, responsabile marketing di LNP, “preferisco parlare di come ho risolto i problemi, piuttosto che non dire nulla perché non ho affrontato i problemi”. Partita tra mille difficoltà e critiche, la tre giorni romagnola è la grande vittoria di LNP e di uomini come Tolomei, Coldebella e Valenti, che alle critiche hanno opposto le loro idee. L’aiuto da parte dello staff di Rimini Fiera si è visto, a partire dai parcheggi con inservienti gentilissimi nell’indicare e nel guidare i visitatori. Ma l’idea è tutta di LNP, un’idea vincente su tutta la linea. Ingressi comuni a squadre e spettatori, con giocatori a fare foto e firmare autografi prima di entrare in campo; personaggi famosi ed ex-giocatori, anzi glorie del nostro basket, come Antonello Riva e Mario Boni, presenti per 3 giorni e a disposizione di tutti; Fan Zone con campi da basket 3vs3 per far divertire i più piccoli; la “Scuola di tifo” con giocatori come Soloperto, Pecile, Cavaliero a insegnare a tifare ai ragazzi; stand delle squadre presenti e non solo (su tutti una standing ovation all’Orlandina Basket per i cannoli e la pasta con i pistacchi); Wi-Fi, si questo sconosciuto dei nostri palasport, sempre funzionante e con ottima velocità; i campi da gioco completamente nuovi e, anche se posticci, di altissima qualità sia per quanto riguarda il parquet che i canestri, addirittura strutture innovative utilizzate per la prima volta in Italia. Ci piacerebbe che anche altri nel Bel Paese prendessero spunto e pensassero a qualcosa di diverso rispetto alle solite, ingessatissime e per certi versi noiose, manifestazioni cestistiche di casa nostra.

Manuel Carrizo (Latina) premiato MVP da Antonello Riva (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Manuel Carrizo (Latina) premiato MVP da Antonello Riva (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

MVP: Se la LUISS Roma porta a casa la vittoria finale molti dei meriti sono di Antonio Fabrizio Smorto, ragazzo classe ’95, non solo MVP ma anche miglior Under della finale DNC. Il play-guardia reggino, di scuola Viola e già nel giro delle nazionali giovanili, cresce nella tre giorni concludendo in finale contro Campli con una prestazione magistrale per continuità e precisione in attacco: per lui 25 punti con un eloquente 9 su 13 dal campo, vera spina nel fianco della difesa a zona messa sul parquet dalla formazione abruzzese. Latina dimostra anche in queste finali di Coppa Italia di essere squadra che può tranquillamente ambire alla categoria superiore. A dimostrarlo un roster illegale per la DNB, rappresentato su tutti dalla forza ed esperienza di Manuel Carrizo. L’ala argentina naturalizzata italiana è il giocatore determinante della formazione laziale per queste final four: in semifinale ruba la scena a Bolzonella smistando 10 assist, in finale confeziona una prova balistica di prim’ordine con 26 punti frutto di un eccellente 10 su 12 dal campo, il tutto condito con 6 rimbalzi e 4 assist. Damian Hollis, infine, si è portato a casa il premio di MVP della finale tra Biella e Trento in una gara in cui tra i vincitori era difficile scegliere. L’ungherese di America, mai totalmente convincente in questa stagione ma che mai ha fatto mancare la sua energia alla causa Corbani, ha disputato una grande finale in cui nel momento più difficile ha preso per mano i compagni e li ha portati fuori dalla tempesta per poi mettere il sigillo nell’overtime.

Adriano Furlani (coach Ferrara) (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Coach Furlani ha dimosrtato di essere un grande uomo di sport, oltre che un ottimo allenatore (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Fair-play: Durante la manifestazione organizzata da Rimini Fiera ed LNP si è  visto un grande gesto di civiltà che, se eseguito in altro sport, avrebbe avuto ben altra cassa di risonanza mediatica anche nelle televisioni. Il coach di Ferrara Furlani ha deciso di restituire un canestro agli avversari di Trento durante la semifinale valida per la Final Six. In precedenza un giocatore dell’Aquila (Brandon Triche) aveva subito un colpo fortuito al volto, che gli aveva fatto perdere una lente, chiedendo agli arbitri di fermare il gioco, nel frattempo Mays della Mobyt ha rubato la palla correndo a realizzare in contropiede da solo. Dopo il time out la capolista di Gold ha così potuto segnare indisturbata pareggiando la situazione. Situazione che fa’ molto onore al protagonista soprattutto pensando alla posta in palio altissima ed al fatto che i suoi hanno lottato sino agli ultimi secondi uscendo sconfitti solo di 3 lunghezze.

Marco Spanghero (Trento) tripla allo scadere (Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

La tripla di Marco Spanghero che ha mandato all’overtime la finale (Foto di Claudio Devizzi Grassi 2014)

Italiani protagonisti in finale: Uno dei motivi di massima soddisfazione per il nostro movimento, realtivamente all’Adecco Cup 2014, è rappresentato dalla presenza predominante – anche per importanza nelle vittorie – degli italiani, in gran parte giovani. La finale ne è stato emblema, con l’Eurotrend guidata dal biellese Tommaso Raspino e dall’uomo volante Eric Lombardi e, dall’altra parte, il candidato MVP di Gold Dada Pascolo e il mai domo Marco Spanghero, gioielli dal nordest per l’Aquila. Riesce difficile ricordare un campionato di questo livello con giovani italiani così protagonisti: la speranza è che divenga sempre più comune, anche al piano di sopra.

all star game donne2

Emily Rose Correal (foto di Claudio Devizzi Grassi @ 2014)

All Star Game Donne: Siamo onesti, anche noi avevamo pensato di snobbare l’evento. E invece, quando per pura curiosità, siamo entrati nell’arena Atene 2004 ci siamo ritrovati davanti a tribune piene di entusiasmo e con la voglia di chiedere quello spazio che ultimamente il basket femminile non riesce a trovare. La nostra Nazionale, oltre a giocare bene, rappresenta quello che da anni cerchiamo nel movimento maschile, giovani con la maglia azzurra che giocano alla pari con le più forti. Ragazze come le sorelle Dotto, la Zandalasini, i centri Formica e Correal, la Bocchetti, tutte giovanissime e guidate in campo dal sorriso di Chiara Pastore, che non giocava in Nazionale da oltre 3 anni e che ha vinto anche la gara del tiro da 3 punti con una prestazione torrida da 17/25. Onore al basket femminile e a chi, tra mille difficoltà, lo porta avanti.

DOWNS

foto di Fabrizio Quattrini

I roster della finale. Salta agli occhi la data di nascita di Bloise e quella di Triche e Bailoni (foto di Fabrizio Quattrini)

Le date di nascita dei giocatori: Una delle (poche) note negative dell’organizzazione, probabilmente figlia di errori nativi nel database (Vincenzo Esposito sembra sia nato nel 1996…), fatto sta che le date di nascita dei giocatori sulle liste consegnate in sala stampa hanno fatto strabuzzare gli occhi a più di un giornalista. Ultracentenari nati nel 1899, come Basile e Nicevic (che avesse ragione il Poz?), un under come Portannese diventato di colpo giocatore 37enne di esperienza, Matteo Soragna trasformato in un under 22, così come Elder. Proviamo a rimettere ordine nelle liste delle squadre?

foto Claudio Devizzi Grassi

L’allenatore di Cassino, Luca Vettese (foto Claudio Devizzi Grassi)

Torino e Cassino le squadre più deludenti: Torino arriva a Rimini con il chiaro obiettivo di arrivare in fondo alle Final Six, ma si arena sullo scoglio che pareva più innocuo, quella Ferrara reduce da sole 4 vittorie nelle ultime 10 gare di Silver. La PMS, avanti per tutta la gara non è stata capace di chiudere la partita ed è stata sorpresa da una meritevole Mobyt. Altra delusa del weekend riminese è la Virtus Cassino, arrivata in Romagna con i favori del pronostico alla luce di un campionato dominato, in cui è in striscia da 16 partite con un roster formato da giocatori di esperienza che però  non sono stati in grado di reggere la pressione e di chiudere una sfida che sembrava vinta, cedendo alla rimonta finale del Bottegone Sant’Angelo.

foto di Claudio Devizzi Grassi

Bellissima atmosfera all’interno delle Arene (qui la Parigi 1999), ma musica veramente troppo alta (foto di Claudio Devizzi Grassi)

Musica troppo alta: Trovare pecche nell’organizzazione è stato veramente difficile. Le piccole falle (vedi la corrente elettrica mancante sul campo Atene 2004 in sala stampa) sono state prontamente tappate e risolte con la massima disponibilità nel breve volgere di qualche minuto. Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, una cosa che ha dato fastidio a tanti addetti ai lavori, soprattutto a quelli che hanno passato all’interno delle arene 5-6 ore, è stato il volume della musica veramente troppo alto ad ogni interruzione di gioco e tra le partite, creando una situazione in cui a distanza di 2-3 metri bisognava urlare per farsi sentire dai colleghi. Va benissimo la musica, ma regolare il volume?

DJ a bordo campo a Rimini RNB (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Bella l’idea di unire hip-hop e basket ma va rimodulata la formula dei concerti (Foto Claudio Devizzi Grassi 2014)

Concerti idea buona ma poco vincente: Forse l’aspetto meno riuscito è stato quello dei concerti a fine giornata. La sensazione è che non ci sia stata la risposta di pubblico che LNP ma soprattutto HipHop TV (tra l’altro ottimo lavoro anche per loro) si aspettavano. Avendo lasciato la Fiera sempre molto tardi non abbiamo visto quel movimento di pubblico giovane che i concerti proposti poteva lasciare immaginare. Secondo noi i motivi possono essere di due ordini. Prima di tutto la collocazione, alla fine delle gare, intorno alle 22, e quando la maggior parte di tutti i visitatori avevano lasciato la Fiera. In secondo luogo la scelta di non includere nel biglietto delle gare quello dei concerti. Certo bastavano solo 6€ per integrare i tagliandi e guardare anche i concerti, ma forse sarebbe bastato un prezzo leggermente superiore, dei comunque economici biglietti delle Arene di gioco (16€ inclusa la prevendita per guardare 3 partite), ma che includesse anche l’Arena per gli spettacoli per avere un affluenza maggiore ai concerti. Bella l’idea di affiancare musica e basket ma bisogna lavorarci per migliorarne l’integrazione.

Andrea Rizzi-Alessandro Salvini-Davide Rosa-Stefano Mandelli-Fabrizio Quattrini


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